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Farsopoli di G. FIORITO del 16/01/2014 07:28:21
Processo Gea: capolinea

 

La V sezione della Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna emessa per Luciano Moggi nel processo d’appello per le presunte irregolarità legate all’attività della Gea. La Suprema corte ha di fatto accolto il ricorso presentato dai difensori dell’ex direttore generale della Juventus, gli avvocati Marcello Melandri e Maurilio Prioreschi. Secondo quanto si è appreso per una parte le contestazioni sono state dichiarate prescritte. L’annullamento ha riguardato anche Alessandro Moggi. (Link). Confermata l’assoluzione dall’accusa di associazione a delinquere emessa nei primi due gradi di giudizio e annullato senza rinvio per prescrizione il verdetto di condanna di secondo grado per violenza privata (Link ).

Come ricorderete la GEA World Spa era stata costituita a Roma l’8 ottobre del 2001 dalla fusione delle società General Athletic e Football Management e gestiva le procure di molti calciatori e allenatori di calcio di seria A e B.
Riguardo a Luciano Moggi l'imputazione era collegata alle modalità che indussero il calciatore Manuele Blasi ad abbandonare il procuratore Stefano Antonelli per passare alla Gea. Secondo l’accusa la GEA aveva alterato illegalmente la concorrenza nel mercato del calcio, condizionando le scelte professionali dei propri clienti per mezzo di minacce. Il pm romano Luca Palamara aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione per Luciano Moggi e a cinque anni per il figlio. La sentenza di primo grado aveva già visto cadere l’accusa di associazione a delinquere, in secondo grado si era registrata una diminuzione delle pene relative alla violenza privata contro i calciatori Zetulajev e Budianskj.

Il processo GEA a lungo è stato ritenuto complementare al processo di calciopoli di Napoli, a causa della cosiddetta teoria della “combriccola romana”. I primi interrogatori dei Pm napoletani raccolsero le dichiarazioni di Franco Dal Cin, allora presidente del Venezia e dei presidenti di Cagliari e Livorno, Cellino e Spinelli, dalle quali credettero di trarre la teoria che gli arbitri Gabriele e Palanca, sotto indagine per frode sportiva, potessero essere collegati alla GEA nell'ambito di un'indagine sul calcioscommesse. Cellino avanzò, a titolo di sensazione, come fu fatto anche dal Cin che parlò di voci di corridoio, l'idea che l’arbitro De Santis fosse l’esponente deputato dalla cupola al reclutamento degli arbitri che avrebbero potuto far carriera mettendosi a disposizione dell’associazione a delinquere ipotizzata.

In quest’ottica spesso si è ritenuto che l’assoluzione dall’accusa di associazione a delinquere nel processo GEA avrebbe costituito il viatico per ottenere da parte di Moggi l’assoluzione anche a Napoli. Così non è stato, anche se la Cupola nel tempo ha perso i suoi pezzi e si potrebbe dire anche le sue fondamenta. E quei testimoni che si diedero da fare con le autorità sono andati incontro a nuove esperienze che li hanno visti coinvolti dentro le aule dei tribunali per episodi ben poco edificanti.

Ancora una volta ci troviamo di fronte a procure diverse che emettono sentenze diverse. Ancora una volta siamo costretti ad attendere che sui fatti di calciopoli venga fatta veramente luce togliendosi il prosciutto dagli occhi e rendendo giustizia agli imputati.

Mentre giornalisti del calibro di Fabio Monti si affannano a costruire reportage e dossier sulla regolarità del campionato in corso, nella speranza che con artifici già visti si riesca forse un’altra volta ad alterare i risultati del campo a favore di chi non riesce a costruire un progetto serio e tantomeno a realizzarlo. Un’altra farsopoli è l’ultima cosa che serve al calcio italiano.

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