E’ inutile che lo neghiate. E’ successo a tutti.
Senza scomodare Marco Ferradini e la sua storica “Teorema”, prima o poi è capitato a chiunque di incontrare quella ragazza (o quel ragazzo, parlo al femminile per l’esperienza personale) per la quale avremmo fatto anche sorgere il sole a occidente e scoprire che a lei (o lui) non gliene può importare di meno delle nostre premure.
E allora? E allora reagiamo da animali feriti. Ci sentiamo traditi, anzi, traditi due volte, perché sappiamo che noi avremmo fatto qualsiasi cosa e tutto quel “qualsiasi cosa” è stato ignorato, calpestato, deriso. E giuriamo al mondo e a noi stessi che non la vogliamo più vedere nemmeno dipinta, le auguriamo diverse e innumerevoli sfighe, a partire dalla foratura di tutte e quattro le gomme fino ad arrivare all’alopecia areata.
Leopardianamente chiusi lassù in volontario esilio nella torre più alta promettiamo solennemente che più, mai più ci cascheremo.
Quand’ecco che, nel mentre di queste lamentazioni, suona il telefono.
E’ lei che ha bisogno di un compito, di un passaggio in macchina, o di che diamine ne so io.
Ed ecco che dal cielo non cade nessuna folgore, ecco che l’Arcangelo Gabriele non si mette a suonare la tromba per chiamare tutti all’Armageddon. Anzi.
Quella voce ci distoglie da tutti i nostri propositi. E quando andiamo all’appuntamento ci dimentichiamo che quella cascata di riccioli biondi è la stessa alla quale avevamo appena augurato di cadere a ciocche rade sul pavimento del tinello, lasciando una pelata che manco Mastro Lindo.
Perché dentro di noi sappiamo benissimo che nulla è cambiato, che ci ha fatto soffrire e che lo farà di nuovo. Ma come si usa dire: “il cuore ha delle ragioni che la ragione non comprende”.
In tutti questi anni sul forum, sui social network o nelle chiaccherate al Bar ne ho e ne abbiamo sentite di tutte. E se è vero, com’è vero, che la “nostra Juve” non può certo definirsi un’amante fedele, è logico aspettarsi che le varie ulcere che –chi più chi meno- portiamo con noi dal 2006 urlino quotidianamente vendetta.
A partire dalla vicenda Farsopoli fino all’azione contro GLMDJ, dalla presunta ignavia della nostra Dirigenza quando si tratta di “mostrare gli attributi”, fino alla vicenda ancora non pienamente chiara riguardo l’addio di Antonio Conte,
c’è stato almeno un momento in cui abbiamo detto: “Basta, da domani non la seguo più”. Gente che ha giurato di darsi al cricket o al curling, gente che ha gettato la vecchia sciarpa che portava ancora fin dai tempi del “Comunale”.
Alcuni addirittura che professano l'inizio di un tifo "contro" quei colori. Tanto peggio, tanto meglio.
Per carità, non dico di no. So per certo che qualcuno c’è riuscito davvero.
Ma parlando per me, e per milioni di Juventini… quando vedi quelle maglie sul prato, quando vedi che la palla si avvicina alla porta e ti vengono le palpitazioni… quando vedi Tevez che si mangia un goal fatto e lo ammazzeresti, ma poi sblocca la partita e lo faresti Papa… quando ridi, lotti, piangi, soffri, gioisci insieme a quegli undici in campo e non ti importa che su quel rettangolo verde, in quel momento, ci sia Platini o Pirlo, Padoin o Tavola, Poulsen o Pacione (oddio, su Pacione avrei qualcosa da dire… la notte mi sogno ancora quella partita con il Barcelona, chi ha qualche capello bianco sa di che cosa parlo…),
perché in campo c’è solo la JUVE, un’entità astratta che vive della carne, del sangue, del sudore e delle lacrime di quegli undici uomini laggiù, dei cinquantamila sugli spalti e dei milioni davanti alle televisioni o attaccati a una radiolina.
E quando la punizione calciata da quel “Bad boy” che a Torino ha saputo guadagnarsi i galloni del leader mette al sicuro il risultato, tutti ci sentiamo più leggeri… l’incubo dell’uomo che scappa all’ultimo minuto di recupero e infila il goal del pari penso che fosse nella mente di tutti, e più lo si cercava di cacciare e più lui tornava… ma l’urlo dell’Apache lo dissolve, e per un attimo (bugiardo chi lo nega) a tutti piace immaginare quell’uomo dal viso indurito dalle vicissitudini dei quartieri malfamati di Ciudadela, che solleva la Coppa dalle Grandi Orecchie.
Poi, certo, arriva il novantesimo. E da quel momento ci chiederemo di nuovo se mai arriverà Giustizia per farsopoli, se quelli che più dovrebbero tutelare la nostra Amata siano poi in realtà amici o nemici, se chi ci lascia sia in realtà una vittima o un traditore.
Ma solamente dopo il triplice fischio. Com’è giusto (penso personalmente) che sia.
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