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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Editoriale di S. BIANCHI del 30/10/2014 15:53:09
Gigi Buffon: 500 e non le dimostra

 

Vi ricordate Calciopoli? Una domanda simile, rivolta a Juventini DOC come i frequentatori di GLMDJ, penso sia pleonastica. Mi riferisco però ad uno degli effetti collaterali di quell’evento di fantagiustizia, che costrinse alcuni nostri beniamini a svelarsi nella loro vera essenza. Per certi versi fu un momento positivo, una verifica che sgombrava il campo dai dubbi su chi fossero gli Uomini e chi gli Opportunisti. I più veloci nella fuga dalla Juventus destinata alla Serie B, a parte il transfuga Capello, già accasato a Madrid prima dell’ultima di campionato a Bari, furono Ibra il Pesetero, seguito a ruota da Cannavaro, Emerson, Thuram, Vieira e Zambrotta. Alcuni di questi Signori rilasciarono altresì dichiarazioni quantomeno discutibili: quando la nave affonda, i topi scappano, ma lo fanno in silenzio. Camoranesi e Trezeguet restarono in bianconero un po’ di malavoglia, ma in ogni modo restarono, mentre non ebbero dubbi Buffon, Del Piero, Nedved (e il giovane Chiellini). Una scelta di vita, da uomini che non abbandonano l’impresa alle prime difficoltà, consci di avere un debito affettivo con chi li applaude ad ogni gara. Una scelta di rispetto ai colori indossati per tanti anni e alla loro storia professionale, una scelta di coerenza: sapevano ciò che i Moratti, i Tronchetti Provera ed i Guido Rossi fingevano di non sapere, vale a dire che avevano fatto parte di uno dei migliori team Europei di tutti i tempi ed era solo per questo che stravincevano in campionato.

Buffon, Del Piero, Nedved e Chiellini non è che non avessero mercato e alla domanda, sempre la stessa, che increduli giornalisti continuavano a far loro, la risposta, con poche varianti era sempre: “Sono rimasto alla Juventus per una scelta di vita”. In un paese di voltagabbana, scelte di questo tipo lasciano interdetti i degeneri epigoni di Brera e Tosatti, ma riempiono d’orgoglio me e tutti quelli che ogni anno fanno migliaia di chilometri per andarli ad applaudire in Italia ed in Europa. Sapevamo di poter contare su di loro nella fugace apparizione sui campi di Rimini e Crotone e per quella resurrezione che era logica attendersi. Infatti, Gigi Buffon è qui, a festeggiare le 500 presenze in bianconero in Genoa-Juve. Lo so che cinquecento va scritto in lettere ... ma in numeri arabi fa più effetto. Il ventitreenne debuttante in bianconero, in quel lontano 26 agosto 2001 (quattro a zero al Venezia) è ora prossimo al rinnovo del contratto che lo legherà alla nostra storia quasi fino ai quarant’anni: potrà addirittura superare in presenze due grandi bianconeri del passato, Furino (a più ventotto) e Scirea (a più cinquantadue), conquistando il secondo posto alle spalle di un inavvicinabile Del Piero.

Di là dai “punti fedeltà”, altri trofei può vantare il nostro Gigi, come l’oro a Germania 2006 e l’argento agli Europei 2012, l’essere primo nella classifica di tutti i tempi per presenze in maglia azzurra e, con Carbajal e Matthäus, essere l’unico calciatore aver partecipato a cinque edizioni dei Mondiali di calcio. A parte una Coppa UEFA, una Coppa Italia e una Coppa di Lega col Parma, in bianconero ha vinto sette scudetti, quattro Coppe di Lega, lo scellerato Campionato di Serie B ed uno sterminato numero d’altri riconoscimenti. Cito solo i più importanti: nel 2003 la UEFA lo premia miglior giocatore della Champions League; dallo stesso anno, l’IFFHS lo elegge per quattro volte miglior portiere in attività, oltre a designarlo miglior portiere del decennio 2000/10,del quarto di secolo 1987-2011e del XXI secolo; nel 2004 Pelè lo inserisce in “FIFA 100” tra i centoventicinque più grandi calciatori viventi; nel 2006 la FIFA lo premia come miglior portiere del Mondiale (Premio Yashin). Insieme a Zoff e Sebastiano Rossi è l’unico ad aver superato ottocento minuti d’imbattibilità nel campionato di Serie A, cosa importante per la statistica ma non per il computo delle onorificenze, come quelle ricevute nel 2006: la nomina da parte del Presidente della Repubblica a “Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana” ed il “Collare d’oro al Merito Sportivo” assegnatogli dal CONI.

La fedeltà calcistica è una delle caratteristiche di Gigi Buffon: restare in bianconero da Campione del Mondo e da Vice-Pallone d’Oro con la squadra inopinatamente cacciata in Serie B, è una scelta che solo i Grandi possono fare e per questo divengono ancor più grandi. Di questa sua dedizione che commosse i tifosi, si accorse anche la famigerata dirigenza del tempo, la triade minor, al secolo Blanc-Cobolli-Secco, che in una delle pochissime mosse azzeccate della sua storia, nel novembre 2006 acquistò una pagina di Tuttosport e d’altri due quotidiani sportivi per ringraziarlo: “La tua maglia dice chi sei”. E’ vero: noi quella maglia la portiamo sempre, anche quando sotto la camicia non siano abituati a portar nulla. Di quella maglia che c’è anche quando non c’è, bisognerebbe se ne ricordassero tutti, anche quelle Signore che vanno in televisione a parlare di Juventus.

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