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Farsopoli di G. FIORITO del 30/07/2014 08:20:35
Narducci. Il pm di calciopoli alla sbarra?

 

Nelle sentenze del processo di Napoli si descrive Luciano Moggi e con lui anche quel Mazzini che all’epoca dei fatti era vicepresidente della FIGC, come un individuo che ama esasperare i toni e millantare un potere che non ha. L’ex DG della Juventus, esattamente come sostengono molti dei suoi denigratori, dovrebbe piangere se stesso a causa del suo stesso male, che gli avrebbe procurato tanti nemici.

Questo ragionamento può andare bene forse al bar dello sport, dove i giudizi lasciano il tempo che trovano e sono al massimo fonte di maldicenza. Invece Luciano Moggi è stato giudicato, almeno fino a quando non sarà la Cassazione a dire l'ultima su una vicenda per molti versi surreale, colpevole di aver promosso un'associazione a delinquere finalizzata a una tentata frode sportiva.

Luciano Moggi è stato individuato da tutti come il destinatario di un diffuso sentimento popolare che lo ha sempre visto e dipinto come un boss. Oggi potrebbe essere Giuseppe Narducci, il suo grande accusatore, il pm del primo processo di Napoli, a ritrovarsi alla sbarra, perché indagato a Roma per abuso d’ufficio insieme al maresciallo Sergio Ziino, sotto inchiesta per falso ideologico (Link), per la vicenda della scomparsa di una delle prove principe del processo. Si tratta come sapete del video sui sorteggi truccati girato il 13 maggio 2005 a Coverciano, sparito dal fascicolo delle prove e sostituito con una sequenza errata di fotogrammi al fine, secondo i legali di Moggi e altri imputati, di costruire un’accusa per molti versi impossibile da sostenere.

Scrive Rocca: “Più volte la difesa degli imputati ha richiesto questo video, e più volte il tribunale ha risposto di non esserne in possesso. Il 31 ottobre si terrà l’udienza sulla richiesta d’archiviazione avanzata dal pm per Narducci e Ziino” . Ma questa non è che una delle tante incongruenze delle indagini e dei processi, che più volte hanno fatto supporre il tentativo di costruire a tavolino le prove che mancavano.
Il sorteggio truccato rivestiva una grande importanza nell’ambito del teorema accusatorio, in quanto costituiva l’anello di congiunzione tra Moggi, i designatori e gli arbitri e il modus operandi attraverso il quale si reggeva l’accusa di truccare le partite e di conseguenza il campionato.

Il campionato 2004/2005 non è stato truccato secondo la sentenza sportiva e la sentenza di Napoli e di arbitri che siano stati riconosciuti effettivamente al servizio della cupola ne sono rimasti assai pochi: 3 o 4, dei quali uno prescritto e l’altro, Dattilo, la cui accusa si basa su quelle che non esitiamo a definire frottole. Inoltre Dondarini ha denunciato Narducci, all'uscita del suo libro "Calciopoli, la vera storia" (Link), per avervi scritto che in primo grado era stato condannato per ben 6 frodi sportive piuttosto che per 2.

Tuttavia la condanna è calata come una mannaia sia su Moggi che su Giraudo, su Mazzini e i designatori. Nonostante un gran numero di episodi legati all’attività dei carabinieri del nucleo di via In Selci di Roma, lo stesso che operò nel caso di Enzo Tortora, e dei pm di Napoli siano sembrati degni di entrare di diritto nel catalogo delle celeberrime barzellette (Link).

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