Su quel «Bisogna fare qualcosa» sono venuti alla mente le parole che Dino Zoff pronunciò quando era sulla panchina viola: «vengono cattivi pensieri». Eravamo alla vigilia di calciopoli, fu quel campionato, il 2004/05, ad essere indagato, e forse proprio per questo è riecheggiato quel ricordo. Se senti il presidente del CONI che dichiara: «Quello che sta finendo non è stato un bel campionato, anche se la Juve è stata mostruosa, la Roma fantastica. Però da troppi mesi tutto è bloccato su queste posizioni, in un campionato livellato verso il basso, come mostra anche l'andamento nelle coppe europee. Certo vanno fatti i complimenti alla Juve e un in bocca al lupo per la conquista dell'Europa League, la Roma è stata ottima, ma con quei numeri doveva vincere il campionato. Bisogna fare qualcosa». Non ci si può non preoccupare se dallo stesso organo istituzionale da cui dovrebbero essere garantite e sovraintese regolarità, correttezza e fair play vengono queste prese di posizione totalmente tifose. Quasi che il capo di tutto lo sport italiano stesse a fare due chiacchiere al bar e non interloquendo da una posizione che vorremmo fosse super partes.
Le parole di Malagò si inseriscono in un clima purtroppo già vissuto in un passato neanche troppo lontano, creato e alimentato da tutto un ambiente che ha potuto contare sulla leva di molti media locali e nazionali, e che ha goduto di numerose sponde politiche. Anche più di un eletto dal popolo ha anteposto gli stupidi sentimenti del proprio tifo al senso di responsabilità esigibile da chi pure dovrebbe avere cose "più serie" di cui occuparsi.
A questo gioco antisportivo al massacro di chi precede in classifica non ha resistito neppure l'allenatore della asRoma. Leggere che Garcia si aspetta «di non vedere un Sassuolo che tiene i migliori in panchina e ascoltare un allenatore che dice "Abbiamo perso solo 1-0, che bel risultato"» è una cosa al limite del ridicolo. Peccato, il tecnico giallorosso da qualche settimana ha cominciato a esibire il peggior repertorio di qualsiasi tifoso accecato dalla passione. Dovrebbe essere il primo a comprendere e possibilmente riconoscere i meriti dell'avversario, invece si sta trasformando partita dopo partita nel primo antisportivo della capitale. È evidente che l'ambiente lo ha contagiato, per questo forse la risposta per lui più comprensibile alle accuse che rivolge all'impegno delle avversarie della Juve andrebbe data in termini strettamente romaneschi: «Ahò, ma che stai a di'? Ma te sei scordato dell'impegno che contro de voi hanno messo Parma, Bologna, Fiorentina, Atalanta, Cagliari, ...? Pe' nun parlà de l'aiutini che v'hanno dato!».
Ma queste dichiarazioni pre-Milan (meglio sarebbe definirle "pre-Sassuolo") sono state precedute da quelle post-Fiorentina. Nelle interviste del Franchi infatti l'allenatore giallorosso ha mostrato qualcosa che abbiamo interpretato non come semplici dichiarazioni di circostanza. Garcia non si è limitato a un comprensibile «finché la matematica non lo esclude...», ma ha testualmente affermato ai microfoni «oggi i punti di distacco sono otto, ma forse tra una settimana saranno meno». Lungi da noi la dietrologia, però anche qui un «animo malevolo» si è ricordato di chi nel 2006 in analoga situazione dichiarava che qualcuno (Moggi) avrebbe dovuto «dare risposte nelle sedi opportune», mostrando di sapere quello che sarebbe poi accaduto.
Garcia sa qualcosa o parla tanto per parlare? Non per fare del complottismo, ma se mettiamo insieme le parole di Malagò e quelle del tecnico giallorosso, se vi aggiungiamo il resto (radio e politici romanisti) e in attesa di vedere come si comporteranno "quelli degli uccelli paduli", e per usare una metafora tanto cara a un vecchio tifoso dé 'a maggica, «pensar male» sarà anche peccato, ma spesso... Tuttavia preferiamo non indovinarci...