Un'altra domenica speciale, dopo quella trascorsa appena una settimana fa. Avevo sperato, predetto e quindi pronosticato che in queste due domeniche si sarebbe deciso il campionato, almeno per quanto concerne la lotta-scudetto, a favore della Juve. Certo, la matematica tiene ancora in vita tutte le speranze dei romanisti e degli anti-juventini in generale, ma razionalmente pare difficile che una squadra che ha "perso" soltanto 9 punti in 27 giornate possa perderne addirittura 11 nelle sole 11 giornate rimanenti, ammesso e non concesso che la Roma, da oggi in poi, vinca tutte le sue partite e soprattutto che riesca quanto meno a vincere 3-0 lo scontro diretto alla penultima giornata, altrimenti i punti da recuperare sarebbero addirittura 12. Ma questa domenica è ancora una volta speciale perché
il trio frignone della settimana scorsa, Roma, Fiorentina e Torino, è riuscito persino a peggiorare lo "score" precedente: stavolta hanno perso tutte e tre, subendo sempre tre gol complessivi senza farne neppure uno. E' cosa rara vedere la seconda, la quarta e la nona in classifica non
segnare la miseria di un solo gol in ben due giornate di campionato consecutive, anche se va detto che stavolta le rispettive avversarie erano decisamente più forti rispetto a Domenica scorsa.
Ma ciò non conta se si vuol dare una lettura puramente simbolica a questi risultati. Conta, soprattutto, che una volta dato fuoco alle micce della polemica anti-juventina, virulenta, aggressiva, diffamatoria, di fatto queste tre realtà calcistiche si sono sciolte come neve al sole: la Roma ha di fatto lasciato lo scudetto, il trentaduesimo, alla Juve; la Fiorentina ha di fatto detto addio alla Champions' League 2014/'15 e il Torino ha di fatto detto addio ai residui sogni di Europa (League). Non so se sia più una maledizione calcistica o un insegnamento per la vita vera, o se dietro a tutto ciò non ci sia una morale, anche se piuttosto semplice; so che è così;
so che alla fine conta sempre e solo la professionalità, la dedizione, la cultura del lavoro e non certo i lamenti, le insinuazioni, le calunnie e l'odioso sentimento anti-juventino che da sempre li accompagna. Forse, un giorno, quando tutto il sistema calcio italiano riuscirà ad essere un pò più "juventino", nel senso della dedizione al lavoro, e un pò meno "anti-juventino", nel senso del disprezzo invidioso verso chi sa primeggiare, tutto il sistema stesso ne trarrà reale giovamento. Fino ad allora ci sarà soltanto chi gode e chi patisce, all'interno di un sistema calcio penosamente e tristemente "italiano".
