Dopo la chiusura della curva del Verona, all’indomani della sfida di campionato con il Milan per presunti insulti razzisti a Muntari, si riaccende il caso. La giunta comunale di Verona ha dato mandato ai propri legali di
denunciare i collaboratori della Procura federale che con la loro testimonianza hanno portato al provvedimento di chiusura della Curva Sud del «Bentegodi» per «il danno d'immagine arrecato alla città». La procura di Verona ha aperto un’inchiesta per
falso ideologico contro la Federazione, volta ad accertare il reato contestato dalla giustizia sportiva. Cori che nessuno sembra aver sentito, tanto che lo stesso Milan ha deciso di appoggiare pubblicamente il Verona. Galliani ha chiamato Setti, presidente del Verona, al fine di esprimergli solidarietà per le sanzioni ricevute tramite multa (50.000,00 €) e chiusura della curva, ritenendo che non ci sia stato alcun coro razzista verso Muntari. L’Hellas Verona ha presentato ricorso alla giustizia sportiva ottenendo la sospensione della pena. (
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Passa qualche giorno e Mandorlini, ospite di Tiki Taka denuncia il coro intonato dai napoletani che questa volta sembra non essere stato udito da nessuno. Le sue parole: “Dopo il nostro gol il pubblico avrebbe potuto contestare, invece era ben disposto ad incitare la squadra, peccato che poi abbiano sopratutto pensato ad offendermi. Si, tutti i
30 mila del San Paolo mi hanno continuamente offeso, a noi invece per 2 buu razzisti ci hanno chiuso una Curva. I giudici a bordo campo riescono a sentire 2 buu ma poi non sentono 30 mila persone che mi offendono? Dov’erano?“. (
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Le parole di Mandorlini non hanno fatto altro che offrire la possibilità di ritornare su un problema più volte evidenziato. Non è la prima volta che certi provvedimenti del giudice sportivo lasciano perplessi dando
quasi l’idea che ci sia pregiudizio in certe relazioni degli ispettori federali inviati sui vari campi. Leggere di percezione, limitare le punizioni al numero di individui che avrebbero intonato cori discriminatori, selezionare la discriminazione ( i tifosi del Napoli sembrano protetti per la loro connotazione geografica), scegliere quando è necessario affidarsi alla tecnologia, non dà nessuna certezza. Abbiamo letto che lo Juventus Stadium, grazie alle tecnologie moderne dell’impianto audio, permette una percezione migliore, quindi i cori finiscono molto spesso sul taccuino degli ispettori. A Napoli, nonostante il calore del tifo, la percezione è quella della festa e del folklore e molto spesso passano inosservati gli insulti agli avversari. Chiamiamola
predisposizione, in realtà questa incertezza non è altro che una discriminazione nella discriminazione che non aiuta certamente a diffondere una corretta idea della cultura dello sport.
Ci auguriamo che l’azione intrapresa dal Comune di Verona porti almeno ad una maggiore attenzione da parte degli ispettori federali e che induca ad una riflessione la Federazione sulla gestione delle percezioni che generano multe e squalifiche che spesso, proprio come successo nel caso del Verona, portano a punire cori che nessuno sembra aver sentito e non udire quelli intonati da un intero stadio ...
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