A poche ore dalla sfida che ha visto Mourinho consegnare alla storia il derby madrileno Real Atletico in finale di CL 2014 con una disfatta, quella del Chelsea, altrettanto cocente seppur meno epica di quella di Guardiola al Bayern, in virtù della decadenza del tiki taka, Moratti era stato pizzicato dalla Gazzetta dello Sport all’uscita dell’assemblea dei soci dell’Inter. In preda alla nostalgia (
Link), aveva dato il la al coro dei tifosi nerazzurri, che consci da molti mesi di un’ennesima stagione a zeru tituli, si erano scatenati nelle interviste del prepartita di SKY e nel web a fare da supporters al Chelsea, con risultati assai prossimi agli effetti di un gufaggio e rinnegando il passato interista di Simeone, reo di aver dato una mano alla Lazio nel fatidico 5 Maggio. Moratti approfittava dell’occasione per invitare Mourinho ad ottobre ai festeggiamenti per il Triplete. Avete capito bene, parola di Massimo: "
Vogliamo organizzare a ottobre una partita per tutti quelli che lo hanno conquistato, perché al tempo non eravamo riusciti a festeggiare abbastanza".
Mentre però la Gazzetta rosa si profondeva in notizie sul Moratti-pensiero, ci pensava Il Sole 24Ore (
Link) a chiarire gli aspetti di “
un normale passaggio di proprietà dove a fronte di una persona che garantiva tutto, adesso ci sono delle società, la stessa Inter garantisce".
Grazie a Marco Bellinazzo si capisce finalmente il perché del dover buttare fumo negli occhi dei tifosi rivangando un passato di gloria (di cartone). Per il giornalista “
La sensazione è che il club nerazzurro, mai come prima in passato, sia seduto davanti alla propria Storia e dovrà trovare da solo la forza di rialzarsi e rimettersi a correre. Pena il fallimento”. Come già vi avevamo documentato (
Link), entro la fine di aprile l’Inter avrebbe dovuto trovare 250 milioni di euro per far fronte agli impegni assunti con diverse banche (Intesa San Paolo, Banca Popolare di Milano e Banco Popolare) ed evitare il fallimento. Il centro allenamenti di Appiano Gentile, la sede sociale, i diritti tv e i contratti di sponsorizzazione sarebbero finiti in pegno a garanzia della somma che avrebbe dovuto mettere a disposizione, secondo il Corriere della Sera, Unicredit. La sostituzione delle garanzie di Moratti (80 milioni) e la chiusura dei vecchi debiti farebbe parte dell’accordo relativo alla cessione del 70% dell’Inter ratificata a novembre, oltre alla ricapitalizzazione già versata da Thohir per 75 milioni.
Per Bellinazzo, al fine di far fronte all’indebitamento, l’Inter del magnate indonesiano sarà scissa in due nuovi soggetti societari, aventi l’una, denominata provvisoriamente “
MediaCo.”, come appannaggio i diritti tv e le sponsorizzazioni (incluso quello appena firmato con Infront Italy) e l’altra le attività di merchandising, le Accademie, l’organizzazione degli eventi e il ticketing di San Siro. Non è noto come i beni patrimoniali dell’Inter, gli immobili e i contratti dei calciatori (Appiano Gentile e sede sono iscritti a bilancio per un valore di 13 milioni e i diritti pluriennali dei giocatori per circa 144 milioni) verranno distribuiti tra le due entità, né quale delle due farà fronte ai debiti. Tuttavia sarà “
un pool di fondi di investimento e banche estere, le cui fila dovrebbero essere tirate da Goldman Sachs… a sostenere l’Inter con un piano di finanziamento di cinque anni”.
Numeri alla mano, al 30 giugno 2013 l’Inter aveva debiti totali per 432 milioni (a fronte di crediti per 145), con un incremento sfavorevole nei confronti dei fornitori (73 milioni dei quali 35 per commissioni verso gli agenti Fifa), ritenuto scoraggiante poiché sarebbe il segno di una crisi di liquidità e di rinegoziazioni al ribasso dei contratti. Persa la garanzia offerta in passato da Moratti, sarà l’Inter a garantire l’Inter, dal momento che il rifinanziamento, nella forma di una secured transaction, prevede che se il debitore non riesce ad onorare i debiti, i creditori possano rivalersi direttamente sulla società, entrandone in possesso.
A questo quadro si aggiungono le direttive del fair play finanziario, per le quali ogni squadra può spendere solo ciò che incassa, senza ricorrere ad aiuti illimitati dell’azionista ed è consentita una perdita massima aggregata di 45 milioni, pena la non iscrizione ai campionati, multe e una penalizzazione di punti fino all’esclusione dalle coppe.
Oltre alle tradizionali grandi europee, hanno superato l’esame Juventus, Milan, Napoli e Fiorentina. Bocciate Inter, PSG e Manchester City, come pure Roma, Chelsea e Liverpool, al momento non sanzionabili grazie alla scappatoia della "
clausola stipendi", che esclude dai costi i contratti con i giocatori precedenti al primo giugno 2010. PSG e Manchester City sarebbero all’opera per trattare un patteggiamento a base di una semplice multa salata (da aggiungere ai debiti) (
Link.
Giocare con i top players, i Cavani, gli Ibrahimovic, tenersi in panchina gli Special One,
non sempre paga, però costituisce un buon viatico per andarsi a giocare le competizioni fino alla fine.
Chi lo fa senza rispettare i parametri e le regole bara.
Siccome è difficile truffare a parametro zero,
la prossima volta, prima di dare del ladro a qualcuno, pensateci bene. Non è detto che a rubare sia la Juve.
