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Farsopoli di G. FIORITO del 30/12/2013 08:45:30
Calciopoli: Cerco centro di gravità

 

E’ una pacifica, assolata domenica a cavallo tra Natale e Capodanno e quello sfigato di Chiambretti non trova di meglio da mandare in onda a radiodue che un’intervista a Ingroia per guastarti la passeggiata. Essere un tifoso granata deve essere avvilente, perché come capita a tutti i non tifosi della Signora del calcio italiano, accade che si ritrovino più spesso a tifare contro che pro. Tanto più che con tante domande da indirizzare al magistrato forse più famoso d’Italia in virtù della spassosa imitazione di Crozza, il conduttore comico annuncia in pompa magna di voler indagare con l’interista Ingroia se negli ultimi dieci/venti anni nel Belpaese sia stato più redditizio seguire una carriera di arbitro o di magistrato per scalare le vette del successo.

L’intervista scivola su una banalità stucchevole, poggiandosi in equilibrio precario su due anelli quando da una parte intervengono i dubbi su una certa legittimità etica di saltare continuamente il fosso tra politica e magistratura e dall’altra Chiambretti domanda di botto se sia peggio la Signora del calcio italiano, ossia la Juventus o la Signora dei Fori italici, ovvero la Boccassini. Ingroia potrebbe uscirsene con una battuta, ma da interista frustrato non esita a crocifiggere senza motivo la squadra bianconera.

Il papocchio della disinformazione è servito. Un magistrato che vuol fare il politico e ha pure nella testa, come afferma nel finale dell’intervista, di passare dal capitanare una “rivoluzione civica” a guidare un’altrettanto pretenziosa “azione civica”, bisogna che prima di biascicare di prendere posizione sappia che cos’è un modello 45 e come uno sia entrato in calciopoli. Anzi, non ci sia entrato per niente, perché la signora in questione, che preferisce alla Juve, non si è degnata di farlo arrivare al processo di Napoli, come le è stato accoratamente richiesto dagli avvocati delle difese. Quel fascicolo avrebbe fatto luce su uno di quei casi che i magistrati dicono di voler chiarire e invece finiscono per sotterrare sotto la sabbia. Soprattutto se avvinghiati a un processo noto come Telecom.Ingroia è in evidente confusione riguardo a calciopoli. Sarà colpa del panettone che ha appesantito le idee, ma stiamo perdendo di vista le cose che contano.

Il Sole 24Ore ha riportato una frase nella quale Luciano Moggi, intervenuto a un convegno a Prato, ha richiamato le responsabilità di Galliani ( Link ) riguardo a un sistema rossonero che non sarebbe ancora venuto fuori, infiammando gli animi e suscitando ancora una volta tanto di difese d’ufficio.

Ritengo difficile che uno juventino possa serenamente accostarsi ai fatti di calciopoli, perché abbiamo subito una condanna collettiva durissima e non abbiamo mai pensato di meritarla. A parte pseudo juventini che proprio per questo spopolano tra web, radio e tv. Ma piaccia o non piaccia calciopoli sta scivolando in politica e mentre si vorrebbero cancellare destra e sinistra, diventa un modo per lanciarsi accuse reciproche senza più tenere conto dei fatti.

1. Calciopoli si è sviluppata in un alveo politico cronologicamente noto. Tra il 17 maggio 2006 e il 7 maggio 2008 l’Italia fu guidata dal II Governo Prodi, che, insieme alla ministro Melandri, non ha esitato a cavalcare lo scandalo in virtù di una pretesa questione morale, liquidata per ciò che ha riguardato il calcio con la messa al bando di Moggi e Giraudo. Si può credere nei valori della sinistra democratica, ma non credo che tanti personaggi della sinistra dell’ultimo ventennio, tra i quali qualcuno che si professa Juventino, siano stati all’altezza dei ruoli che sono stati loro affidati. Personalmente me l’hanno pagata nel segreto dell’urna.

2. Calciopoli è stata una delle conseguenze della guerra intestina scatenatasi in seno alla famiglia Agnelli per la successione a Gianni e Umberto. Uno scontro senza esclusione di colpi, che ha sacrificato e ridimensionato la Juventus, fornendole paradossalmente un trampolino di rilancio nel momento dell’acutizzarsi di una crisi economica che oggi colpisce le altre grandi italiane, soprattutto Inter e Milan. Il trauma della serie B ha dato modo alla Juventus di tornare a crescere, complice il progetto dello stadio e l’indomita voglia di vincere e lavorare che sono nel suo dna.

3. Se ci fu premeditazione contro la Juve non lo so. Ma Montezemolo e Tronchetti Provera, che continuo a individuare come Moratti tra i responsabili di alcuni spionaggi illegali nel mondo del calcio, dividono ancora affari e amicizia, palesemente in F 1. Credo che gli eventi sfuggirono di mano quando fu scelto di abbandonare Moggi e Giraudo al loro destino, poiché colpevoli di essere bravi e forse avere le carte in regola per mirare alla scalata, intanto della società bianconera, con la complicità dell’ultimo rampollo di nome Agnelli, che comunque è riuscito a diventare presidente della Juventus.

4. Non ci sono dubbi che Silvio Berlusconi abbia tratto vantaggio dalla Juve in serie B quasi quanto l’Inter di Moratti, che godeva dei favori sfacciati della FIGC. E che abbia rivendicato gli scudetti della Juventus. Dopo aver forse chiesto a Moggi in scadenza di contratto di subentrare a Galliani. Fu di quest’tultimo la longa manus che si incaricò di far giungere alla federazione il materiale che il giudice Maddalena aveva giudicato non sufficiente per intavolare un processo, ma che è stato utilizzato, opportunamente selezionato, per mandare la Juve in B e imbastire il processo di Napoli? O fu di qualcuno in grado di maneggiare il diritto come pochi e appartenente ai massimi livelli dell’universo bianconero? Forse non è possibile far risalire a Silvio Berlusconi, capro espiatorio dei mali italici dell’ultimo ventennio, la paternità di calciopoli, ma dal'8 maggio 2008 al 12 novembre 2011 è stato Presidente del Consiglio e malgrado il suo pallino fisso della giustizia, non ha mai pensato di prodigarsi in alcun modo per rendere giustizia alla Juventus.

5. Non so a quale sistema Luciano Moggi abbia fatto riferimento. Se a quello calciopolese di Meani e Galliani e mediatico di Mediaset o a quello che ancora si alimenta dei diritti televisivi attraverso la Infront. Un sistema Milan in grado di tessere influenze più potente di quello presunto di Moggi, che non era un’associazione a delinquere. C’era e c’è Adriano Galliani, non solo è ancora potente all'interno della Lega di serie A, come ai tempi di calciopoli, ma resiste anche alla guida della società rossonera, malgrado l’avvento di Barbara Berlusconi, che non ha potuto spodestarlo.

6. Malgrado tutto quello che è stato scritto e detto su calciopoli, se l’avvocato Zaccone non avesse accettato subito la serie B e se il cda della Juventus nell’agosto del 2006 non avesse ritirato il ricorso al TAR, oggi ci racconteremmo un’altra storia.

Calciopoli non vive di sole colpe, si nutre di omissioni.

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