In questi ultimi giorni non sarà sfuggito agli amici del forum il gran bailamme seguito alle rivelazioni di
Nelsinho Piquet dopo il suo “appiedamento” da parte della
Scuderia Renault. Se però qualcuno fosse casualmente ritornato in questi giorni da una vacanza su Marte, facciamo un breve riepilogo della storia…
Dopo alcune gare con risultati deludenti, la Scuderia Renault decide di “licenziare” il suo pilota Nelsinho Piquet, figlio d’arte del grande Nelson Piquet, e di sostituirlo con un altro driver.
Alcuni giorni dopo, il giovane brasiliano dà fuoco alle polveri con una dichiarazione di quelle destinate a lasciare il segno: «
La Renault mi ordinò di andare a sbattere nel GP di Singapore per favorire irregolarmente la vittoria di Alonso».
Per chi non masticasse di sport motoristici, questo è l’antefatto: GP di Singapore, brillante esperimento di GP in notturna; durante la gara, per un apparente errore, Nelsinho Piquet spiattella la sua macchina contro un muretto; a causa dell’intralcio creato in pista dalla macchina e dai rottami della stessa sparsi in pista, si rende necessario l’intervento della safety-car, che compatta le vetture superstiti in un lungo serpentone dietro di sé. Nella successiva roulette dei rifornimenti ai box, grazie ad una fortunata coincidenza (?) con l’incidente del compagno di squadra, la Renault di Alonso vola in testa e non sarà più ripresa fino alla bandiera a scacchi.
A mesi di distanza, la rivelazione di Piquet Jr. è come un terremoto. La Renault stessa, con una strategia machiavellica, avrebbe ordinato al giovane brasiliano di provocare l’incidente, coordinando lo stesso con le operazioni di rifornimento ai box del compagno di squadra, al fine di ottenere quel vantaggio che si sarebbe rivelato, alla fine, incolmabile.
In barba ad ogni principio di
lealtà sportiva, ma d’altro canto – come sappiamo bene – non c’è alcuna competizione dove questo antico e sacro principio non debba misurarsi quotidianamente con le ragioni della “furbizia”, la scuderia francese avrebbe giocato “sporco” per arrivare prima. Quelli che come me stanno doppiando la boa degli “anta” ricorderanno di sicuro un campione di indiscusso valore come Schumacher giocare all’autoscontro per difendere un mondiale perso, la doppia eliminazione a vicenda alla stessa curva di Suzuka tra Senna e Prost in due anni successivi, e indietro fino al ventolone della Brabham o alle scocche mobili della Lotus.
E così, al fine di evitare sanzioni peggiori alla Renault, ecco le “
dimissioni consigliate” del manager Briatore e di Symonds, rei – secondo il racconto di Nelsinho – di avere architettato questo piano diabolico. Inoltre, come si mormora da tempo, la cosa avrebbe definitivamente fatto mettere nella valigia di
Alonso spazzolino e dentifricio per partirsene presto alla volta di Maranello.
Ora il nostro forum non è, probabilmente, il più adatto a esporre opinioni, ad abbozzare indagini, a sparare sentenze. Io, personalmente, ho delle mie idee in merito alla vicenda, ma me le voglio tenere per me; se ho voluto portare in discussione questo fatto è per alcuni risvolti che, per così dire, lo avvicinano moltissimo alle vicende che si trovano dietro la nascita della nostra Associazione.
Nemmeno ai più distratti, infatti, sarà sfuggita una serie di
piccole analogie tra questo caso e i fatti della famigerata estate di
Calciopoli o, per noi amici del forum, di Farsopoli.
Un personaggio discusso, amato da molti ed odiato da altrettanti, un piano diabolico ed antisportivo per assicurarsi la vittoria, un emerito “pippone” che, una volta messo alla porta, accusa e punta il dito contro chi gli ha impedito, a suo giudizio, di essere Campione del Mondo solo per antipatia personale, un pilota di buona caratura che, coinvolto nello scandalo, saluta baracca e burattini. Aggiungiamoci anche che il manager-playboy, tanto imitato da Panariello, è
amico (orrore!) di
Moggi e Giraudo e la frittata è fatta.
