La Juventus FC Spa ha annunciato il rinnovo della sponsorizzazione con Fiat Group, le parti «
hanno prolungato il contratto di sponsorizzazione della maglia da gioco della Juventus fino al 30 giugno 2021. Fiat Group Automobiles continuerà ad essere l’unico sponsor di maglia della Juventus per tutte le competizioni, a fronte di un corrispettivo annuo, a partire dalla stagione 2015/2016, di 17 milioni di euro, oltre alla fornitura di vetture del Gruppo Fiat a fini promozionali e premi variabili determinati in funzione dei risultati sportivi raggiunti da Juventus nelle competizioni nazionali ed internazionali».
Francesco Calvo, responsabile delle entrare della Juventus, ha affermato: «
Noi vogliamo essere un brand sempre più globale». Eppure quella sponsorizzazione è stata stipulata sulla base di cifre che sono proprie di un partnership di portata solo “regionale” del globo. Potrebbe venire il sospetto che sulle maglie sia stato messo quel marchio per non metterne un altro. Allo stesso tempo c'è da chiedersi: se Jeep avesse dovuto pagare un sponsorizzazione su un'altra maglia dal «
brand globale», quanto avrebbe sborsato?
Subito i commenti tra i tifosi juventini si sono concentrati su due elementi, la
durata della rinnovata partnership e il
corrispettivo che incasserà la società bianconera. Pur consapevoli, come il molti altri tifosi, che il panorama italiano è differente da altri contesti europei, svolgiamo anche noi qualche considerazione da tifosi.
La durata della sponsorizzazione Jeep è lunga e
alla scadenza si rischia di avere una forbice ancora più ampia con la concorrenza europea. Il corrispettivo attuale fra sei anni sarà più risibile e probabilmente inferiore anche a quello che percepiranno altre squadre italiane. Comprereste tra sei anni uno smartphone già adesso sul mercato pagandolo il prezzo di oggi? Credo di no. La sponsorizzazione del MU, da molti presa a errato metro di paragone, oggi può sembrare fuori mercato, ma tra sette anni è probabile che sia allineata alle altre dei top club continentali, con la differenza non da poco che in questi primi anni la squadra inglese incasserà molto di più (vale a dire, in termini di lucro: vantaggio competitivo=potenza di fuco sul mercato).
C'è un altro aspetto che dovrebbe balzare agli occhi,
le due principali sponsorizzazioni della Juve, Adidas e Jeep, scadranno entrambe alla fine della stagione 2020/21. Se a quella data la Juventus potrà vantare risultati sportivi e visibilità, allora riuscirà a spuntare sponsorizzazioni migliori, altrimenti non osiamo immaginare il bagno di sangue finanziario a cui assisteremo. Sarebbe stato forse più oculato sfalsare le scadenze dei rapporti con i due principali partner commerciali.
In più, è risaputo che uno degli elementi che rendono aggiornata una maglia di calcio è proprio lo sponsor su petto.
Nella psicologia del tifoso poter esibire l'ultima casacca ufficiale, quella con il nuovo sponsor,
rappresenta una rinnovata dichiarazione d'amore per la squadra del cuore. Non è azzardato immaginare che la stessa Adidas potrebbe mostrare qualche perplessità su una sponsorizzazione così lunga. Ma su questo aspetto non è difficile prevedere che il marchio dei macchinoni possa essere sostituito tra due o tre anni da uno degli altri marchi di proprietà di Fiat Group Automobiles e comunque starà alla casa di abbigliamento tedesca "rinnovare" di anno in anno le divise, in modo da renderle sempre originali rispetto alla stagione precedente.
Ad oggi la rinnovata partnership con uno degli asset della Exor assomiglia tanto ad una fase di stallo che già abbiamo vissuto nel 2007 e nel 2012, ovvero una fase in cui il brand Juventus non sembra attrarre finanziatori esterni alla "galassia" familiare all'altezza del suo blasone (basti ricordare che nove anni fa la Tamoil firmò un contratto decennale del valore complessivo di 240 milioni di euro, pari a 24 milioni annui), per cui si rende necessario il finanziamento "casalingo"; e se questo poteva essere quasi normale nel 2007, primo anno di Serie A dopo lo scempio farsopolaro, i due contratti con Jeep del 2012 e del 2015, invece, lasciano molti più dubbi in merito, perché nel frattempo, a livello sportivo, il marchio ha recuperato parte consistente del suo appeal. O almeno avrebbe dovuto...
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