Ovvio che il presidente della Lega Pro si invelenisse di rimbalzo alle parole durissime che il “giovin signore” di Torino (e della Juve) ha riservato all’ipotesi della candidatura di Tavecchio alla presidenza della FIGC (
Link). Andrea Agnelli ha detto che il futuro del nostro calcio è già qui e non può cominciare con un Carneade qualunque che per di più “ha un forte supporto di Carraro e quindi sappiamo che ha un forte supporto di un sistema che viene da lontano” (ancora non gli è venuto meno dopo le inopinate frasi su Opti Pobà).
Ma è davvero tutta colpa della Juventus se il calcio italiano versa in stato di coma? In settembre la nazionale azzurra riprenderà a giocare per le qualificazioni europee e non ci sarà fino a giorno 11 agosto né presidente, né allenatore.
I fatti dicono che nel 2003 due squadre italiane, Juventus e Milan, disputavano la finale di CL e una terza, l’Inter, approdava alle semifinali. Che nel 2006 la nazionale italiana era campione del mondo. Che Moggi, Giraudo e Bettega sono stati assolti perché il fatto non sussiste nel processo nato da calciopoli su un presunto doping amministrativo. Non è andata così per i dirigenti di Inter e Milan, Genoa, Sampdoria, Reggina e Udinese. I fatti dicono che il pm Nocerino affermasse che il reato di falso in bilancio, ancorché prescritto, è secondo solo all’illecito sportivo.
I fatti dicono che non se ne è mai trovato uno contro la Juventus e che ne hanno costruito uno “a tavolino”.
Sull’Inter di Thohir pesano i debiti di Moratti. Sull’Inter di Massimo pesa la vicenda del falso passaporto tratto da patente rubata alla motorizzazione di Latina con susseguente patteggiamento di tal Oriali, una relazione del procuratore federale Palazzi che riconosceva il rinvio a giudizio per illeciti sportivi, una serie di spionaggi illegali, prescrizioni multiple e assortite tra le quali una, fondamentale, che le ha permesso, per citare ancora il pm Nocerino, di iscriversi a un campionato che non avrebbe dovuto disputare per aver liftato il suo bilancio e che vinse nonostante arrivasse terza.
Siccome non siamo Auricchi, occorre ricordare che il IV governo Berlusconi è stato il responsabile del decreto splamadebiti del calcio, del quale la Juve non si è mai avvalsa. E la Infront, di recente responsabile della ridistribuzione dei diritti televisivi, che si dice abbiano fatto perdere una cifra considerevole ai club italiani a vantaggio di Mediaset.
Nel frattempo la Roma, oltre ad ottenere a campionato in corso aggiustamenti dei regolamenti riguardo al numero di extracomunitari che vestivano la casacca giallorossa nella stagione dell’ultimo scudetto, vanta un passato dove emergono strane vicende di fidejussioni false. Carraro, l’uomo che oggi supporterebbe Tavecchio, se ne lavò le mani come dirigente sportivo, non è dato sapere se lo fece anche come dirigente bancario. La Lazio rilevata da Lotito per 26 milioni di euro nel 2004 dal canto suo era in bancarotta per le imprese di Sergio Cragnotti come il Parma per quelle di Tanzi, che non hanno fatto male solo al calcio, ma anche alla bellezza di 38mila risparmiatori.
Il presidente del Genoa Preziosi ha patteggiato ben due volte per evitare la radiazione sportiva, sia per l'equivoca vicenda della combine del match Genoa e Venezia del 2005 e sia per l'implicazione nel precedente fallimento del Como calcio. Dal Cin, all’epoca amministratore unico del Venezia, è stato con Gazzoni Frascara tra i massimi accusatori di Moggi e Giraudo, che sono stati gli unici ad essere stati radiati dal mondo del calcio, pur non avendo truccato né partite né bilanci, come sancito dalle sentenze dei tribunali di Napoli e Torino.
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