Fin dai tempi in cui il mio ZX81 Sinclair rappresentava, per me, la porta sull'immenso mondo informatico di là da venire, ricordo di essere sempre stato affascinato dalle cosiddette memorie RAM, acronimo per Random Access Memory, Memoria ad accesso casuale.
L'immagine che si creava nella mia mente era quella di un nonno un po' rimbamba o perlomeno quella di un tizio non propriamente lucido, che traeva dai propri neuroni le informazioni più varie ma spesso non confacenti al discorso, saltabeccando dalle teorie di Marx ed Engels alla ricetta della Caponata di melanzane, dai risultati del Campionato di calcio del 1912 al testo della hit "il Coccodrillo come fa" senza soluzione di continuità.
Oltre all'oggettiva difficoltà di sostenere qualsivoglia discorso con un interlocutore del genere, la cosa crea anche qualche problema. Metti che il tizio si dichiari sostenitore del partito A e poi, scordatosene, si presenti con la maglietta sbagliata alla convention del partito B... insomma... non la vedo proprio bene.

Premetto che "quel giorno", complice la vicinanza al mio ufficio, io ero davanti alla Sede di Corso Galileo Ferraris con la speranza di veder arrivare che so... "Pep" Guardiola o Ferguson, speranza rimasta delusa quando vidi solo la ragazza del bar all'angolo arrivare con un cabaret di paste per brindare alla firma. Premetto anche che, se al termine della stagione, dovessimo sollevare il quarto scudetto consecutivo o addirittura la Coppa delle Grandi Orecchie, il "Grazie!" più grande e più veloce ad arrivare a Mister Allegri sarebbe il mio, anche se continuerei a preferire uno dei sopra citati sulla nostra panchina.
Premesso tutto questo, qualche giorno fa mi sono fermato a leggere un articolo del Corriere ripostato sui social network da un mio amico; il mister si sfoga e, dopo le vagonate di infamie riversate strumentalmente sulla Juve dopo Juve-Roma, dichiara "Ho capito: davvero ce l'hanno tutti con la Juve".
Bene, bravo. Sette più.
Noi è da un pezzo che lo diciamo, ma nessuno pare ascoltarci, forse perchè la nostra è una vocina piccola piccola, mentre chi grida il contrario ha un'amplificazione che manco i concerti dei Megadeth.

Peccato che, come al solito, c'è un "però"...
Mister Allegri, si ricorda quell'episodio ormai entrato nella storia pallonara come "Il goal di Muntari"?
Dai, su, è facile. Ci hanno sfranticato per un anno gli ammenicoli con la storia del campionato falsato da quel goal non visto (sì, io per primo lo ammetto, la palla era dentro, come nei millemila episodi simili che avvengono sui campi di tutto il mondo senza però avere una simile eco mediatica), taluni ancora oggi portano il fermo immagine di Buffon che respinge il pallone oltre la linea come screen del telefonino. Addirittura l'allenatore di quella sfortunata squadra fu il protagonista di vere e proprie geremiadi… e la Juve ruba... e avremmo vinto noi il Campionato, il Mundialito e anche la Mitropa Cup... e la sudditanza psicologica... e Moggi (che non fa mai male citarlo)... e bla bla bla...
Si ricorda mica chi era?
No, perchè nel caso se lo fosse dimenticato, le rinfresco la memoria: trattavasi di Massimiliano Allegri da Livorno.

Mister Allegri, io lo so che molti juventini si compiaceranno per questa sua dichiarazione. Anche io, pur nel mio scetticismo, vorrei cristianamente credere a una replica della folgorazione sulla via di Damasco invece che ad una semplice "captatio benevolentiae" che sarebbe comunque comprensibile.
Ma deve capire anche me.
Io da tempi non sospetti ho dichiarato sempre che sono stufo dei giocatori che firmano i contratti dicendo che "fin da bambino avevo il poster nella cameretta" (la cameretta di Ibra deve essere stata grande come un hangar militare per appenderli tutti!) quando sappiamo tutti che, in questo calcio sempre più in mano ai procuratori, per una buona offerta cambierebbe casacca pure la "bandiera" più storica.

Non a tutti piace essere benevolmente presi in giro.
Buon lavoro, Mister.


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