Proviamo a scorrere la classifica più o meno al contrario, partendo dall’Atalanta fino all’Inter, alla Samp e alla Juve, e leggiamola nelle parole dei presidenti. Si tratta di dichiarazioni sparse, senza particolare ordine cronologico. Ma che hanno tutte un comune denominatore: il piagnisteo.
Ruggeri , dell’Atalanta, uno dei meno “rumorosi”, al termine di un incontro con l’Inter arbitrato malamente da Braschi, commentò: «Arbitro scandaloso, vada in pensione», per poi aggiungere: «Certi fischietti si credono Hitler».
Spinelli , in seguito a due sconfitte consecutive, ebbe a dire: «Il Livorno è in credito con la fortuna... e non solo». Un modo neanche troppo velato per mandare un segnale del tipo: “ok, in queste due partite ci avete tolto qualcosa, ora restituitecelo!”.
Lo Monaco , memore di tristi precedenti casalinghi del suo Catania, immediatamente dopo una partita contro gli “onesti” si rivolgeva così a Collina: «Si è dimenticato o sottovalutato che l'ultima prestazione di Farina al Massimino prima di Catania-Inter era stata quella del 2 febbraio dello scorso anno, quando fatti tragici cancellarono quelli tecnici, che comunque furono clamorosi dal punto di vista arbitrale. Il Palermo vinse segnando un gol in fuorigioco e uno macchiato da un fallo di mano di Di Michele. Insomma, Farina non era certo l'uomo giusto da designare, soprattutto per una gara come questa». Lo stesso A.D. del Catania aggiungeva qualche parola diretta all’allora allenatore dell’Inter: « Mancini dovrebbe prendere atto di quello che sta dicendo il campo per quanto riguarda gli episodi arbitrali a favore della sua Inter. Lui, quando giocava nella Sampdoria, aveva ben presente il problema inconscio della sudditanza psicologica dei direttori di gara nei confronti delle grandi squadre».
È molto più recente lo sfogo di
De Laurentiis , che, in seguito ad una partita ricca di episodi contro il Palermo, si chiedeva: «Cosa bisogna fare con questi arbitri? Siamo alle solite».
Riguardo
Cellino , c’è solo l’imbarazzo della scelta. Di qualche anno fa una celebre uscita, al limite del surreale: «Non c'è sudditanza psicologica, c'è prostrazione voluta. Io non sono in grado di far diventare internazionale un arbitro se mi favorisce in qualche modo, altri sì. Se il Cagliari avesse avuto degli arbitraggi dolci, sarebbe primo in classifica con dieci punti di vantaggio».
Pochi giorni fa, dopo la partita contro i giallorossi, si è sentita la voce di
Stronati , presidente del Siena: «È normale che una squadra come la Roma condizioni gli arbitri». E dire che i suoi tifosi lo accusano di essere tifoso romanista!
Il Bologna strappa il pareggio contro la Juve a tempo scaduto, ma alla
Menarini non basta: «Su Di Vaio c'era un rigore grande come una casa. A me certi dubbi sono venuti, quando ho visto che l’arbitro non puntava dritto sul dischetto, sì, devo ammetterlo: mi sono venute strane idee pensando al passato».
Zamparini è uno “specialista” della lamentela, quindi è sufficiente guardare il quotidiano odierno o quello di pochi giorni fa, per trovare una sua dichiarazione: «Dato che la stampa non dà ampio risalto agli errori commessi contro il Palermo l’unico mezzo che abbiamo per far vedere quello che sta succedendo è elencare noi le penalizzazioni».
Lo scorso maggio, ad un passo dalla promozione in Serie A, il Bari veniva fermato dall’Empoli, anche a causa di una rete annullata dall’arbitro Brighi.
Matarrese era esplicito: «Un gol lo avevamo fatto, ed era regolare. Non è giusto! Diciamo pure che ci è stata rovinata la festa».
Per
Galliani , sarà anche vero che “gli arbitri possono sbagliare”, ma quando a farlo è stato Merk, durante la partita contro il Barcellona in Champions League, il dirigente rossonero ha sbottato: «Arbitro irritante. Mi hanno dato fastidio molte cose».
Sulla falsariga di Galliani, anche
Lotito predica bene ma razzola male. Pur vantandosi di non commentare mai l’operato degli arbitri, quando ha perso con la Juve se n’è venuto fuori così: «In condizioni normali questa è una partita che la Lazio non avrebbe mai perso, e non mi riferisco solo al gol annullato».
Rosella Sensi, dopo l’eliminazione della sua Roma per mano dei nerazzurri, reagiva così: «Sono arrabbiata, ho visto evidenti errori arbitrali a favore dell'Inter».
Campedelli ha spesso da ridire sull’operato dei “direttori di gara”. Una delle sue uscite più belle resta quella dell’anno scorso, al termine della gara contro il Genoa, pareggiata dal suo Chievo: «Oggi abbiamo battuto il record storico di dieci rigori subiti. Anche quello dato al Genoa mi sembra alquanto generoso. Nelle ultime quattro gare noi ne meritavamo almeno altrettanti, ma se per darci un rigore a favore devono vedere il sangue, basta che lo dicano… Io non chiedo più di quel che meritiamo, ma solo rispetto. Certo se continuano a mandarci certi arbitri…».
