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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di L. BASSO del 04/08/2014 08:52:06
‘Sopire, Troncare...’

 

Capita che sei al lavoro, come molti. Ascolti la radio e il notiziario ti dipinge una piccola istantanea di mondo; anche per quanto riguarda il pianeta Papalla, ti arriva qualche aggiornamento: "la Juve e Iturbe sempre più vicini".
Poi spegni la radio, magari perchè, come nel mio caso, sei arrivato con l'auto dove dovevi arrivare.
Due ore nel microcosmo di un'assemblea di condominio, ad ascoltare gente che fa magari mestieri onorevolissimi come il panettiere o il meccanico, ma che pretendono di saperne cento volte più di te riguardo al tuo lavoro perchè "una volta a mio cuggino è successo questo e quest'altro".
Esci con le orecchie ancora piene di parole, di cui il 99% inutili, risali in macchina e riaccendi la radio.
Pensi di disinfettarti i padiglioni auricolari con qualche chitarra elettrica o qualche sintetizzatore degli anni '80, ma quello che senti, già di primo acchito, non ti piace.
Non capisci l'argomento, ma dai toni prima ancora che dalle parole comprendi che si sta parlando di qualcosa di importante e inatteso.
Poi, ascoltando gli "opinionisti" capisci che si sta parlando... delle dimissioni di Conte??
Non ci credi, accendi lo smartphone e la bacheca di Facebook ti ribalta addosso milioni di messaggi e post di tifosi in preda al panico, alla rabbia più nera o alla disperazione più cupa. E poi un video.
Quel video.

Com'è andata nei due giorni a seguire lo sappiamo tutti, compresa la ragazza da me avvistata mentre portava un cabaret di paste negli uffici di Corso Galfer.
Ma poi capita.Capita che il cervello cominci a mettere insieme i pezzi di un puzzle che sulle prime sembra incomprensibile.
Pezzi che da destra e da sinistra convergono al centro del tavolo unendosi in un grande disegno.
Ad esempio, ti chiedi come sia possibile che in poco più di ventiquattr'ore un allenatore al momento disoccupato venga contattato, accetti l'incarico, venga giù a Torino e firmi un contratto che nelle stesse ventiquattr'ore è stato concordato, buttato giù e stampato (io quando devo scrivere una comunicazione ad un avvocato ci metto un tre ore di mente fredda e poi la rileggo il giorno dopo, per intenderci, e parliamo di una paginetta, non di un contratto che avrà paragrafi e paragrafi solo per quanto riguarda obiettivi e benefits).
Sempre ad esempio, ti chiedi come abbia fatto Conte a svegliarsi una bella mattina, prendere una decisione così importante, e dopo un paio d'ore avere un videomessaggio già bell'e montato sul sito della Juventus.
Fino a che poi le mani trovano quel pezzo centrale del puzzle.
Un post trionfale sulla mia bacheca di Facebook mi annuncia che è finita la campagna abbonamenti della Juve.
E allora non puoi non essere tentato di fare 2+2.
E cioè che magari l'addio risale alla fine dello scorso campionato, quando arrivò l'annuncio della prosecuzione del rapporto senza rinnovo del contratto.
O, magari, che il matrimonio si è dissolto alla luce di un nuovo amore, di quella panchina azzurra lasciata libera da Prandelli dopo la Caporetto brasiliana.
Insomma, non è stata una cosa pensata e consumata in quel pomeriggio di questa estate così strana anche dal punto di vista metereologico.
Il "vero perchè" non lo sapremo forse mai, ma penso che tutti gli amici juventini concordino con me che quello non era sicuramente il vero "quando" del divorzio.

E, se a pensar male si fa peccato, ma è anche vero che tante volte ci si piglia, si è voluto aspettare la fine della campagna abbonamenti per dare quest'annuncio, ben sapendo quali sarebbero potute essere le sue ripercussioni.
Manzoni, che di queste cose se ne intendeva, mette in bocca ad un personaggio dei suoi "Promessi Sposi" il suggerimento di "Troncare, sopire..." e cioè spegnere, silenziare quelle iniziative o quelle notizie che potrebbero creare disagio o danno.

Inevitabilmente, come insegna giustamente il saggio proverbio dell'acqua calda e dell'acqua fredda, ora il tifoso Juventino ha paura di leggere da un momento all'altro la notizia della cessione di Vidal.
Anzi, i più pessimisti la attendono quasi con un senso di ineluttabilità e un desiderio di requie. Come quando sei al capezzale di una persona cara: il cuore ti dice di pregare per la guarigione, la mente ti suggerisce di sperare -anche e soprattutto per il malato- che il calvario sia breve.
Marotta si premura di tranquillizzare tutti, ma nelle sue dichiarazioni c'è sempre un "ma"... Vidal resterà con noi...a meno che non voglia andarsene!
E così restiamo qui appesi ad un filo: voci dicono che il cileno avrebbe già da tempo venduto la casa nel Torinese (ma magari ne ha trovata una migliore) una mia conoscente, sua vicina di casa, parla di una festa durata ore ed ore con musica a palla (embè? magari era il compleanno della moglie) fatto sta che si rimane qui, come il compianto Eli Wallach nel finale di "Il buono, il brutto e il cattivo": con il cappio al collo, in equilibrio precario sulla tomba di uno sconosciuto. E non sappiamo ancora se Clint Eastwood, con quel fucile laggiù, ci taglierà la fune come avviene nel film o, invece, non ci voglia tirare una palla nel cuore.
E soprattutto ci chiediamo: cosa stanno aspettando, stavolta, per dircelo?

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