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Attualità di E. LOFFREDO del 25/10/2014 14:54:42
Juventus, reagire o non reagire?

 

Ieri sera la società internazionale fc ha emesso un comunicato di poche righe in cui rispondendo al presidente della Juventus tra le altre cose scrive «il 2006 é stato un anno disastroso, in cui lo scudetto é stato assegnato legittimamente all'Inter dalla FIGC, e la Juventus é stata retrocessa in serie B insieme alla sua reputazione» (Link). In molti, anche persone esperte di diritto, hanno fatto notare che questo passaggio sulla reputazione juventina sarebbe passibile di querela e in corso Ferraris potrebbero (volendo) passare anche alle vie legali.

Per ora tutto tace. Da parte della Juventus FC SpA non c'è stata replica al comunicato della seconda squadra di Milano. Con probabilità non ci sarà nessuna risposta, nemmeno un fendente a parità d'arma (comunicato sul sito ufficiale). Ma la società bianconera deve o no «difendersi dai sassi e i dardi di oltraggiosa fortuna?»

Se ancora esistesse un tifoso juventino che opporrebbe il refrain "ma tanto noi non ci dobbiamo abbassare, rispondiamo sul campo", beh, allora dovremmo seriamente preoccuparci delle sorti morali e "reputazionali" della Juventus. È curioso a tal proposito come in un articolo di qualche giorno fa scrivevamo «Nel mondo globalizzato, ove sempre più sono impellenti necessità di ottima reputazione, gli attacchi mediatici che Juventus FC SpA riceve da soggetti della stampa nazionale, delle istituzioni pubbliche e di noti tesserati di altri club, producono quel gap reputazionale...» che non ci giova (Link). Siamo stati in qualche modo profetici del contrattacco (pieno di acredine) della squadra di Thohir? No, semplicemente è l'evidenza dei fatti che a Torino continuano a ignorare o sottovalutare.

La Juventus ha un deficit di comunicazione che fa fatica a colmare, e il doversi chiedere se ciò avviene per volontà o incapacità non fa altro che aumentare le sofferenze del tifoso che si ritrova spesso al centro di tensioni, che saranno pure generate dalla futilità del calcio, ma che si manifestano aspramente nella quotidianità.

Quindi sì, la società e il suo management devono decidersi a "prendere le armi mediatiche contro questo mare di me...". Perché in fondo non ha senso iniziare una schermaglia e poi rifiutare la contesa che ne scaturisce.

Il presidente Andrea Agnelli su questo punto nell'assemblea degli azionisti ha affermato: «Siamo sollecitati quotidianamente. ... Quelle che sono le posizioni più dure emergono perché espresse con maggiore ruvidezza. Noi dobbiamo renderci conto che siamo antipatici. Non piacciamo. Dobbiamo essere sereni». A chi fosse diretto il riferimento alla ruvidezza non lo ha chiarito (ovviamente), sappiamo però che questa Associazione non da oggi insiste con convinzione sulla necessità di reagire al fango gettato sulla Juventus. L'assemblea di ieri ha chiaramente dimostrato che ormai questa è una consapevolezza acquisita anche da chi fino a qualche giorno fa era fautore della morbida linea del silenzio (forse costoro hanno preso contezza del paese bianconero reale).

Non possiamo “stare sereni” (qualcuno ci aveva fatto un ashtag di successo...), dobbiamo stare all'erta. Rispondere è una necessità, non più un amletico dubbio. Questo non significa scendere al volgare linguaggio da trivio di altri, significa smetterla di vigilare e cominciare ad agire per tutelarsi nel vero senso della parola e in tutte le sedi. Con stile senza dubbio, lasciando ad altri la ruvidezza, ma con fermezza e determinazione.

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