Prosegue l’abitudine al reimpiego interno di dirigenti, ex addetti alla sicurezza, ricollocati in varie aziende del “gruppo” o in qualche modo legate all’ambiente nerazzurro. Nei giorni scorsi Stefano Filucchi, dopo aver risolto consensualmente il legame decennale con l’Inter con «la benedizione di Massimo Moratti»- come scrive la Gazzetta dello Sport - approda alla corte di Giulini in terra sarda. Si occuperà di tenere i rapporti con la Lega, con la Federazione, con gli Enti locali e seguirà la squadra a partire dall’imminente ritiro.
Il nome di Stefano Filucchi non è nuovo nemmeno per l’ambiente bianconero, compare infatti all’interno del ricorso al TAR della Juventus, con questi due passaggi, quando si chiede ai giudici di accertare che è
“Vero che il Sig. Stefano Filucchi nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 fu dipendente o collaboratore della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a., in qualità di responsabile per la sicurezza”; e che “il Sig. Stefano Filucchi, quale responsabile per la sicurezza della Società controinteressata Football Club Internazionale Milano s.p.a. è «vero che il signor Filucchi nelle stagioni 2004-05 e 2005-06 ha percepito un compenso notevolmente superiore a quello nelle stagioni successive”. Cosa ci sia dietro questo richiamo all’interno del ricorso al Tar della Juventus in realtà non è stato mai chiarito,anche se Stefano Filucchi ripercorre la tradizione di dirigenti interisti che saltano con vari titoli all’interno delle istituzioni sportive, per poi proseguire la scalata nell’Inter o nelle società accostate ai Moratti.
Nelle stagioni 2004-2006, Filucchi ricopriva la carica di responsabile per la sicurezza e i rapporti istituzionali per l’Inter,
casualmente proprio nelle stagioni tirate in ballo per calciopoli. Ricordiamo che Filucchi nel 2003, grazie ai suoi trascorsi nella polizia di stato e nell’intelligence, è stato membro dell’Ufficio Indagini della Figc (collaborando con il procuratore Palazzi). Nel 2007 torna in Figc, dopo essere arrivato a ricoprire il ruolo di Direttore Generale dell’Inter alla morte di Facchetti, come coordinatore nazionale dei delegati alla sicurezza.
Quella zona d’ombra che si ripropone e che sembra legare, proprio negli anni dei dossier segreti e del calcio intercettato, dirigenti interisti alla Figc. Quel rincorrersi di ruoli, da Guido Rossi, membro del CdA dell’Inter, nominato Commissario Straordinario della Figc durante lo scandalo, che finisce per regalare lo scudetto a tavolino alla sua squadra del cuore per poi, una volta conclusasi la sua avventura in seno alla Federazione, andare a ricoprire ruoli importanti all’interno della Telecom. Lo stesso Filucchi sembra legato a triplo mandato al mondo morattiano con vari ruoli all’interno delle azienda del gruppo; collabora con Palazzi (il procuratore che prima fa scattare la prescrizione e poi rende pubblica l’indagine che avrebbe messo in luce le magagne nerazzurre), per poi far carriera all’Inter, ed essere contestualmente nominato da Giancarlo Abete quale nuova figura prevista dal Protocollo d’intesa tra Ministero degli Interni per coordinare gli steward.
Un territorio insidioso, dalla trama ricca di intrecci, sul quale
nessuno vuole addentrarsi se non marginalmente e sul quale è legittimo porsi delle domande. Sorprende ancora una volta come i mai sazi giornalisti,
non abbiano il coraggio di indagare su questa fitta rete di rapporti, magari per verificare se trattasi solo di coincidenze.
Poche speranze nutriamo sul fatto che a fare luce sull’episodio sia la discussione del ricorso al TAR della Juventus. Pensate solo se protagonista di questa stessa “rete” fosse stato un esponente del mondo bianconero. Siamo sicuri che la stampa avrebbe evitato di sollevare qualche polverone chiedendo la testa del malcapitato juventino di turno?
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