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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di G. FIORITO del 05/04/2014 11:22:43
Mes que una bufera su Barça e Inter

 

A due mesi dall’affaire poco pulito Neymar, una nuova ondata di sdegno si abbatte sull’ex modello di virtù calcistica del Barcellona, andando a ferire l’amor proprio catalano nel cuore dei suoi vanti. Le dimissioni del presidente Sandro Rosell erano state l’infelice epilogo delle richieste di chiarezza del farmacista Jordi Cases, uno dei 160 mila soci del club, che aveva voluto vederci chiaro sulla reale cifra sborsata per aggiudicarsi il fuoriclasse. Il caso era andato a finire nelle mani del giudice di ferro Pablo Ruiz e aveva portato alla luce una serie di irregolarità per le quali il Barcellona si era ritrovato a scucire non 57, bensì 97 milioni di euro (Link). Stavolta a finire nel fango è il fiore all’occhiello della plurititolata società, quella cantera che costituisce il serbatoio naturale della forza del calcio spagnolo e in special modo ha prodotto il miracolo irripetibile di Messi e soci.

Secondo Repubblica (Link ) sarebbe stato violato l’art. 19 del Regolamento sullo Status e i Trasferimenti Internazionali di calciatori, riguardante la "Protezione dei Minori", che al punto 1 vieta i trasferimenti internazionali di atleti che non abbiano raggiunto i 18 anni. Sarebbero 10 i giocatori minorenni, fra i quali il talentuoso coreano Lee Seung Woo di 16 anni, acquistati dal club, che adesso va incontro a una sanzione di 370.000 euro e a un blocco del mercato per due stagioni, coinvolgendo anche la Rfef, la federazione spagnola, che dovrà porre rimedio ai suoi sistemi di vigilanza e pagare un’ammenda di 410.000 euro.

La Compagnia dei Moralizzatori del Fatto Quotidiano (Link) non ha perso l’occasione per fustigare il malcostume che sta avvelenando la filiera blaugrana, un tempo specchio di tutte le virtù del mondo del pallone a cominciare proprio dai criteri di scelta e svezzamento dei giovani talenti. Allevati alla disciplina e alla cultura non solo dello sport a La Masia, in una villa settecentesca, i futuri campioni usufruiscono di percorsi di formazione personalizzati e crescono sotto la guida vigile ed esperta di pedagogisti e educatori che vietano loro fumo, alcol e tatuaggi e concedono l’uso del cellulare ma con moderazione.

Se gli inquirenti dovessero appurare che il mercato nero dei calciatori minorenni è una realtà, sarebbe un fatto grave, perché il Barcellona scambierebbe la sua immagine di società esemplare con quella immonda e volgare di trafficante senza scrupoli di ragazzini, dopo aver fatto avverare la favola Messi. Usiamo il condizionale perché, a differenza di Andrea Tundo, doverosamente riportiamo quanto affermato dal portavoce del club catalano, che ha precisato che entro i 90 giorni previsti saranno fornite alla FIFA le spiegazioni del caso e che in base alla sanzione non potranno essere effettuati acquisti, ma si potrà operare sulle vendite dei giocatori acquisiti.

Vendere senza poter comprare sarà anche il diktat dell’Inter almeno per la prossima stagione. “Secondo il Corriere della Sera, l'Inter (il centro allenamenti di Appiano Gentile, la sede sociale, i diritti tv e i contratti di sponsorizzazione) finirà in pegno come garanzia del nuovo finanziamento da 250 milioni di euro in prestito per chiudere entro il termine del 27 aprile le pendenze della vecchia gestione Moratti” (Link).

Tempi duri attendono il club. Thohir è già sbarcato a Milano dall’Indonesia per incontrare le banche creditrici eGoldman Sachs, la banca d'affari incaricata di studiare l'operazione di rifinanziamento del club. Sarà ancora una volta Unicredit a gestire l’operazione, dopo aver dato un contributo enorme, anche grazie all’interessamento dell’ex presidente della FIGC Carraro, al mantenimento in vita e in serie A di importanti club come la Lazio e la Roma. Goldman Sachs (Link) “ha strutturato un’operazione di finanziamento da 250 milioni di euro (“per sostituire le linee di credito esistenti presso Intesa San Paolo, Banca Popolare di Milano e Banco Popolare, esposte complessivamente col club nerazzurro per 210 milioni di euro”), tecnicamente una «secured transaction», che verrebbe erogato da Unicredit e poi sindacato sul mercato, ovvero rivenduto ad altre banche”, le quali a loro volta, qualora l’Inter, cioè il pegno, non venisse riscattato, si impadronirebbero della società. “Moratti aveva garantito personalmente Intesa Sanpaolo, Bpm e Banco Popolare nei 18 anni della sua gestione. Thohir, invece, per liberare Moratti darà in pegno il club e gli incassi futuri”. Lo stesso Moratti si era esposto con le banche per 80 dei 210 milioni di euro, senza nulla intascare dei 75 versati da Thohir, utili come aumento di capitale necessario a ripianare le perdite. Sotto il profilo finanziario, la situazione dell’Inter assomiglia di più a quella del Boavista che non a quella della Juventus, le due squadre penalizzate negli anni passati dalla calciopoli portoghese e italiana. Un’emorragia inarrestabile che lascia sgomenti sul prezzo salatissimo pagato da Moratti per conseguire quei successi tanto ambiti, sui quali non sarà mai possibile sgomberare le ombre della relazione di Palazzi e dei processi per i falsi in bilancio, accompagnati dagli echi del passaporto falso di Recoba e degli spionaggi illegali Telocom, nonché da un’ansia di acquisto che ha portato a militare nell’Inter alcune tra le meteore del calcio più clamorose di tutti i tempi.

Andrea Tundo si preoccupa della “macchia che resta sulle maglie blaugrana”, trasformando il Barça, prima dell’esercizio del diritto di difesa, da palazzo di vetro in vaso di Pandora per aver tradito i soci/tifosi e i ragazzi della cantera. All’uscita delle motivazioni della sentenza di secondo grado del processo di calciopoli, Paolo Ziliani (Link) ha proposto di invalidare i 7 campionati di calcio italiani di serie A giocati dal 1999 al 2006, malgrado non vinti tutti dalla Juve. Attendiamo con ansia di leggere il frutto dell’indignazione del Fatto Quotidiano per il declino toccato in sorte all’Inter, una delle più illustri società di calcio italiane e soprattutto per le responsabilità di ordine etico e economico del suo ex-presidente, Massimo Moratti.








 
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