Ho sempre sostenuto che la campagna acquisti-cessioni dell'estate 2014 sia stata pensata in maniera conservativa, ovvero che siano stati acquistati giocatori che sostanzialmente hanno sostituito quelli ceduti senza variare la composizione della rosa a livello tattico. In tal senso scrissi, allora, che Evra andava a sostituire Peluso, essendo sì un terzino affermatosi in un contesto difensivo a quattro, come Peluso d'altronde, ma fattivamente veniva preso come “riserva” di Asamoah e di fatto in tal ruolo ha sempre giocato, finora. Stesso discorso, a parte il fatto che non abbia praticamente mai giocato, si può fare per Romulo, cambio pedissequo di Isla, mentre Pereyra e Marrone rappresentano un incremento di quantità e di qualità apportato al reparto dei centrocampisti centrali, due elementi preziosi anche per le loro capacità, in particolar modo l'argentino, di adattarsi a ricoprire più ruoli; Coman e Morata, per finire con gli attaccanti, hanno rappresentato un cambio generazionale rispetto agli ex Vucinic e Quagliarella, ma tatticamente il loro ingresso poco varia la rosa dello scorso anno, perché se Coman, più di Morata, può anche giocare come esterno in un 4-3-3, lo stesso poteva fare Vucinic e lo stesso potrebbero fare Giovinco e Tevez, ma sempre alla bisogna, non certo per caratteristiche tecnico-tattiche peculiari. Per cui scrissi ai fanatici dell'europeismo tattico che si estrinsecherebbe nei meravigliosi moduli 4-3-3 e 4-2-3-1 che si scordassero pure tali disposizioni tattiche per almeno un'altra stagione.
E' ovvio, quindi, che un modulo di per sé non può essere considerato migliore dell'altro in maniera asettica, senza valutare le caratteristiche dei giocatori in rosa, altrimenti tanto varrebbe ingaggiare allenatori “fondamentalisti” del modulo, tipo Zeman, che pretende l'adattabilità dei giocatori ai suoi dogmi tattici e non quella degli schemi ai giocatori di cui dispone. Né si può pensare che un modulo con difesa a tre sia sbagliato a prescindere, che non sia “europeo” e la dimostrazione la dà la storia, grazie all'Ajax di Van Gaal, splendida macchina da guerra, con un gioco meraviglioso, che veniva disposta in campo con un 3-4-3 tutto particolare, o dal Bayern di Guardiola che da inizio anno gioca con un modulo molto simile, ma anche, molto più in piccolo, dal primo Napoli da Champions League dell'era De Laurentiis, quello allenato da Mazzarri, che con uno scolastico 3-5-2 passò il turno all'interno di un girone di ferro, nel quale erano presenti anche Bayern e Manchester City, e che venne eliminato solo ai tempi supplementari dal Chelsea, che poi avrebbe vinto quell'edizione della Coppa dei Campioni.
Detto ciò è noto come Allegri abbia fatto le sue fortune da tecnico, prima al Cagliari, poi al Milan, disponendo le sue squadre con il 4-3-1-2, modulo che fino ad un paio di settimane fa non aveva mai proposto per la sua Juventus, modulo che ha rispolverato per una mezz'ora scarsa a Sassuolo, nel tentativo, vano, di vincere un match che si era impantanato sul risultato di 1-1 e soprattutto martedì sera contro l'Olympiacos, stavolta per tutta la partita. Questo tentativo di superare il 3-5-2 contiano passando al modulo che più gli è congeniale dimostra che comunque a questa rosa mancano sicuramente le ali classiche per impostarsi con il 4-3-3 o il 4-2-3-1 “europei”, come ebbi modo di scrivere a suo tempo, ma dimostra anche che il tecnico livornese ha il carattere e la volontà per variare uno schema tattico che ha funzionato per due anni e poco più, uno schema a cui egli aveva apportato pochi, ma significativi cambiamenti, uno schema che poteva farlo crescere a livello professionale, cimentandosi in qualcosa di diverso rispetto al modulo usualmente utilizzato, uno schema che abbandona per un dogma professionale. Un rischio enorme, che può pagare, ma che se non paga, e la partita coi greci in tal senso non è che faccia ben sperare, comporterà conseguenze ovvie alle classifiche di campionato e di Champions' League.
Perché dico questo? Perché se analizziamo il 4-3-1-2 vediamo che tale schema funziona perfettamente se si hanno gli interpreti giusti per attuarlo, ovvero due difensori centrali solidi nell'1 contro 1, due terzini di gran corsa capaci di coprire tutta la fascia, un mediano che deve fare all'occorrenza il frangiflutti davanti alla difesa, ma anche il terzo centrale difensivo qualora ve ne sia la necessità, ma soprattutto un trequartista che abbia caratteristiche ben precise, ovvero doti spiccate di regia, capacità di sapersi allargare in fascia per dare supporto sia al terzino che sale che all'interno di centrocampo che protegge la discesa del terzino, ma soprattutto piede e testa per dettare l'assist alle punte, o chiedere l'uno/due per andare a rete. Mi chiedo: nell'attuale rosa della Juventus, dando per scontato che gli interni di centrocampo e le due punte poco varierebbero i loro compiti a livello tattico, esistono sei uomini con le caratteristiche sopra elencate? E se sì, così disposti potrebbero essere un valore aggiunto, per il solo fatto di cambiare ruolo, rispetto all'attuale disposizione tattica? Personalmente credo di no.
