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Calcio giocato di N. REDAZIONE del 23/10/2014 20:01:34
Conte/Allegri, ma quale è il vero problema?

 

Dopo la sconfitta in Champions League, molte sono state le prese di posizione dei tifosi juventini nel nostro forum. Ne riportiamo alcune che ci auguriamo possano essere una base di discussione.

Scrive Il gol di Cannavaro: “Che il calcio italiano è in grave crisi (come tutto il paese, del resto) e continua a pagare ora la farsa del 2006 (calciopoli), per inciso.
Credo che con Conte sarebbe cambiato poco; certo è che se Allegri voleva fare la differenza rispetto al predecessore, ieri ne aveva tutte le opportunità: era ben chiaro anche a chi di calcio non capisce che Pirlo era impresentabile già dopo mezz'ora, bisognava quindi avere il coraggio di intervenire subito. Poi, se ad impostare il gioco va Chiellini, è evidente che non servono tre centrali dietro e qui torniamo all'annoso problema del modulo. Io ho sempre sostenuto che non ci deve essere un modulo per tutte le stagioni, ma bisogna valutare di volta in volta e l'evidenza e Chiellini avrebbe dovuto far scattare la molla della valutazione. Lippi, quando sbagliava la formazione iniziale, ad inizio secondo tempo faceva sempre almeno due sostituzioni e ribaltava l'andamento delle gare. Ecco, ieri doveva fare così, per fare la differenza con Conte, che aspettava sempre l'80' per sostituire qualcuno. Poi, a meno di infortuni o perdite di tempo, non capisco a cosa serva far entrare un giocatore a 3 minuti dalla fine. Ad ogni buon conto, la rosa è quella che è e in Europa più di tanto non si può fare. Si parla di stravincere al ritorno e vincere in Svezia: non la vedo così semplice e se tutto va bene ci ritroveremo all'ultima giornata a fare le solite elucubrazioni mentali per calcolare le varie ipotesi che ci porterebbero a passare il turno. Grave sarebbe sfoderare prestazioni simili in campionato (col Sassuolo c'è stata un'avvisaglia).”

Edgar74 ritorna su Conte  e Allegri, e scrive: “siamo rimasti ancora a Conte sì/Allegri no, Allegri sì/Conte no? Siamo ancora a questo? Il problema lo conosciamo tutti e non dipende dall'allenatore, se non nelle scelte marginali (che Conte sia "Senna" e che Allegri sia "Button" credo che nessuno minimamente competente lo possa smentire), tipo insistere sul fantasma di Pirlo o chiedere a Llorente l'attacco della profondità, dettagli che qualificano Senna rispetto a Button. Il problema, anzi, i problemi sono due: il primo è strutturale del calcio italiano: se non hai nella testa e nelle gambe questo ritmo è ovvio che poi patisci qualsiasi squadra ed è altrettanto ovvio che inizi a giocare, perchè tecnicamente sei molto superiore, solo quando l'avversario cala alla distanza; il secondo è connaturato nella nostra storia: non abbiamo né la cultura, né il rispetto per l'Europa, perchè è storia bianconera. Da una ventina d'anni a questa parte a questa mancanza gravissima si è aggiunta anche la paura endemica di non poter o di non saper ritrovare questa cultura, questo rispetto. Ed è quello che chiedeva Conte. Ed è quello che non ha ottenuto. “

nazgul79 si addentra su un particolare: “Dal punto di vista della "cultura" europea, tra l'altro, credo che il tiki-taka abbia fatto danni enormi in Italia a livello di mentalità, per colpa di tutti quei fessi italiani che del Barcellona hanno visto solo la fase di 'scarico' (il tiki-taka, appunto, che alla fin fine quanto a effetti non è così diverso dal dare la palla indietro al portiere o dei passaggi tra difensori alla tedesca vecchio stile), senza rendersi conto invece del pressing organizzato a ritmi feroci e degli uno-due di prima ad altissima velocità in prossimità dell'area, che erano invece le due cose veramente fondamentali. Così, i Prandelli di casa nostra hanno frainteso il tiki-taka come fonte di gioco e occasioni da goal, e si è perso il contropiede e le verticalizzazioni improvvise, che, visto il livello italiano attuale, è l'unica arma a disposizione. Al punto che per fare contropiede si è dovuto chiamare un franzo-ispanico, ma ci rendiamo conto?

Non ci resta che credere fermamente nella qualificazione, difficile ma non impossibile.

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