E anche
Pozzo , spesso vivace nei confronti degli arbitri, ha dato il meglio di sé al termine di una partita contro il Genoa: «Sinceramente con un arbitro così, che ieri ha diretto in una unica direzione dettata da un suo atteggiamento negativo, credo che nemmeno la moviola in campo sarebbe servita a nulla».
Ghirardi , presidente del Parma, non è tanto polemico quanto i suoi colleghi, nei confronti degli arbitri. Ma anche a lui è capitato più di una volta di perdere la pazienza. Indimenticabile la rabbia al termine di un incontro con la “solita” Inter (chissà perché, tanti hanno avuto qualcosa da dire proprio contro gli “onesti”…): «Esagererò, ma a mio parere è uno scandalo. In un anno non ho mai parlato di arbitri, ma adesso è troppo, non ce ne fischiano una giusta». Eravamo in gennaio ed effettivamente Ghirardi non aveva mai criticato gli arbitri. Ma di lì in poi è stato un fiume in piena!
Della Valle ultimamente non sembra molto appassionato di calcio e della sua Fiorentina. Ma fino allo scorso erano all’ordine del giorno dichiarazioni al vetriolo come questa: «sono indignato per quello che ho visto, un atteggiamento di tutta la terna arbitrale nei nostri confronti e da varie gare. Ci teniamo allo stile e a dare messaggi di fair play ma da questa sera sono disgustato». Effettivamente, un vero gentleman!
Preziosi , da qualche tempo, si trova nell’invidiabile posizione di essere costretto a difendere l’operato degli arbitri (e noi ne sappiamo qualcosa!), ma basta andare indietro di qualche anno per trovare attacchi in serie di questo calibro: «Se il calcio è malato, Saccani è l’espressione di questo calcio».
Un passo alla volta, siamo arrivati anche a loro: gli “onesti”, ma pure i più grandi autori di geremiadi nel panorama calcistico mondiale. Riportare anche solo un millesimo dei piagnistei di
Moratti & c. sarebbe impossibile: occorrerebbero migliaia di righe! Basti pensare che tanto hanno pianto negli anni passati da vedersi assegnato, come premio, anche uno scudetto!
Nell’antologia delle proteste dei presidenti, se ne vedono di tutti i colori. C’è addirittura chi, come
Garrone , ha trovato da ridire al termine di un’amichevole: «L’arbitro ha influenzato pesantemente la squadra. Ha espulso Marco Rossi per un fallo involontario e siamo rimasti in dieci».
Ma i veri protagonisti di questa breve analisi sono altri. Abbiamo visto che tutti, chi più chi meno, non perdono occasione per criticare, talvolta anche duramente, gli arbitri, anche solo se c’è il sospetto di essere stati danneggiati. C’è chi lo fa nel tentativo di trarre benefici nelle partite successive (se uno dice: “siamo in credito”, evidentemente si aspetta dei favori) e chi, più semplicemente, vuole essere arbitrato correttamente. Talvolta si sentono lamentele (un esempio è quello recentissimo della Menarini) anche quando proprio non ci starebbero. La tua squadra pareggia dopo essersi vista risparmiare un rigore contro (su Chiellini) grande come una casa? Chissenefrega! Piangiamo lo stesso! Male non fa…
Gli unici che non si sentono mai sono
Cobolli Gigli e
Blanc (senza contare i proprietari). Perché? Forse pensano che restare fuori dalla “gazzarra” porti qualche beneficio? Oppure è una questione di “eleganza”? In entrambi i casi, vengono in mente le parole di Malone (Sean Connery) al termine della sua splendida interpretazione negli “Intoccabili”, quando, puntando un fucile ad un sicario che voleva ammazzarlo con un pugnale, esclamava: «Sei proprio il tipo da venire ad una sparatoria con un coltello!». Nel nostro caso, mi pare che ci si vada addirittura in mutande!
Per una volta, voglio dimenticare ciò che di fatto è indimenticabile (l’atteggiamento di proprietà e dirigenza nell’estate 2006) e concentrarmi sul presente (come ci chiedono sempre di fare!). Beh, anche adesso la sensazione è che la nostra Juve sia nuda, indifesa. Al termine della vergognosa partita con il Genoa, l’unico ad andare di fronte ai microfoni per fare valere i propri diritti è stato Ciro Ferrara. Strano caso, uno dei reduci della “vecchia guardia”. Dalla dirigenza, il solito silenzio. Dalla proprietà… non ne parliamo! E intanto l’Inter vinceva (anche) grazie ad una rete in fuorigioco, mentre noi pareggiavamo per una rete buona annullata. Al termine della partita con il Bologna, ci tocca sentire la loro presidentessa indicarci come ladri di vecchia memoria. Nessuno che le risponda a tono? Deve rifarlo Ferrara? Oppure dobbiamo sperare che a difenderci siano Caressa, Bergomi e Pistocchi?
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