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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di E. LOFFREDO del 12/08/2014 10:40:52
The day after Tavecchio

 

Proprio ieri scrivevamo «È evidente infatti che dalle urne non uscirà vincitore o perdente Carlo Tavecchio, ma sarà stabilito quale dei due blocchi della Serie A vincerà e quale no. E poi ci sarà una prevedibile resa dei conti, che magari non sarà immediata, che magari sarà strisciante per tutto il periodo del mandato, ma di sicuro quella resa dei conti ci sarà». Neanche il tempo di arrivare alla terza votazione, quando già si aveva la certezza dell'esito finale, che sono cominciate le scaramucce. I primi atti di un bullismo federale a cui la Juventus e Andrea Agnelli dovranno abituarsi.

Ha cominciato Enrico Preziosi il quale per schernire il presidente bianconero confidava (in modo volutamente molto discreto...) che «Agnelli ci ha chiesto in ginocchio un posto in consiglio federale», cosa alla quale il presidente bianconero ha reagito con molto fastidio chiedendo e intimando al proprietario del Genoa «Perché parli di me? Non permetterti più di parlare di me».

Ma Andrea Agnelli ha dovuto incassare anche l'ironia di Aurelio De Laurentiis, il quale faceva notare che «Semmai è Agnelli che litiga con tutti. Mi sembra che siano un po’ nervosi», e anche le pantomime di Claudio Lotito che a beneficio dei media presenti «Diglielo Andre’ che non abbiamo litigato». Lo stesso Lotito con il quale come dimostrano alcuni scatti fotografici c'era stato un acceso diverbio qualche minuto prima (il presidente della Lazio pare stia già passando per un primo incasso: la presidenza del Club Italia...). A questa sorta di giogo da Forche Caudine non si è voluto sottrarre l'ormai ex presidente federale Giancarlo Abete che anzi ne ha approfittato per prendersi una piccola rivincita dialettica, «chi dice che una persona è inadeguata forse lo è lui davvero inadeguato. Si candidi, certa gente, invece di sputare veleno».

Tavecchio ha esordito dicendo che sarà «il presidente di tutti, soprattutto di quelli che hanno espresso il loro dissenso». Sì, temiamo che come i suoi accoliti vorrà far capire bene chi è che comanda adesso (ma anche prima) nel calcio italiano.

Una cosa è chiara dalle reazioni di rivalsa successive alla nomina del nuovo presidente federale: i dissidenti erano otto/nove, gli attacchi post elettorali sono stati riservati solo ed esclusivamente alla Juventus e al suo presidente. Mala tempora currunt per i colori bianconeri. Ma questo è anche il risultato di una linea politica che si è rivelata sbagliata e della quale ci occuperemo in un'altra occasione.

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