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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Calcio giocato di F. ZAGARI del 10/11/2014 08:27:32
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E' sotto gli occhi di tutti che la due giorni di Champions League ha riservato per le compagini d'oltre Manica un severo ridimensionamento. Se il Liverpool offriva poche possibilità di vittoria vista la difficile trasferta al Santiago Bernabeu, Arsenal, Chelsea e Manchester City avevano la possibilità di aumentare, se non certificare matematicamente, le chance di qualificazione agli ottavi di finale. Invece è stato un flop, anche se per alcuni non determinante.

Il Chelsea ha mantenuto il comando di un girone dove con molta probabilità sarebbe stato primo anche il Southampton. All'Arsenal, anche grazie alla vittoria del Dortmund contro il Galatasaray, manca un solo punto in due partite per dirsi certo della qualificazione agli ottavi. Un check-in che al sessantesimo minuto del match contro i belgi era stato ampiamente vidimato. Per il City invece le notizie non sono buone. La sconfitta interna contro il CSKA ha relegato i ragazzi di Pellegrini all'ultimo posto in classifica ed il 25 novembre, se vorranno tenere acceso il lumicino della speranza, Aguero e compagni dovranno battere il Bayern Monaco di Guardiola. Insomma, seppur con i tedeschi già ampiamente qualificati come primi, il compito risulta davvero gravoso.La conta finale di questo turno infrasettimanale dice: quattro match, due pareggiati e due persi. E non è la prima volta.

Poi si guarda al monte ingaggi di certi Club, alla campagna trasferimenti, al numero di campioni che ogni anno sbarcano nella terra di Albione e si fa fatica a comprendere come mai si ripetono risultati deludenti. Per carità. Arsenal e Chelsea al prossimo turno si qualificheranno matematicamente, il City e i Reds con due vittorie nelle ultime due approderanno al tabellone di febbraio, ma l'attitudine a questa manifestazione continua a dimostrarsi lacunosa.

I motivi? Quasi inspiegabili. La Premier League si basa principalmente sul ritmo partita, elemento divenuto indispensabile nelle competizioni continentali e mondiali. In Premier League gioca un numero importante di elementi rappresentativi delle rispettive nazionali e dal livello tecnico molto elevato. Altra condizione indispensabile per risultare competitivo nelle varie manifestazioni. Come non ultima la presenza di quei tanto decantati "Top-player" fondamentali per fare la differenza. E anche in questo caso la Premier League ne è abbondantemente munita. Eppure qualcosa non funziona.

Oggettivo che lo storico dell'ultimo lustro evidenzia la propensione del calcio latino a primeggiare nelle manifestazioni per Club. Spagnole e portoghesi hanno fatto incetta di trofei. Non a caso, vuoi per la formula e vuoi per le differenze sostanziali nel campionato di appartenenza, le squadre iberiche stanno dettando le linee guida sulle attitudini del calcio continentale. Se si esclude il solo calcio tedesco campione del mondo, il dominio è evidente.

Champions League. Gruppo A: 1° Atletico Madrid (Spa); Gruppo B: 1° Real Madrid (Spa); Gruppo C: 4° Benfica (Por), con chance intatte di qualificazione; Gruppo F: 2° Barcellona (Spa); Gruppo G: 3° Sporting (Por), con chance intatte di qualificazione; Gruppo H: 1° Porto (Por), 4° Athletic Bilbao (Spa) già eliminato.

Con questo quadro a febbraio potremmo ritrovare sei squadre della penisola tra le migliori sedici d'Europa. Il rischio, riferito all'intera competizione, è quello di ghettizzare un torneo nato per misurare il diverso livello tecnico/tattico delle rappresentanti calcistiche del continente.
Il sorteggio al trentaduesimo di finale garantiva incertezza, conoscenza di nuove culture, la presa visione di un Club campione del proprio Paese, dei suoi elementi più rappresentativi. Il tutto offerto in match di andata e ritorno per decretare il più meritevole.
Così facendo si aveva un'ampia varietà di rappresentanti nelle fasi finali della competizione, dove l'outsider era all'ordine del giorno e ogni stagione era diversa da quella precedente.Tornare indietro un compito al limite dell'impossibile, andare incontro a manifestazioni che continueranno a produrre fotocopie la direzione, amara, in cui si sta procedendo.

Quali tasti toccare per rimediare alla situazione inglese non è dato sapere. La competizione interna continua ad essere elevata e questo non può far altro che contribuire allo sviluppo di un certo modo di pensare football. Il dover sempre e comunque giocare partite attente e concentrate sarà elemento da sfruttare, da mettere in pratica in campo internazionale. Può indubbiamente aver contribuito la stagione anomala post-mondiale. L'Arsenal su tutti ne è l'esempio in negativo, con una serie di infortunati che si rivedranno nel 2015. Quindi una condizione psico-fisica non ottimale che contribuisce alle prestazioni negative del periodo.

Con il calcio tedesco capace di immedesimarsi in qualunque epoca storica (oltre al Bayern che comanda il Gruppo E troviamo il Dortmund nettamente primo nel D, il Leverkusen in testa nel Gruppo C e lo Shalke secondo nel G), il British Football dovrà offrire nell'immediato risposte convincenti se non vorrà vedersi appaiare, almeno in termini di punteggi Uefa, da realtà come il calcio lusitano e il ritorno, seppur graduale, del calcio latino per eccellenza, quello italiano.


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