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Farsopoli di G. FIORITO del 11/01/2014 10:20:14
Moggi vs Facchetti. Repetita iuvant

 

E’ stato rinviato al 28 maggio il processo che vede Luciano Moggi rispondere dell’accusa portata avanti dal figlio Gianfelice di aver infamato Giacinto Facchetti in una trasmissione televisiva il 25 ottobre 2010.

Come ha riportato Tuttosport (Link), nella prima udienza il pm Elio Ramondini si è opposto a quasi tutte le richieste di ammissione di prove avanzate dal legale di Moggi, l’ottimo Maurilio Prioreschi, sbottando in un’ulteriore clamorosa accusa: “Volete rifare il processo di Napoli!".

In un certo senso lo avevamo preannunciato che questo processo si sarebbe presentato come un’arma a doppio taglio e stavolta non per Moggi. Stavolta a finire sotto processo potrebbe essere proprio Giacinto Facchetti, incautamente a causa del figlio. Stavolta l’ex DS della Juventus non è accusato di associazione a delinquere, né di aver falsato alcuno dei campionati di serie A, ma di aver accusato a sua volta Giacinto Facchetti di aver fatto le griglie al telefono esattamente anzi meglio di lui e di aver fatto pressioni sull’arbitro Bertini per vincere la partita con il Cagliari di Coppa Italia. Parimenti è l’ambiente interista ad essere accusato di aver effettuato spionaggi a carico di esponenti del mondo del calcio e di aver falsificato il passaporto di Recoba. Ebbene, Oriali e Recoba patteggiarono la pena per il passaporto falso del calciatore uruguayano, i dossieraggi ci sono e addirittura Bobo Vieri è stato risarcito per essere stato spiato. Ma, soprattutto, la relazione di Palazzi del 4 luglio 2011 basterebbe da sola a certificare che gli illeciti sportivi preannunciati da Moggi quella sera del 25 ottobre di sei mesi prima sono stati realizzati, benché prescritti. Non vale allora, checché ne pensi il pm Ramondini, liquidare questo processo con la sentenza di Napoli, se poi non si vogliono prendere in esame i risultati di altre inchieste e procedimenti della giustizia, sia essa sportiva o ordinaria. E se si è potuto condannare Moggi per aver forse ritenuto di poter falsare il campionato italiano di calcio 2004/2005 (un reato a consumazione anticipata), ma non si sono potuti condannare altri che hanno effettivamente falsato i 5 o 6 campionati successivi, ma sono stati prescritti, non è certo colpa dell’ex dirigente bianconero.

Luciano Moggi ha tutto il sacrosanto diritto di portare in aula le prove che lo discolpano da un’accusa, così come ce l’ha ad essere giudicato equamente. E’ già accaduto, soprattutto nei processi hanno riguardato il presunto doping amministrativo e quello GEA, che le accuse si sgonfiassero come bolle di sapone.

Moggi ha tutto il diritto di fare conoscere ai giudici di questo nuovo processo i contenuti delle intercettazioni tra Facchetti e Bergamo e tra Facchetti e Mazzei, dell’intercettazione tra Bertini e Bergamo (Link) e di far testimoniare tutti coloro che hanno avuto parte nei fatti posti sotto giudizio. Anche se qualcuno potrebbe temere di ritrovarsi in aula un Tavaroli o un Coppola, il guardalinee che non fu ascoltato dai Magnifici 12 perché l’Inter non interessava.

Ancora oggi interessa a molti che sia fatta giustizia. Repetita iuvant.

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