Calciopoli ci ha fornito diverse occasioni per capire cosa significa giudicare con “due pesi e due misure” episodi simili. Anche se sono passati otto anni dallo scandalo, chi decide di affrontare l’argomento, cade ancora nel giudizio ad personam.
Il 29 novembre, sul “Il Fatto Quotidiano”,
Vincenzo Iurillo, firma un articolo dal titolo: “
Moggi & C. colpo di spugna. L’ultimo atto di calciopoli fissato in cassazione il 22 gennaio. Quasi certo l’annullamento delle condanne”. L’incipit dell’articolo è chiaro già dalle prime righe dove leggiamo: “
Non c’è fretta al Palazzaccio per Big Luciano e la cupola di Calciopoli. Pazienza se la prescrizione galoppa più veloce di un cavallo imbizzarrito e sta per cancellare tutto o quasi”. Proseguendo nella lettura evidenziamo anche questo passaggio: “
hanno lasciato in piedi la solo accusa di capo e promotore dell’associazione a delinquere che avrebbe truccato alcuni campionati degli anni 2000”. Il caso: “
Ci troveremmo di fronte ad un quadro paradossale: i ‘capi’ della cupola salvi grazie alla prescrizione”. Il punto secondo Iurillo è che il reato decade dopo 8 anni e 9 mesi, sempre che il Pg non riesca a dimostrare che l’associazione a delinquere sia proseguita dopo il 2005.
A parte la
superficialità con cui affronta l’argomento che traspare chiaramente quando scrive: “
avrebbe truccato alcuni campionati” (la sentenza lo ha escluso!), ma l’attenzione verso la prescrizione è veramente assurda. Assurda perché in questa vicenda chi può essere accusata di aver goduto dei benefici della prescrizione è l’Inter di Moratti e con lei tutte le società coinvolte nello scandalo che solo grazie al tardivo interessamento della giustizia sportiva non sono state chiamate a giustificare, all’interno di un’aula di tribunale, le presunte accuse di illecito. Un vantaggio non da poco se considerate il fatto che oltre ad aver goduto della prescrizione, ha anche ottenuto uno scudetto a tavolino per “onestà” e la possibilità di giocare per anni un campionato con avversari indeboliti dallo scandalo o addirittura retrocessi.
Siamo degli attenti lettori di ogni novità su calciopoli e non possiamo fingere di non aver notato che attualmente, a livello mediatico, si voglia far pesare l’eventuale prescrizione come l’unica via di salvezza per Moggi,
spostando ancora una volta le attenzioni da quelle realtà emerse che dovrebbero invece indignare i depositari di così tante etica.
Lo stesso Varriale, durante la puntata del “Processo del Lunedì” del 24/11/2014 aveva stuzzicato Moggi in diverse occasioni sulla prescrizione: "
Perché adesso il processo penale verrà prescritto, lei non rinuncia alla prescrizione giusto?”, ed ancora "
Però c'è il discorso che riguarda la prescrizione, c'è il discorso, ci sono due gradi di giudizio più il terzo che va in prescrizione".
Non sappiamo dove in realtà si voleva arrivare con questo articolo ma è intuibile cosa voleva aggiungere ad una vicenda che di pagine nere ne ha già scritte tante: dare certezze a sostegno di una condanna che fa acqua da tutte le parti. Certezze che solo illusoriamente possono fornire articoli come quello di Iurillo che si diverte a puntare il dito verso Big Luciano, mostrandosi poco informato sui contenuti delle sentenza e contestualmente desideroso di poter parlare di una nuova condanna. E al diavolo il buon senso e l’etica professionale, se solo il Pg riuscisse a far accogliere “
una tesi non priva di qualche fondamento: l’associazione a delinquere di Big Luciano si sarebbe prolungata anche al campionato 2005-2006. C’è un dato certo: i tabulati delle schede telefoniche riservate provano che Moggi & C. si sono mantenuti in stretto contatto anche durante quel campionato anch’esso vinto dalla Juventus. Insomma il sodalizio si sarebbe sciolto solo il 12 maggio 2006 con la notifica degli avvisi di garanzia”.
I tabulati muti di quelle schede presumibilmente attribuite a Moggi. Siamo a questo livello e magari Iurillo pensa anche di essere credibile.
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