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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di L. BASSO del 19/04/2014 08:02:16
Ladri di Sogni

 

Penso che nella vita non siano i "grandi sogni" a farla andare avanti. Da bambini tutti vogliamo diventare Presidente, vogliamo scoprire la cura per una malattia, vogliamo vincere un Oscar o la Coppa dei Campioni. Ma purtroppo solo pochi, pochissimi ci riescono. Tutti invece abbiamo, nella nostra everyday life, dei piccoli sogni, dei traguardi da raggiungere, delle mete a cui ambire. Prendere un otto in matematica, uscire con la ragazza del bar, superare quel dannato livello del videogioco, perdere cinque chili...
Sono piccoli obiettivi che tuttavia ci danno la carica giorno per giorno, sia che li riusciamo a raggiungere sia che ci sfuggano ogni volta di mano. Anzi, in quest'ultimo caso, spesso, ci incaponiamo ancora di più. Anche se la ragazza del bar è uscita a braccetto con quel fusto biondo e abbronzato modello surfista californiano. "Sì, ma tanto non è mica il tipo per lei" ci diciamo.
E andiamo avanti, perchè nel nostro piccolo siamo tutti un po' dei Don Quixote de La Mancha. Anzi, siamo più fortunati dell' Hidalgo immortalato da Cervantes, perché qualche volta i nostri sogni li raggiungiamo. Perchè finalmente rientriamo in quei pantaloni di due estati fa. Perchè prendiamo un ambo coi numeri del nonno.

Anche il calcio, e per chi scrive (e altrettanto per chi legge, immagino) anche in particolare la Juventus è fonte, origine e complice di questi piccoli sogni. Posto e appurato che da ragazzino, come molti, volevo indossare "quella" maglia numero 10 e che per motivazioni di carta d'identità dubito che ne avrò mai più l'occasione, immagino che a mettere in fila tutti i miei, tutti i "nostri" sogni in bianconero, ci sarebbe da scrivere un libro spesso così.
Chi abita in una città tradizionalmente antijuventina e spera di vincere la partita contro la squadra del posto per godersi il rosicamento del bar e dei colleghi.
Chi ha fatto la squadra al Fantacalcio con 3/4 o più di juventini e ogni settimana gioisce il doppio per un goal di Tevez o Llorente.
Chi dopo una settimana di rotture col capufficio, con i vicini e con la moglie, trova in quell'urlo che ha poco di umano al goal di Pogba la catarsi di tutte le sue miserie umane, sia pure per poco.
Chi sogna di farsi comprare da papà la maglietta di Pirlo o di Tevez o di Chiellini. E chi dall'altra parte sogna -in fondo- di sentirsela chiedere dal proprio bimbo, col terrore che invece gli chieda quella di Zanetti. O quella di Gigi D'alessio, peggio ancora.
Chi ha sempre sognato di vedere il Presidente di un'altra squadra sbronzo marcio dopo un party dire ai giornalisti di cinqunta testate giornalistiche mondiali che "Calshopoli è shtata -hic- tutta una truffa perchè she no -hic- non vinshevamo mai un cassho" e poi rimettere anche l'anima sui taccuini.
Chi sogna di festeggiare lo scudetto in piazza, e magari con l'occasione di incontrare quell'amica-tifosa che abita molto lontano. E chissà, magari, nel clima della festa, mentre passa il pullman scoperto con la squadra, di darle un bacio.

Bene. Purtroppo, amici, l'altro giorno tutti questi sogni ce li hanno rubati. No, peggio. Ci hanno rubato la voglia di sognarli. Perché -parlo per me ma credo di interpretare il pensiero di molti- nessuno di noi vuole più spendere anche solo un euro per regalare la maglia ufficiale a suo figlio.
E immagino che, quando la domenica l'Apache segnerà un goal che ci avvicinerà ancora di più alla vittoria dello scudetto, nel proprio cuore gioiremo tutti. Ma un po' di meno. Sommessamente.
Credo che, se da un lato la voglia di sfiorare le labbra di quell'amica lontana resti immutata, dall'altro penso che il nostro amico non abbia più la volontà di partecipare a quella grande festa in centro. Anche perché sa che non festeggerebbe il trentaduesimo scudetto, ma il trentesimo. Con tanto di magico riapparire delle tre stelle sulla maglia.
E visto che siamo nel periodo pasquale, penso che nulla illustri meglio questo sentimento che un verso tratto da Jesus Christ Superstar: "The end...is just a little harder, when brought about by friends..."

Grazie, Andrea.









 
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