Stamattina, invece del perfido suono della sveglia, ho aperto gli occhi al dolce sentire di queste parole: “Non mi svegliate ve ne prego, ma lasciate che io dorma questo sonno … perché volete disturbarmi, se io forse sto sognando un viaggio alato”. Sì, stamattina il mio risveglio è stato accompagnato dalle dolci note del Banco del Mutuo Soccorso, evocate della grande vittoria di ieri pomeriggio sul Torino. Un Toro come non si vedeva da anni, che giocava a calcio senza l’usuale bava alla bocca, che si è opposto a noi giocando a viso aperto e per lunghi tatti alla pari, col solo accorgimento di affollare maggiormente la parte centrale del nostro fronte offensivo (e se abbiamo sfruttato poco le fasce, è stata colpa nostra.
Grazie, Pirlo, per quel capolavoro, quell’eurogol, quel tiro micidiale che non è una ”maledetta”, non è una “palombella”, ma semplicemente un missile rasoterra a fil di palo che non paravano nemmeno se c’erano Gillet, Castellazzzi e Padelli insieme.
Grazie, Pirlo per i tre punti che ci mantengono invariato il vantaggio sulla Roma, che era avvantaggiata dal turno di campionato che prevedeva una specie di passeggiata casalinga contro i poveri nerazzurri.
Grazie, Pirlo: se tu non avessi segnato quel gol, i giornalisti avrebbero raccontato di te come protagonista di una partita scialba, di un Pirlo stanco, fuori forma, che si limita al suo compitino perché il fisico non lo sorregge, perché, ahimè, ormai è finito.
Grazie, Pirlo: il tuo gol mette in secondo piano la rete dell’uno a uno del Torino. T’immagini quanti
pipponi avrebbero scritto di Peres, se la gara fosse finita uno a uno? Dando a Peres quanto gli appartiene, io, nonnetto per età ma non per nipotini, gol così li ho visti fare, seppur in simmetria assiale, solo a un certo Gigi Riva. Auguri a Peres, che si ripeta. Contro la Roma, magari.
Grazie, Pirlo, il tuo gol ristabilisce quella porcheria di scherzo, quell’uno a zero, quella sontuosa ingiustizia che la sorte ci ha giocato a Marassi contro il Genoa.
Grazie, Pirlo, il tuo gol ci conferma che quando serve che tu prenda la squadra in mano, tu ci sei. Sempre.
Grazie, Pirlo, per aver tramortito tutti i gufi che già gongolavano gonfiando le penne, vedendoci già con un solo punto di vantaggio sulla Roma.
Grazie, Bonucci. Che c’entra Bonucci in questo peana a Pirlo? C’entra, per aver avviato, a dieci secondi dalla fine del recupero, quell’asse Bonucci-Morata-Vidal-Pirlo che ci ha portato alla conquista dei tre punti.
E allora grazie anche ad Allegri. Qualche mese fa, mai avrei pensato di avere la possibilità di ringraziarti, cugino labronico e indesiderato sostituto del mio amato Conte. Però hai gestito la transizione della disposizione in campo della squadra in maniera intelligente, ma con la giusta elasticità mentale per modificarla quando serve, mentre la nostra Juve ci diverte col bel gioco e con i risultati. Anche ieri, pur equilibrando la squadra con Ogbonna dopo l’espulsione di Lichtsteiner, hai provato a vincere la partita giocando a tre dietro e con gli esterni alti: non per niente, Bonucci era così alto per andare a rubare quella palla a Benassi.
Grazie, Pirlo? Avrei anche potuto titolare “Fiuuuu!”, come il cartello apparso allo Stadium subito dopo il gol di Pirlo. Fiuuuu! per lo scampato pericolo della nostra amata creatura a strisce bianche e nere. Fiuuuu! anche per lo scampato pericolo che ha corso il vostro scrivano, se, in caso di uno a uno qualcuno avesse ricordato le ultime cinque righe, tra il trionfalistico e l’ironico, postate solo sabato in “Vigilia di Derby”. Fiuuuu!
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