La risposta di Abete, che pur aveva giustificato e argomentato in merito all’infelice uscita di Tavecchio alla Uefa, non è stata considerata sufficiente, tanto che il massimo organismo europeo in campo sportivo, ha aperto un’inchiesta che potrebbe portare al deferimento di Tavecchio.
Vi immaginate il Presidente della FIGC deferito ad un mese della sua elezione per razzismo? Ricordiamo che uno dei punti principali della politica sportiva, esaltato dalla recente campagna elettorale, aveva come prerogativa proprio la ricostruzione di immagine del nostro calcio.
In Italia, al passo con la sua tradizione, la giustizia sportiva tace nonostante siano arrivati due esposti. Il procuratore Palazzi dorme, l’argomento spinoso non lo interessa. In questo caso preferisce vigilare aspettando di conoscere la decisione della Uefa. Un argomento che scotta in un momento particolare della Federazione dove le pressioni saranno tante e tali da non permettere passi falsi. Insomma, sappiamo quanto la giustizia sportiva sia sensibile ai giochi di potere e di quanta libertà goda, tanto da decidere chi e cosa affrontare quando e come lo preferisce. Proprio come in questo caso.
Chi guadagna da questa ennesima ed imbarazzante situazione? Danno di immagine incalcolabile, presidente sotto assedio con mani e piedi legati che non gli permettono di muoversi e lavorare liberamente perché controllato a vista ed atteso alla prossima sbavatura per essere messo alla porta. Serve veramente un presidente così al nostro calcio? E se non fosse per il prezzemolino Lotito ed il fido Galliani, probabilmente sarebbe già fuori dalla Figc.
A questo punto è lecito chiedersi: chi ha veramente in mano il potere in Federazione? La nostra pagina facebook
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