Fino a qui, ciò che i giornali ci hanno dato per buono è scontato. Ma ecco la “bomba”, quella che, qualora fosse confermata, completerebbe il tutto, rendendo al 100% lo “
scandalo-Renault” la versione motoristica di Farsopoli. È di qualche giorno fa, infatti, la “boutade” di un importante sito di informazione sportiva, secondo cui la
Ferrari potrebbe richiedere l’assegnazione a tavolino allo sfortunato Felipe Massa del titolo Mondiale già perso in maniera così controversa: per i più labili in memoria, ricordiamo che il simpatico Felipe (a cui vanno comunque, da sportivo, i miei migliori auguri per una completa e pronta guarigione dopo il grave infortunio subìto) perse il titolo proprio mentre, tagliato il traguardo dell’ultima gara, stava già festeggiando; Hamilton, all’ultima curva, superò una Toyota in evidente difficoltà conquistando quel punticino sufficiente a ribaltare la bilancia della classifica.
Già all’epoca erano uscite, a bassa voce, accuse nemmeno troppo velate alla Toyota per una presunta “combine” ai danni di Maranello, poi rientrate.
Già, ma “che c’azzecca” allora il GP di Singapore? C’azzecca, c’azzecca...
Infatti, nella bagarre dei rifornimenti ai box, Felipe Massa ripartì con il tubo della benzina ancora attaccato alla macchina perdendo tempo prezioso e, conseguentemente, punti ancora più preziosi, mentre Hamilton volava all’inseguimento dello spagnolo.
La teoria della Ferrari, pertanto, sosterrebbe
l’irregolarità dei risultati ottenuti nel Gp di Singapore e, di conseguenza, lo stravolgimento a tavolino della classifica del Mondiale.
Per i più tardi, possiamo fare questo esempio calcistico: è vero che il Real Madrid ha perso lo scudetto contro il Manchester United (anche) a causa di una sciagurata sconfitta contro il Viserbella, ma tutto è dovuto ad un “biscotto” tra il Roccacannuccia ed il Poggibonsi che, con un pareggio di comodo a metà campionato, hanno costretto il Viserbella a giocare alla morte fino all’ultima giornata per salvarsi, invece che prendersela comoda. Cervellotico, nevvero?
Anche perché, come al solito,
manca la prova del nove: ammesso che Piquet si sia gettato apposta contro il muretto, chi ci assicura che la corsa avrebbe avuto sviluppi differenti? Non mi immagino i meccanici della Ferrari, in un normale Pit-stop, fare le cose con la calma ed ai ritmi del benzinaio all’angolo. O, magari, Hamilton avrebbe vinto a mani basse mentre Alonso gravitava ancora ai margini della zona-punti.
L’importante è – dal momento che la cosa è stata accettata dalla Fia –
richiedere un titolo a tavolino. E magari ottenerlo. E magari festeggiarlo come “il titolo dell’onestà”, con tanto di smoking bianco, vero?
Per carità, qualcuno che passasse da questo forum per caso mi darebbe sicuramente del visionario, a voler collegare il cosiddetto “affaire-Piquet” a Farsopoli, e forse troverebbe le mie opinioni un po’ “di parte”.
Non me ne vogliate. Voltairianamente, io ho sempre avuto il massimo rispetto per le opinioni di tutti, specie per quelle diverse dalle mie, e lotto perché ognuno abbia il diritto di esprimerle in un momento dove la libertà di informazione è più in pericolo che nelle celebri “dittature conclamate”.
Ma non posso dimenticare che le “
chiavi” di quel team sono in mano ad una persona che ha rivestito un
grosso ruolo in Farsopoli, arrivando a muoversi (l’ha detto Blatter, non io) per far ritirare
il ricorso al TAR della Juventus. Non posso dimenticare che, anche in questo caso, alcune “
intercettazioni” che avrebbero potuto alleggerire notevolmente la posizione dei manager Renault (Briatore che tira giù una sequela di sacramenti quando il brasiliano si spetascia contro il muro) siano state
sottovalutate, sottaciute, quasi nascoste. Non posso dimenticare che le Formula 1 spesso portano sulla carrozzeria
sponsor di importanti
compagnie telefoniche. E, infine, non posso nemmeno dimenticare quanto avvenuto fino a pochi mesi fa, con le minacce di un campionato “
alternativo” alla Formula 1, perché alcuni Team non volevano più giocare ad un gioco dove, per mille motivi, non erano più vincenti: o si cambiano le regole per farmi vincere di nuovo, o me ne vado.
E mi porto via il pallone, mi verrebbe da aggiungere.
Ripensando a questo, infatti, mi viene in mente una frase detta da un noto personaggio durante un’intervista, parlando della presunta “disaffezione” di un celebre presidente per il mondo del calcio: «
Non possiamo permettere a nessun costo che lasci il calcio, perché porta soldi».
Alcuni giorni dopo, entravamo nel buio tunnel di Farsopoli…
Commenta l'articolo sul nostro forum!