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Attualità di E. LOFFREDO del 23/10/2014 13:35:37
Il Rocchi travisato

 


Partiamo dal presupposto che chi legge abbia visto con i propri occhi e sentito con le proprie orecchie le dichiarazioni di Gianluca Rocchi a Il Processo del lunedì (il filmato è facilmente reperibile in rete). La fortuna degli sportivi è proprio che l'intervista sia stata rilasciata alle telecamere e non ai taccuini di qualche cronista della carta stampata. Il che è una bella disdetta per coloro i quali vogliono far passare il concetto che Rocchi "abbia chiesto scusa". Scusa de che?

Queste le parole del fischietto tosccano: «È stato un episodio anomalo, gestito in maniera anomala da parte mia. Dopo aver rivisto la partita, l’analisi più dura è stata proprio su quello. Una gestione non equilibrata della situazione probabilmente ha creato delle tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro, potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos’è successo durante la partita».

Per la stampa del regime giallorosso il rigore fischiato per fallo di mano di Maicon rappresenterebbe il primo episodio controverso, il vero autenticco vulnus che avrebbe poi indirizzato il match dello Juventus stadium, l'episodio sul quale avrebbe ammesso l'errore di valutazione. Ha cominciato il direttore del CorSport su Twitter quando ancora non era stata trasmessa l'intervista (ha poi abdicato a qualsiasi confronto serio), hanno proseguito tutti gli altri. Il concetto che deve passare, a dispetto delle parole videoregistrate, è che Rocchi ha ammesso di aver sbagliato, e si lascia intendere che il riferimento sia alla decisione tecnica. Nei secoli a venire di fianco a "er go' de Turone" (altro falso storico), echeggerà anche il "er rigore che nun c'era, l'ha confessato pure l'arbitro!".

Dopo qualche giorno sia concesso anche a noi di fare qualche considerazione che, a differenza di quanto fanno i settantottini giallorossi, è accompagnata dall'invito di ascoltare le parole di Rocchi. Perché non temiamo la smentita dei fatti e non abbiamo bisogno di inculcare o indottrinare il lettore.

Punto primo: l'episodio di Maicon non è affatto il primo episodio da discussione di quella partita, prima c'era un probabile fallo da rigore su Marchisio con espulsione del difensore giallorosso. Se i giocatori bianconeri si fossero comportati con lo stile dei loro colleghi giallorossi l'atteggiamento polemico sarebbe iniziato molto prima e forse Allegri avrebbe suonato il violino prima di Garcia.

Punto secondo: Rocchi si rammarica per la «gestione della situazione», non si è affatto soffermato sulla correttezza della decisione tecnica del fallo da rigore. Ha posto invece l'accento sul fatto che si siano create «delle tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro, potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos’è successo durante la partita». Né più né meno di una esplicita accusa a quei calciatori che non lo hanno aiutato, quei giocatori che avendo un pressoché inesistente senso del faiplay e una misconoscenza del regolamento da quel momento non hanno fatto altro che protestare mettendo così in difficoltà il direttore di gara e, aggiungiamo noi, aizzando in modo molto irresponsabile tifosi che non aspettano altro per lasciarsi andare a tristi e tragici episodi di violenza.
Su questo richiamo all'iresponsabilità dovrebbero riflettere direttori e giornalisti che pregni dei sentimenti del tifoso titolano di un campionato falsato. Ma è autocritica che non leggeremo mai.


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