È ormai un'escalation di maleducazione nella quale Lotito gareggia con sé stesso. La disfida dialettica a distanza instauratasi con l'A.D. della Juventus ieri sera ha toccato un punto di minimo che siamo sicuri il cosigliere federale delegato alle riforme saprà ritocare al ribasso.
Qualche giorno fa Marotta in ben due occasioni aveva affermato che «
Lotito è un personaggio che ha un estremo potere e tanto potere in mano ad una sola persona è pericoloso, si rischia di finire nel vuoto». A stretto giro la replica dell'interessato: «
Marotta è un A.D. e si occupa di gestione. Le linee politiche le traccia il presidente. Marotta è vice presidente del Settore Tecnico e non mi sembra che ad oggi ci siano state delle grandi novità, da quando lui gestisce il Settore Tecnico».
Ieri sera appunto è arrivata una ulteriore replica del presidente laziale, che uscendo da un consiglio di Lega, incalzato da alcuni cronisti, è tornato sulla querelle con il dirigente bianconero. Prima ha ripetuto che «
chi si lamenta è da cinque anni alla vicepresidenza del settore tecnico e aspetto ancora una sua proposta. Un giorno ci racconterà cosa ha fatto», poi si è lasciato andare a una battuta squallida: «
Il problema con Marotta è che con un occhio gioca a biliardo e con l'altro segna i punti». Serve commentare?
Ora è evidente come in questa federazione ci siano molti personaggi impresentabili. In cima ci sono Tavecchio, universalmente riconosciuto come "banana boss", e il di lui tutore Claudio Lotito. Sul presidente federale è stato scritto di tutto e di più per una frase che, sebbene sconveniente e politicamente scorretta, era comunque detta con riferimento a una situazione generale (Tavecchio se è razzista lo sa nel profondo della propria coscienza).
Lotito invece ha pronunciato una frase indecente, un insulto diretto a una persona in particolare e per di più, considerando la durata del confronto tra lui e Marotta, non può essere classificata come un episodio, o un transitorio momento di nervosismo.
A questo punto il deferimento è il minimo da attendersi (ma non è il caso di aspettarsi clamorose inibizioni).
Quello su cui nessuno sportivo italiano può transigere è l'allontanamento immediato di Lotito dagli incarichi federali. Per una volta è il caso di non mostrarsi indolenti e pretendere che l'onnipresente se ne vada, e se non lo fa che venga cacciato. Non può vincere ancora una volta il "
tanto non gli faranno niente". Il precedente di Tavecchio non può essere un'esimente, deve anzi essere considerato un'aggravante: non si possono avere ai vertici del calcio italiano questi indesiderabili.
E che in casa Juve non si facciano bastare delle scuse di facciata (anzi sia la società bianconera sollecitare la procura federale). Questo è uno di quei casi in cui non esiste il porgere l'altra guancia, uno di quei casi in cui si deve dimostrare che "stile Juve" non significa farsi coglionare da personaggio come il reuccio di Formello.
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