La difesa, innanzi tutto: possiamo giocare a quattro, ci mancherebbe altro, ma se a livello di terzini destri siamo abbondantemente coperti dal duo Lichtsteiner-Caceres, dall'altra parte, in fascia sinistra, iniziamo a identificare le prime magagne: Asamoah non è un terzino sinistro, né è così facile adattarlo al ruolo, altrimenti lo avrebbe già fatto Conte nei due anni precedenti; in pratica non siamo di fronte alla versione africana di Zambrotta. Evra, invece, tornerebbe nel suo ruolo naturale, esterno sinistro in una difesa a quattro, ma con la non trascurabile differenza che comunque dovrebbe coprire tutta la fascia esattamente come fa nel 3-5-2, perché col 4-3-1-2 non avrebbe una copertura immediata sulle proiezioni offensive, né i raddoppi di marcatura in fase difensiva ai quali era abituato nel 4-4-2 di Manchester; senza considerare, poi, che il francese va per le 34 primavere, decisamente troppe per un terzino “di corsa”. A centro difesa saremmo coperti numericamente, ma Barzagli è ad oggi lungo degente, Ogbonna ha fatto passi da gigante rispetto alla scorsa stagione, Chiellini non avrebbe problemi a tornare a 4, soprattutto se affiancato ad un “libero” classico, ad un giocatore piede educato e fosforo da mediano, che però manca, mentre Bonucci potrebbe essere quello che più di tutti patirebbe il cambio tattico, avendo evidenti difficoltà nella marcatura sull'uomo e avendo buona sagacia tattica e piede giustamente educato, ma non certo ai livelli di un Hummels, per intendersi.
Il centrocampo: chi farebbe il “volante basso”? Quel Pirlo che nel 4-3-1-2 milanista fu immediatamente panchinato da Allegri? Vidal, che nasce proprio in quel ruolo? Marchisio che nel 3-5-2 ha dimostrato di saperci fare? Pogba? No, Pogba non crediamo proprio... Quello del “volante basso” sarà sicuramente uno dei nodi più intricati da sciogliere, perché Pirlo non ha le caratteristiche per fare il De Rossi, Vidal non ricopre più il ruolo da circa quattro anni e Marchisio ha capacità di adattamento dimostrate, ma con un Bonucci dietro a fargli da libero, cosa non trascurabile. L'unico che pare sicuro del posto e del ruolo è Pogba: interno sinistro nella mediana a tre.
Il trequartista: chi lo fa? Vidal ha dimostrato che non è il Kevin Prince Boateng che Allegri sognava, né potrebbero esserlo Marchisio o Pogba, per cui necessita individuare chi potrà ricoprire un ruolo così fondamentale nello scacchiere tattico 4-3-1-2. I nomi, paradossalmente, sono tanti: Pereyra, Tevez, Coman e Giovinco, ma tutti e quattro sarebbero comunque adattati al ruolo. Pereyra ha dimostrato gran corsa e capacità di saltare l'uomo, ma non di avere due piedi educati all'ultimo passaggio o alla stoccata a rete; Tevez ha già ricoperto il ruolo ai tempi di Manchester, ha corsa, tecnica, intelligenza tattica, ma anche la ferma volontà di continuare a fare la seconda punta, meglio se libera da particolari dettami tattici imposti; Coman ha la giovinezza che aiuta, sia da un punto di vista atletico, che di comprensione del ruolo, lui che agisce più da seconda punta o da esterno sinistro nel tridente d'attacco; Giovinco in tanti anni di Juve, fra prima e seconda esperienza, ha dimostrato ben poco di quanto prometteva e comunque, per sua stessa ammissione, preferisce anch'egli il ruolo di seconda punta.
L'attacco: Se Tevez non venisse impiegato come trequartista problemi non ce ne sarebbero: di fatto dal 3-5-2 al 4-3-1-2 nulla cambierebbe; se invece venisse spostato in quel ruolo allora la coperta diverrebbe troppo corta, perché la coppia Morata-Llorente parrebbe mal assortita, in quanto Morata, che ne dica Allegri, è centravanti vero, solo all'occorrenza seconda o terza punta, mentre Coman deve maturare e Giovinco sappiamo tutti cosa può dare e cosa non può.
Siamo quindi di fronte ad un rischio calcolato, ad un'evoluzione auspicabile, ad un errore di valutazione tattica della rosa, ad un salto nel futuro europeo o ad un salto nel buio? Ad Allegri l'ardua sentenza.
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