"Credo che avesse ragione, l'unica cosa è che adesso fuma troppo e allora devo allontanarmi da lui per proteggermi (ride, ndr). Ma aveva ragione al 100% nel lottare contro queste cose". (
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Sono le parole di Rafa Benitez rilasciate nella conferenza stampa alla vigila della partita del Napoli con Cagliari di Zeman. Riferimenti non troppo velati a calciopoli e al doping.
Viene naturale chiedersi, dopo l’ennesima sviolinata strappa applauso: cosa ha fatto di così straordinario Zeman? Ha mosso accuse generiche, senza poterle provare, che hanno colpito una sola società e che non hanno portato a nulla di concreto se non, alla lunga, a falsare i risultati del campo. Non hanno sicuramente risolto i problemi visto l’attuale stato del nostro calcio.
La lotta al doping ha finito per essere un pretesto per colpire la sola Juventus (che ricordiamo è stata assolta nell’unico processo per doping che ha coinvolto una squadra di calcio in Italia) mostrando la fragilità di un sistema incapace di andare oltre al preconcetto del “comune sentimento popolare”.
Lo scandalo di calciopoli, se veramente letto nel suo complesso, intercettazioni nascoste, prescrizioni ad orologeria, scudetti di cartone compresi, ha mostrato proprio la fragilità di un intero sistema che, anche davanti alle evidenze, non si è saputo proporre né in modo super parters, né è stato capace di ristabilire la verità.
Se Zeman rappresentasse realmente quell’ideale comune che tutti gli hanno cucito addosso, dovrebbe utilizzare la sua popolarità proprio per denunciare le carenze di un sistema che ha voluto solo colpire una società e non risolvere i problemi di un intero movimento. A meno che, trovare un modo per condannare la Juventus non fosse l’unico e vero obiettivo di molti. E’ chiaro che se Zeman si esponesse in tal senso non solo non rappresenterebbe più qualcosa di interessante, mediaticamente parlando, ma perderebbe la sua popolarità.
Quello che colpisce è vedere come uomini di sport, come in questo caso Beneitez, che sanno di arrivare al vasto pubblico dei tifosi, non fermarsi un attimo a riflettere prima di sposare una causa come questa. Una superficialità che “non fa bene al calcio”, che non fa chiarezza e che continua ad alimentare quelle chiacchiere da bar che, a furia di elevarle a giustizia divina, hanno finito per far scomparire completamente la cultura sportiva nel nostro Paese.
Basterebbe avere un minimo di senso di responsabilità e non addentrarsi in argomenti di cui non si conosce altro se non la genesi. Questo modo di fare alla lunga ci sta spingendo verso il baratro.
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