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Attualità di F. FILIPPIN del 23/10/2014 09:18:22
Ancora Infront

 

Ci risiamo.
La gestione del calcio italiano sembra essere alle prese ormai con una irreversibile chiusura a tutto ciò che non sia riconducile al gruppo che ha preso il potere e che non vuole mollare un centimetro.
Si tengono aste, si organizzano appalti e, poi, la conclusione è sempre la stessa, le facce sempre le solite, i nomi sempre quelli noti.

Il ruolo di advisor dei diritti TV, in tutte le sue forme, è da sempre un boccone ambito, lo sappiamo.
Tanto per capirci si tratta della gestione della vendita dei diritti televisivi della trasmissione delle partite di calcio in tutto il mondo e anche in Italia, organizzando le aste e suddividendo i diritti in “pacchetti” differenti per piattaforma (satellitare e digitale), per venderli separatamente alle televisioni e guadagnare più soldi.
Questo ruolo, come noto, da anni è svolto in Italia dalla Infront, società che dal 2009 in poi ha fatto il bello ed il cattivo tempo, ruolo rinnovato tra mille polemiche lo scorso anno.
Altrettanto ambito è il ruolo di Advisor commerciale e pubblicitario della Federazione Italia Giuoco Calcio (e, quindi, anche della Nazionale e della sua promozione), pare.

L'asta relativa è stata vinta, infatti, proprio dalla Infront: la sua offerta è stata preferita a quelle di Rcs e SwissOne e prevede un minimo garantito di 57 milioni di euro totali per il prossimo quadriennio.
Soldi sul calcio italiano, viene da dire, non ci sarebbe nulla di male.
La cosa che non può sfuggire, però, è che la Infront, oltre a svolgere il ruolo di advisor per la Lega per i diritti TV e da ora anche per la FIGC, ha in corso accordi commerciali anche con alcune società di Serie A.
Quali? Milan, Lazio, Palermo, Cagliari, Genoa, Sampdoria, Udinese e, da aprile, con l’Inter.
Guardacaso tutte società che, nella disputa per l'elezione del nuovo presidente della FIGC, si sono schierate compatte (alcune dopo alcuni ripensamenti, più di facciata che altro) per l'elezione di Tavecchio.
Roma, Juventus e Fiorentina, tanto per capirci, sono lontane dal mondo Infront così come distanti dall'attuale gestione della FIGC: di fatto sono escluse da tutto, direttamente ed indirettamente.
La longa manus (il latino non è casuale) di chi, ormai onnipresente, pretende di fare da padrone del calcio italiano, ha colpito ancora?

Ricapitolando: gestione della Serie A in Italia, all’estero, marketing e pubblicità di club e anche della Nazionale sono tutti nelle mani delle stesse persone, che guardacaso, sono riconducibili tutte ad un unico gruppo di potere.
Il ruolo è stato assegnato attraverso un'asta, ma è impossibile non vedere come la situazione sia sempre più caratterizzata da sempre più stretti conflitti di interesse e i rapporti sempre più ambigui: si sa, in Italia questi, però, sono la norma e stupirsi è quantomai da ingenui.

Cosa può comportare tutto questo? Gestione discutibile e controproducente delle controversie (come quella tra Sky e Mediaset per i diritti tv, risoltasi al ribasso per non “scontentare” nessuno) e allontanamento volontario di chi preferirà neppure partecipare a gare per le future assegnazioni, visto che le sorti sembrano sempre già segnate, tanto per cominciare.
Ma, soprattutto, troppo potere in mano a troppe poche persone. E si sa , questo cosa comporta.



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