Sull'addio di Conte alla Juve molto si è scritto sui vari media, quasi sempre a sproposito, e i vari motivi indicati rientrano per ora nella categoria delle leggende metropolitane. Così il presunto accordo già concluso con il Milan, bloccato dalla Juve, o lo stress patologico di Conte (talmente grave da portarlo ad accettare il ruolo di CT in una nazione di 60 milioni di selezionatori) o come, ancora, la presunta delusione per il mancato acquisto di Di Maria, finito poi al Manchester United per la modica somma di ottanta milioni circa.
Tutte cose messe in giro ad arte, probabilmente. Sulla prima, però c'è una interessante novità. Parlando alla vigilia di Milan-Juventus, Galliani si è lasciato scappare un “
Conte al Milan? Diciamo che un po’ di corteggiamento c’è stato”.
Andando un po' indietro a quei giorni di inizio estate, qualcosa non torna. Conte, come sappiamo, non è più allenatore della Juventus dal 15 luglio 2014, secondo giorno di ritiro. Da allora, avendo risolto consensualmente il contratto con i bianconeri, poteva liberare trattare il suo futuro, come in effetti ha fatto, diventando, il 14 agosto, Commissario tecnico della Nazionale italiana. Inzaghi, invece, è diventato ufficialmente tecnico del Milan il 9 giugno, cioè un mese abbondante prima dell'addio di Conte alla Juve.
Ricapitolando: quando Conte poteva essere contattato, il Milan aveva già un nuovo tecnico; prima del 9 giugno, invece, tanto non poteva essere fatto, avendo Conte ancora un anno di contratto con i bianconeri.
In sostanza Galliani ha riconosciuto candidamente un suo comportamento illecito, che, a rigor di logica, dovrebbe stimolare l'attivazione della Procura federale, sempre solerte (???) in questi casi.
Pensare che tanto avvenga d'ufficio è pura illusione, lo sappiamo. Tanto, però, potrebbe (anzi dovrebbe) avvenire
se qualcuno, legittimamente, si lamentasse pubblicamente di tale comportamento, palesemente scorretto, posto in essere da un rivale, non solo sportivo, ma anche dal punto di vista politico. A meno che a Torino vi sia interesse a non farlo, per motivi che non conosciamo.
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