Dopo l’ennesima eliminazione, negli ultimi anni, nei quarti di finale delle Final Eight, sono state molte (troppe) le eccessive reazioni negative da parte dei tifosi bianconeri, soprattutto da parte di chi poco si preoccupa realmente di seguire le vicende dei giovani talenti juventini con una certa costanza.
In realtà c’è poco da preoccuparsi. C’è poco da essere pessimisti. E per spiegare il perché bisogna partire da lontano ed arrivare alla catastrofica e sciagurata gestione del trio Cobolli Gigli - Secco - Blanc.
Fino a tre anni fa (includo anche la prima stagione targata Marotta/Paratici, i quali avevano chiaramente bisogno di tempo per riorganizzare tutto), infatti, ci siamo ritrovati a non avere alcuna struttura (neanche) a livello giovanile!
Le varie squadre giovanili bianconere, dai più piccolini (Pulcini) alla Primavera (che ha salvato le apparenze esclusivamente grazie a qualche exploit nel “Viareggio”) erano di un livello estremamente basso; non esisteva una reale attività di scouting. E negli anni ne abbiamo chiaramente risentito.
Con l’arrivo del DS Paratici, il sistema è stato letteralmente rifondato da 0. Dalle Basi. Dai più piccoli.
E quindi? Davvero credevamo di poterne ammirare i risultati nell’immediato? Per quel che mi riguarda, mai ho avuto dubbi che per vedere i primi reali risultati in ottica “Prima Squadra” avremmo dovuto aspettare come minimo 5 o 6 anni. E’ una cosa ovvia, logica.
Fortunatamente, i risultati stanno cominciando a dare ragione alla nuova gestione. In che modo? Non tutti sanno che la Juventus ha una rosa Allievi Nazionali (i classe ’97) che è straordinaria. Guarda caso, comprende i primi baby acquisti dell’era Paratici/Marotta.
E ancora, subito dopo vengono i Giovanissimi Nazionali (la generazione dei ’99) che hanno demolito ogni avversario nel campionato di categoria (chiudendo il proprio girone da imbattuti) ed eliminando, proprio qualche giorno fa, l’Inter che fino a “ieri” la faceva da padrona nella categoria.
Questo è un lavoro strutturale, un progetto che necessita, per ovvie ragioni, ribadisco, di anni per vedere effettivamente i primi risultati (o crediamo che la famosa “Cantera” del Barcellona fu realizzata in un giorno, ad esempio?).
Ancora un’ultima cosa: non è un caso che i ragazzi della Primavera non abbiano fatto faville negli ultimi anni. Anzi, era una cosa abbastanza preventivabile. Ma non perché non ci siano ragazzi di talento (alcuni giocatori sono dei giovani di tutto rispetto, e nessuno mi toglie dalla testa che al di fuori dei confini italiani qualcuno avrebbe anche potuto fare le sue belle presenze tra i professionisti).
Semplicemente, mancando le basi (e qui si ritorna al discorso iniziale), mancando di giocatori di reale prospettiva, c’era la necessità di acquistare tanti nuovi giocatori ogni anno. Dovendo, tra l’altro, necessariamente pescare dall’estero (perché i giovani italiani, a 17/18 anni, quelli davvero bravi, è quasi impossibile prenderli). Incorrendo, quindi, inevitabilmente, in problemi di ambientamento dei nuovi (scarsa conoscenza della lingua italiana, del campionato, lontananza di familiari ed amici) ed in problemi di “squadra” per il fatto che i giocatori non si conoscessero (mentre solitamente i ragazzi delle formazioni Primavera vengono da circa 3 anni in cui giocano sempre insieme).
Molti dei giocatori acquistati per la Primavera in questi anni, pur non avendo fatto faville nell’inutile campionato Primavera, vedrete, emergeranno. Anche ad ottimi livelli.
In conclusione, è necessario avere fiducia e pazienza. Perché il futuro è dalla Nostra parte.
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