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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di P. CICCONOFRI del 23/09/2009 14:13:29
Aspettative ed orgoglio Juventino

 

Alessandro Del Piero, il campione dei record, la bandiera, ma per qualcuno semplicemente un simbolo da criticare. Saranno le aspettative sempre crescenti che lo hanno accompagnato dagli esordi, saranno le conseguenze di calciopoli, di cui tutti paghiamo ancora lo scotto, fatto sta che il campione che più di altri viene messo in discussione rimane lui, oggi proprio come ieri.

Due facce di una stessa medaglia: chi di noi non si è sentito orgoglioso della standing ovation che ha accompagnato l’uscita di Alex dal Bernabeu la scorsa stagione? Chi di noi non lo ha mai criticato, per una mancata presa di posizione o semplicemente per una prestazione non alla sua altezza?

Abbiamo preso il “vizio” di spulciare ogni dichiarazione, di cogliere in un atteggiamento una certezza. Voglio, proprio per questo, riportarvi le risposte date dal nostro campione ad Hurrà Juventus, che nell’ultimo numero dedica ampio spazio ad una sua intervista.

Alla domanda “che cos’è l’inter?”, Alessandro Del Piero risponde «una squadra da battere»; se gli chiedi “e di Mourinho cosa pensi?”, risponde «bisogna dare il giusto peso alle cose che dice».

Viene un po’ da sorridere, perché in fondo in queste poche parole c’è racchiuso il succo di quello che spesso ci proponiamo, ma che non riusciamo mai a mettere in pratica: non dare all’avversario un’importanza maggiore di quella che in realtà merita e cerca.

Si prosegue parlando dell’inter e di scudetti. Del Piero chiarisce che non saranno cinque scudetti consecutivi, «ma quattro», a chi provocatoriamente definisce “impresa” l’eventuale conquista del campionato targato 2009-2010 da parte dei nerazzurri. Anzi, Alex rincara la dose, affermando che in fondo tutti questi proclami stimolano la «voglia di rovinare i loro progetti».

Questa consapevolezza arriva fuori termine massimo? Nel contesto di calciopoli, avrebbe sicuramente suscitato ben altre reazioni! Ma Alex sembra giustificare anche questo suo modo pacato di apparire: «Credo sia giusto parlare poco e bene. Se parli tanto rischi di diventare superficiale. Qualcosa ti scappa e trovi sempre uno che se la prende». Quella di parlare poco è quindi una scelta, anche se «in alcune situazioni avrei fatto bene a esternare di più quello che pensavo», ammette. Quali siano queste “situazioni” non viene specificato. È comunque bello credere che in queste parole ci sia anche quel giusto richiamo ad una sua presenza mancata nel momento di calciopoli.

Prosegue: «Tutto quello che ho ottenuto dal ‘98 a oggi – anche in questi ultimi 3 anni, come il nuovo record di gol con la Juventus o il titolo di capocannoniere di B e A – è stata la mia risposta, la mia grande rivincita personale». Gli ultimi tre anni vissuti come «rivincita costante, dal momento in cui ho accettato la serie B e ho deciso che il mio obiettivo era vincere di nuovo con questa squadra».

Tanto amore verso questa maglia e la voglia di tornare a primeggiare, per una rivincita, quasi a compensare in questo modo le difficoltà ed i momenti tristi passati negli anni post-calciopoli, esperienze «anche esaltanti per come le abbiamo vissute e superate» conclude Del Piero.

Non che abbia gradito la serie B: «avrei preferito che nulla di tutto ciò fosse accaduto, ma la B era quello che io, la Juventus e i miei compagni avevamo davanti. Era quello su cui dovevamo focalizzare per ripartire. È con questa idea che ho affrontato quell’anno e quelli che sono arrivati dopo. Con la consapevolezza dei miei mezzi e la voglia di rivincita. Con l’idea che vesto una maglia grande e per questa do tutto quello che ho, sia che giochi in finale di Champions sia che giochi in serie B o in un’amichevole».

Indirettamente, sembra voler precisare che davanti a quella che era l’unica strada possibile, ha preferito ripartire con la Juventus e per la Juventus, cercando di trovare «stimoli», anche da una situazione «negativa». Quel che conta è stato affrontare ogni passo con «trasporto», caratteristica in cui il campione si riconosce.

Con la Juventus di oggi può fare progetti, non vuole ancora pensare da ex, ma «calarsi nella realtà», così, alla domanda su quale sia il primo obiettivo che vorrebbe raggiungere, non esita e risponde: «Mi piacerebbe un’altra Champions League».

Diciotto anni alla Juventus, un «obiettivo. Aver fatto qui tutta la mia carriera è una cosa bellissima».
Anche per questo c’è sempre stata un’attenzione particolare intorno a Del Piero, che fa vivere con animo diverso le situazioni che lo vedono come protagonista Qualcuno si aspettava una diversa “partecipazione” in calciopoli, da uomo bandiera quale lui è, ma ha voluto compensare con la sua “presenza” in campo con la maglia bianconera. Non un abbandono, ma una momento anche questo da vivere e superare con la Juventus.

C’è una situazione vicina alla Juventus e ad un’altra bandiera che aiuta a riflettere. Pavel Nedved ha deciso, come Alex, di non abbandonare la Juventus e di seguirla in serie B. Come lui, il silenzio lo ha accompagnato fino al suo ritiro.

In questo caso, nessuno ha messo mai in dubbio il ceco, nessuno ha avuto bisogno di chiarimenti: la sua posizione è sembrata a tutti ben definita. Ci sarà un perché?

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