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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di E. LOFFREDO del 25/09/2014 08:18:50
Il conflitto di interessi di Lotito

 

La polemica sul ruolo di Lotito è destinata a rinfocolare. Finora si è fatto ironia e qualcuno ha mugugnato "solo" per l'eccessivo presenzialismo federale del presidente della Lazio, ma il vero nocciolo della questione si ritrova nelle parole di Marotta: «pericoloso accentrare un potere su una persona sola».

Lotito più che uno dei grandi elettori di Tavecchio e suo principale sponsor, dalla poltrona di consigliere alle riforme si sta rivelando un vero e proprio tutore del presidente federale, il quale è intervenuto precisando che il presidente laziale «incide secondo le sue competenze e prerogative. Le decisioni passano per il consiglio federale, c’è una gestione collegiale, le altre considerazioni sono di parte o interessate». Sulla stessa lunghezza d'onda Galliani: «Lotito è il dirigente sportivo italiano che lavora più di tutti. Non sta facendo i propri interessi, ma quelli della stragrande maggioranza dei club di A (ma non di tutti, ndr). Il calcio italiano è accusato di immobilismo, poi se uno cerca di fare le riforme viene visto con sospetto».

Sarà, ma proprio non riusciamo a credere alla nobiltà da filantropo applicata al calcio da parte di Lotito, e le riportate dichiarazioni di Tavechio e Galliani non fanno altro che confermare il sospetto che sono venuti leggendo il verbale sulle «Linee programmatiche di interesse della Lnpa, predisposto dal presidente Lotito, di concerto con il presidente Agnelli, sulla base delle indicazioni pervenute dalle società».

Proprio le cancellazioni apportate in quel verbale hanno innescato il confronto a distanza tra l'AD bianconero e Lotito. L'oggetto del contendere è rappresentato dall'alternatività o meno delle seconde squadre alla multiproprietà. Nel documento alla tematica "Nuova politica di sviluppo dei settori giovanili" c'è il seguente punto: «Revisione della normativa sulla multiproprietà dei club per favorire lo sviluppo delle “seconde società” (qui la proposta innovativa potrebbe essere quella di autorizzare la proprietà di più club professionistici da parte di uno stesso soggetto, ma consentendo altresì il passaggio di calciatori tra le due società in corso di stagione, ovviamente entro certi limiti come nel modello spagnolo). In alternativa, o in combinazione, si potrebbe prevedere l’inserimento delle “squadre satelliti” dei club di Serie A in Serie D nelle categorie inferiori». Le due parti sbarrate sarebbero contestate dai club favorevoli alle seconde squadre e andrebbero in una direzione troppo favorevole alla multiproprietà (sparendo l'alternatività tra le due ipotesi la multiproprietà sarebbe salva).

Il verbale Lotito-Agnelli va letto nella sua interezza (lo faremo in un prossimo articolo), ma il nodo della multiproprietà evidenzia che in fondo le rassicurazioni di Tavecchio e Galliani lasciano il tempo che trovano. Lotito si trova in una situazione di evidente conflitto di interesse. Il presidente latinista è già nella condizione di “multiproprietario” (oltre alla Lazio possiede la Salernitana), è logico che difenda un suo interesse personale. È attendibile che quando ci si troverà a discutere, non trattandosi di proporre un modello futuro su cui tutti partono dalla stessa posizione, Lotito propenderà per scegliere in difesa della situazione nella quale già si trova. Anzi, cercherà di acquisire maggiori vantaggi rendendo più agevoli ed estesi nel tempo i movimenti di calciatori tra le squadre da lui presiedute.


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