Negli anni post calciopoli, non mi era mai capitato di leggere sulla Gazzetta dello Sport un invito a giudicare un qualsiasi tesserato solo per i risultati. Soprattutto se questo tesserato era in qualche modo riconducibile alla Juventus.
Arriva da un firma che in realtà ha sempre riconosciuto a Conte dei meriti sulle vittorie degli ultimi tre anni in casa Juve, ma in un contesto diverso: il condottiero bianconero è oggi il nuovo CT della nazionale, un dettaglio non trascurabile.
Alberto Cerruti, nella rubrica Tempi supplementari del 26.08.2014, così risponde alle osservazioni di un lettore: Tra tanto scetticismo, mi fa piacere che non vi sia un accenno al discusso stipendio di Conte, perché il nuovo c.t. dovrà essere giudicato soltanto per i risultati, in rapporto al difficile momento del nostro calcio.
Non dimentichiamo che in un diverso contesto e con un'altra maglia, Antonio Conte non è stato giudicato soltanto per il suo lavoro: è stato messo alla gogna mediatica dalla stessa Gazzetta, che ha raccolto le confessioni di un pentito per farne il nuovo eroe antijuventino, magari capace di placare quella grinta del tecnico salentino troppo tesa a difendere lonore della Vecchia Signora.
Il nostro augurio è che non lo dimentichi nemmeno Conte, perché alla prima sconfitta, alla prima parola fuori posto, ritornerà ad essere lo juventino che non poteva non sapere, che guadagna troppo in un Paese in crisi, magari sarà nuovamente quello troppo arrogante per poter prestate la sua immagine alla FIGC. Quella cappa di protezione che oggi tutti, per necessità, hanno voluto erigere intorno a Conte, è così sottile che potrebbe essere spazzata via in un secondo.
I giudizi cambiano in fretta, soprattutto laddove la convenienza e la sponsorizzazione di una maglia troppo spesso condizionano l'informazione sportiva. Una tendenza che da calciopoli abbiamo imparato a riconoscere e da cui dobbiamo giornalmente difenderci.
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