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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di L. BASSO del 06/08/2014 08:07:10
Ahi ahi ahi Signor Tavecchio ...

 

Alzi la mano chi non ricorda la celebre gaffe di uno dei "gobbi" più famosi di sempre, il vecchio caro Mike Bongiorno.
Per chi, forse a causa di un tic nervoso, avesse alzato la mano, ricordiamo cosa si racconta da anni: il celebre presentatore, alla risposta errata della campionessa ad una domanda di ornitologia, avrebbe esclamato "Ahi ahi ahi Signora Longari, lei mi è caduta proprio sull'uccello!"
Avrebbe perchè il condizionale, in questo caso, è più che doveroso: di questa "uscita infelice" non c'è traccia negli archivi (anche perchè la signora si presentava come esperta di storia dell'Impero Romano) anche se qualche testimonianza "di corridoio" dice che sarebbe stata una battuta preparata dallo stesso Mike per un'altra concorrente, se poi effettivamente fatta o meno non è dato saperlo.
Fatto sta che, vera o non vera, questa gaffe si è consegnata alla storia del nostro stupendo paese, anche se non può nè togliere nè aggiungere nulla alla sfolgorante carriera di un grande uomo di spettacolo.

Già, uomo di spettacolo... ma se anche andiamo nel mondo della politica i protagonisti non se la passano meglio: è di oggi l'infelice uscita di uno dei "monumenti" della politica italiana, che lamentandosi della (troppa, a suo dire) presenza televisiva dell'attuale Presidente del Consiglio, sbotta che "quand'ero ragazzino, nemmeno Mussolini lo vedevo così tanto". Che dire... in fondo ha ragione. Già, perchè la prima "vera" trasmissione televisiva in Italia risale all'11 settembre 1949, quando cioè il "duce" era già morto e sepolto da quattro anni. Ecco una buona ragione per cui non avesse avuto tanta copertura televisiva!

Invece sul pianeta Papalla... beh... chi non ricorda "Mai dire Goal" e le perle di saggezza del compianto Vujadin Boskov, ma anche di tantissimi altri calciatori, allenatori e dirigenti?
Il tecnico serbo è quello che ha partorito gli immortali "rigore è quando arbitro fischia" e "chi non tira in porta non segna", ma anche decine di altre affermazioni al limite -e oltre- del lapalissiano.
Ma anche un'uscita infelice nei confronti di un calciatore; ebbe infatti a dire "Se io slego mio cane lui gioca meglio di Perdomo (calciatore in forza al Genoa)". Ripreso per questa sua dichiarazione, mise la classica toppa peggio del buco: "Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane". Ma al tecnico di Begec, alla fine, si perdonava tutto. Era così, naif, guascone e zingaro insieme, capace di fregarsene di tutto e di tutti, tra i pochi a ricordare che quello del calcio è, per definizione, un gioco.

Da qualche tempo, invece, giornali e Tg sono pieni di pareri, analisi, ed esegesi della battuta del Presidente in pectore della FIGC riguardo a Optì Pobà (non solo io vedo una sospetta assonanza col nome del nostro gioiellino, infatti i nostri cugini d'Oltralpe si sono arrabbiati assai) che non dovrebbe venire a giocare in Italia ma stare al suo paese a mangiare banane, se non vogliamo far ancora scadere di livello il calcio nostrano.
Accantonando per un attimo la questione se la battuta sia o no razzista (e lo è) mi viene un attimo da pensare: come mai lo stereotipato mangiatore di frutta esotica immaginato da Tavecchio non si chiama, ad esempio, Bonito Palazzo o Halep Cianetti, ma queste sono sicuramente sottigliezze di una mente ottenebrata dal rancore e dalla dietrologia, per cui lasciamo stare e concentriamoci invece sulla valenza razzista della frase.
Diamo per scontato, come stanno dicendo molti dei suoi estimatori e supporters, che la frase non sia razzista (no, lo è) e andiamo alla prima di campionato. Il solito imbecille dalla curva dello stadio del Tiziocaio football club lancia una banana a Pinco Pallino, giocatore di colore della squadra avversaria.
A questo punto, quale giudice -sportivo o no- potrebbe, in serenità d'animo, disporre un Daspo o una squalifica della curva o anche solo un'ammenda per il gesto meschino, ancor prima che razzista?

Voglio dire: il Presidente della Federazione parla di mangiatori di banane ma non è razzista, quindi nemmeno io che le banane le tiro ai giocatori lo sono. Anzi, per un gesto di carità cristiana "dò da mangiare agli affamati" o meglio ancora: aiuto l'atleta (ancorchè avversario, quale fulgido esempio di sportività!) a scongiurare un calo di potassio che potrebbe causargli dei crampi.
Vero è che poi in Italia il delitto spesso è o meno tale a seconda di chi compie il gesto: ricordiamo infatti che il famoso coro che prevede conseguenze macabre se i tifosi si mettono a saltellare esiste da vent'anni (non con questo che ne faccia un vanto) ma che solamente in occasione dell'accostamento a un giocatore e soprattutto dell'intonazione del suddetto coretto da parte di una curva si è provveduto a punire "il coro razzista".

E' di qualche giorno fa lo sfogo del Presidente in pectore, stufo di essere criticato per quella che lui (e pochi altri, ma quelli che purtroppo "contano") continua a ritenere solo una battuta simpatica: è stufo di essere fatto oggetto di critiche da giorni e giorni. "Nemmeno l'assassino di J.F.Kennedy ha subito quello che sto subendo io da giorni e giorni".
Ehm... come dire... Dottor Tavecchio: le posso assicurare che anche lei, in fondo, ha ragione. Lee Harwey Oswald non è stato caricato di miserie per una settimana per il suo folle gesto omicida. Infatti è stato ucciso da un altro esaltato due giorni dopo il delitto di Dallas, durante un trasferimento.
EPIC FAIL, si direbbe nell'epoca di Internet. Ma io che ho qualche annetto in più, mi permetto di rubare la battuta al grande Mike: "Ahi ahi ahi Signor Tavecchio, mi è cascato proprio su 'sta banana..."


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