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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di R. SPINELLI del 20/11/2014 08:25:12
Balo, Conte e Pepe: la solita deriva gossippara

 

E così, a quanto pare, anche l’ultimo episodio della telenovela del “calciatore precedentemente noto come Mario” è giunto a conclusione.

La vicenda, credo, è ormai nota a tutti: fallita, nonostante una campagna stampa favorevole quasi senza precedenti, l’ennesima occasione di riscatto al mondiale brasiliano, con contorno di dichiarazioni polemiche dei senatori azzurri (e, si dice, anche qualche “chiarimento” privato andato oltre le parole), Balotelli si è improvvisamente trasformato in un ulteriore cerino acceso lasciato tra le dita del neo-CT Conte che, si vociferava, non avrebbe potuto esimersi dal convocarlo per via degli intrecci con lo sponsor tecnico della nazionale, di cui Balotelli è uno dei testimonial principali.

Escluso dalle prime chiamate di Conte, l’attaccante del Liverpool, in uno dei momenti più negativi della sua carriera, e piuttosto sorprendentemente, è stato messo alla prova, ed ha avuto la sua occasione di riscatto.
More solito, nonostante le parole di Conte non lasciassero dubbi sulle sue reali motivazioni e intenzioni, il chiacchiericcio è immediatamente ripartito: “visto?” – si diceva – “ha fatto il duro per un po’, ma alla fine anche lui si è piegato al volere dello sponsor che gli paga lo stipendio”.
Ma il giocattolo si è subito rotto, Balotelli ha lasciato il ritiro azzurro ancor prima della prima partita (ufficialmente per un problema fisico), salvo poi essere scaricato, pubblicamente e senza appello, dallo stesso Conte in conferenza stampa.

Ora ho pochi dubbi che fior fior di opinionisti, commentatori, chiacchieratori da bar, dimentichi di quanto dicevano fino al giorno prima, sprecheranno fiumi di parole sul talento sprecato, sui problemi caratteriali, sull’educazione di Balotelli.
Personalmente ritengo che non ci fosse bisogno di un’ennesima conferma per avere il quadro della situazione: per cui “circolare gente, non c’è niente da vedere”.

Quello su cui vorrei porre l’accento è invece l’ennesima dimostrazione della deriva “gossippara” e parolaia di cui è da tempo vittima il giornalismo italiano, sportivo e non.
Perché le parole di Conte sono sempre state estremamente chiare, il suo comportamento e le sue scelte assolutamente coerenti: non c’è mai stato alcuno spazio per fraintendere.
Ma ormai anche dire la verità, chiara e forte, è diventato inutile: c’è sempre qualcuno che ne sa di più, che è pronto a svelare “inquietanti retroscena” e, nonostante la realtà dei fatti sia lì, in bella mostra, ecco pronta la nuova leggenda metropolitana, il nuovo pettegolezzo che all’improvviso si scolpisce, granitico e immutabile, nella mente dei tanti che si cibano dei titoli di giornali, dei talk show, delle succose rivelazioni internettiane del primo che passa che, però, “ha l’amico che sa” .

Analogamente (mi si perdoni il triplo salto mortale), nemmeno chiudersi in un dignitoso silenzio serve più a nulla: e allora ecco che un infortunio grave e doloroso come quello che da più di due anni tormenta Simone Pepe diventa magicamente una copertura per nascondere chissà quale vizio del giocatore. E l’unico modo per difendere la propria dignità rimane il piegarsi alle logiche di questo modo di fare informazione, e mostrare al mondo le ferite e le sofferenze che si sono dovute patire.

Sempre che basti, poi, visto come ancora oggi anche giornalisti teoricamente seri come Gramellini, parlando di tutt’altro, non perdano l’occasione della facile battuta e descrivano Paparesta come “l’artibtro che Moggi rinchiuse in uno sgabuzzino”.
Sto divagando?
Può essere: ma non è forse proprio così, che hanno reso possibile l’indegna farsa di Calciopoli?

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