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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di G. FIORITO del 14/08/2014 07:54:20
FIGC_Cronache di figuracce annunciate

 

Non ci voleva la sfera di vetro per capire in anticipo che Tavecchio sarebbe stato eletto alla presidenza della Federazione Italiana Giuoco Calcio e che immediatamente sarebbero arrivate le prime reazioni sconcertate. "Tavecchio rappresenterà il calcio italiano. Che vergogna". Patrick Vieira, ex Juve, Inter e Milan, getta addosso la croce dell’accusa di razzismo a tutto lo stivale. Dello stesso avviso è Sunday Oliseh, ex Reggiana e Juventus: "E' un giorno triste per il calcio".

Il richiamo etico ai diritti civili brucia come una frustata, eppure sarebbe ancora poco. Qualcuno è arrivato a scrivere che non è bastata l’ondata mediatica ostile a scalfire il grumo di potere che ha riconfermato un uomo della vecchia guardia, con un’operazione gattopardesca di quelle che non bastano nemmeno a salvare la faccia. La guerra intestina c’è stata, però non ci saranno vincitori. A perdere sarà ancora il calcio. Dal 2006 a oggi, da quando lo tsunami di calciopoli si è abbattuto sul sistema del nostro pallone decimando le sue risorse, non abbiamo fatto che collezionare sconfitte pur partendo da una vittoria mondiale.

Dalla biografia nuda e cruda del nuovo presidente della FIGC (Link) apprendiamo che il ragionier Tavecchio, tifoso interista, ex politico DC di lungo corso, è stato anche consulente per il Ministero dell’Economia, che lo ha nominato esperto in materia, per le problematiche riferite al calcio dilettantistico e giovanile. In un momento in cui la rifondazione del calcio deve ripartire dal calcio giocato e perciò dai vivai, dovrebbe essere di conforto un dirigente che viene da anni di esperienza in seno alla LND (Lega Nazionale Dilettanti). Ma conviene se la sua estrazione culturale si riassume in mangia-banane, donne handicappate rispetto al maschio e, come ha affermato il presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri, progetti dedicati al calcio femminile intitolati “Spogliati e gioca”? Secondo Tavecchio in Inghilterra i suoi “mangia-banane” devono dimostrare il curriculum e il pedigree. Vieira e Oliseh gli obbiettano dall’Inghilterra che nei paesi civili, con un curriculum come il suo, lo avrebbero già tagliato fuori da qualsivoglia possibilità di accedere a cariche pubbliche.

Tuttavia il punto non è (solo) questo. Per chi ha seguito da calciopoli in poi le vicende del calcio italiano, non è una novità scoprire che se da un lato la FIGC gode di un potere domestico svincolato che esercita anche con la giustizia sportiva, dall’altro quello scandalo è servito a coprire tutte le altre magagne. Tra passaporti falsi (allora evidentemente i mangia-banane tiravano assai più) e bilanci truccati, un paio di anni fa venimmo a conoscenza di uno scandaletto denominato “Premiopoli” ben presto nascosto sotto la sabbia, che ci illuminò su come venivano gestiti in maniera clientelare i premi e le risorse per i giovani talenti calcistici e le società che li scoprivano (Link). In una fase di rinnovamento della vita politica italiana, dare aria al palazzo e cambiare tendaggi e lenzuola non sarebbe più urgente che ripulire, come sostiene Abete (Link), frettolosamente dall’esterno le vetrate che altri sarebbero intenti a sporcare? Tavecchio vanta cinque processi e altrettante condanne per falsità in titolo di credito continuata in concorso, evasione fiscale, ecc.

E’ il Fatto Quotidiano del 7 agosto (Link) a renderci noto che il nuovo presidente è ansioso di introdurre nel calcio italiano un po’ del sistema tedesco e che per farlo si ispirerà alle 900 pagine del progetto che 4 anni fa Roberto Baggio aveva presentato alla Federazione quando era stato scelto come responsabile per il settore tecnico, facendo richiesta di un finanziamento di 10 milioni di euro la cui bocciatura lo indusse a rinunciare all’incarico. Il problema è l’attribuzione dei fondi ai soliti noti?

Tavecchio è atteso nelle prossime ore al superamento del primo scoglio: la scelta dell’allenatore della nazionale. La sua permanenza alla guida della FIGC, che potrebbe protrarsi per ben due anni, forse sarà legata allo scioglimento di questo nodo. Più probabilmente al grado di precarietà degli equilibri definiti per la sua elezione. Ciascun tifoso ha oggi il dovere di conoscere qual è stata la posizione del presidente della sua squadra del cuore e di sapere se ha appoggiato o no, se sosterrà o no il candidato Tavecchio. L’alibi che la Juve ruba perché la sostiene il palazzo ormai fa ridere i polli.

Per coloro che invocano l’etica, riecheggia il ritornello di De André: “Anche se voi vi credete assolti siete comunque coinvolti”.

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