Ventotto anni dopo...Un gol di un ex genoano (
Adailton) gela la
Juventus nei minuti di recupero e regala il primato solitario in classifica alla
Sampdoria. Per i blucerchiati è un ritorno storico: l’ultima volta che si erano trovati da soli in testa alla classifica di serie A era stato all’ultima giornata dell’anno dello scudetto.
E per la prima volta dall’inizio del torneo una squadra si istalla da sola in vetta alla classifica.
Che questa Sampdoria potesse avere i numeri per consolidare un buon posto in classifica lo si era capito fin da subito, ma che in sei giornate potesse annoverare lo score di 5 vittorie ed una sola sconfitta lasciandosi alle spalle formazioni come Juventus e Inter è il frutto di un lavoro certosino fatto tutto in casa, tra conferme e campioni (Cassano e Pazzini), e giovani realtà che costituiranno il futuro del calcio blucerchiato e azzurro (Poli e Tissone).
Come accennato in precedenza, sono stati fatali i minuti di recupero per affondare i sogni di primato della Juventus, troppo bella nella prima mezz’ora, “schiava” del vantaggio acquisito nei restanti sessanta minuti.
Occasione persa? Siamo appena all’inizio per giudicare come persa un’occasione comunque importante, siamo appena all’inizio per capire che le partite vanno chiuse in anticipo (Bordeaux e Genoa), senza poi dover rischiare l’irreparabile, come accaduto ieri pomeriggio all’Olimpico di Torino.
Chi invece si è dovuta arrendere allo strapotere blucerchiato è stata proprio l’
Inter, anzi, sarebbe meglio dire alla sagacia tattica di un Gigi Del Neri che, come scritto più volte, diventa grande con le piccole e piccolo con le grandi. Tant’è che se lo scorso anno la banda dello “specialone” aveva incassato una sonora sconfitta in quel di Bergamo (3-1 del Neri in panchina per gli orobici), anche quest’anno il tecnico friulano ha impartito una severa lezione di tattica al portoghese, conducendo la sua Sampdoria in vetta alla classifica.
E se la “madunina” piangeva lacrime neroazzurre nella serata del sabato, la nottata domenicale non è stata da meno, con i “cugini”
rossoneri fermati, e graziati, in casa da un
Bari “modello olandese” che ha dato spettacolo alla scala del calcio bloccando sullo 0-0 i fenomeni milanisti. Altro, ed ulteriore, passo indietro per gli uomini di Leonardo, “condannati” ad un campionato che riserverà più delusioni che gioie.
Chi ha gioito in questa domenica di sorprese è sicuramente il “clan” di Giampaolo Pozzo e del bomber tascabile
Totò Di Natale (8 le reti stagionali), che battendo un
Genoa in crisi di risultati (1 punto nelle ultime 3) ha posizionato il gioiello italiano di bilanci e gestione sportiva al quarto posto in classifica.
Davanti ai friulani, e in coabitazione con l’Inter, si è posizionata la
Fiorentina, vincente nel Derby toscano numero 199 contro il
Livorno e con un sempre più determinante Frey, autore, come contro la Sampdoria, di tre interventi decisivi che hanno, prima mantenuto in equilibrio il risultato e successivamente difeso il rigore da tre punti realizzato da Jovetic.
Le romane per una domenica hanno deciso di dividersi tutto: gare contro le siciliane (la
Roma contro il
Catania e la
Lazio contro il
Palermo); risultato (1-1); punti e posizione in classifica (8 posizionandosi al sesto posto). I giallorossi hanno raggiunto un meritatissimo pari a tempo praticamente scaduto con Daniele De Rossi, mentre gli aquilotti sono stati fermati in casa da uno strepitoso Sirigu, portiere dei rosanero che si è dovuto arrendere al solo Zarate. L’esordio del portierone siciliano ha rievocato quello di un certo Gigi Buffon e il numero dietro alla schiena (46) potrebbe rappresentare il segno di un predestinato. Auguri.
Chievo e
Atalanta si sono divisi la posta con egual risultato delle romane, mentre il
Cagliari corsaro ha inanellato la seconda vittoria esterna consecutiva andando ad espugnare al Tardini un
Parma reduce dalla vittoria all’Olimpico di Roma contro la Lazio. E come l’anno scorso i ragazzi di Allegri hanno cominciato a macinare gioco e risultati dopo la quarta, togliendosi immediatamente dalla zona retrocessione e puntandosi nuovamente in posizione utile per l’Europa.
Ventotto anni fa la Sampdoria si trovava da sola, e all’ultima giornata, in testa al campionato. Dodici mesi prima il Napoli vinceva il suo secondo ed ultimo scudetto della storia. Ventotto anni dopo il
Napoli di De Laurentiis (così ha precisato l’imprenditore campano) ha vinto contro il
Siena una partita che valeva come esame per l’intero staff tecnico e dirigenziale. Il Napoli ha vinto (doppietta di Hamsik), ma il direttore generale
Pierpaolo Marino esce di scena, mentre il tecnico Roberto Donadoni (dopo le dichiarazioni del titolare della Filmauro) sembra avere le ore contate.
Ventotto anni fa Mancini, Vialli e compagni fecero colorare di blucerchiato un’intera città, ventotto anni dopo Cassano e Pazzini stanno facendo sognare un popolo intero.
Domani, come allora, sarebbe quantomeno logico vedere i nuovi gemelli del gol vestiti di azzurro, quello italiano. A
Marcello Lippi il compito di far sognare la doppietta mondiale ad un’intera nazione, sperando che non passino altri ventotto anni.
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