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Attualità di P. CICCONOFRI del 10/12/2014 15:29:49
La giustizia sportiva colpisce ancora

 

Se qualcuno non avesse ancora chiaro chi detiene il vero potere in Federazione, la giustizia sportiva si è resa protagonista di un altro episodio che si presta ad essere un esempio esplicativo di un modus operandi oramai collaudato.

Il fatto. Il 26 settembre 2014, Lotito aveva dichiarato, riferendosi a Marotta: "Con un occhio gioca a biliardo, con l'altro mette i punti". Una battuta di cattivo gusto che, una giustizia sportiva ben funzionante che ha alle spalle una Federazione super parters, avrebbe dovuto punire immediatamente con il deferimento e relativo provvedimento. Tutto tace per giorni fino quando, a metà novembre, i quotidiani sportivi iniziano a far trapelare la notizia del patteggiamento tra Lotito e la procura federale per un importo pari a € 10.000,00 e la conseguente chiusura del fascicolo che, nel silenzio più completo, senza nessun spiffero mediatico, nel frattempo sembra essere stato aperto dal procuratore Palazzi. Non seguiranno scuse ufficiali di Lotito a Marotta e l’accordo tra il vice Tavecchio e la Figc sembra essere il solito escamotage per evitare il giudizio che avrebbe potuto portare all’inibizione temporanea del patron della Lazio.

La storia ovviamente non finisce qui. La Juventus e Marotta chiedono più volte la deroga alla clausola compromissoria per poter querelare Lotito. La riposta negativa arriverà, con un tempismo indegno, il 1 dicembre perché nel frattempo la FIGC di Tavecchio ha tacitamente ratificato la proposta di patteggiamento. A Marotta viene comunicato che, essendo intervenuta la giustizia sportiva (il giorno prima), non può essere concessa l’autorizzazione.

Siamo nuovamente a cogliere come l’orologio della giustizia sportiva sia perfettamente sintonizzato con il “potere”che tutti vedono sempre più nelle mani di Lotito e che situazioni come quella appena descritta non fanno che mostrare in modo ancor più chiaro.
Decisioni ad orologeria che da sempre rappresentano l’arma in più di chi detiene il “potere”in Federazione. Basti ricordare il processo lampo di calciopoli, le radiazioni ad personam per gli ex dirigenti juventini, il patteggiamento secretato con Preziosi, la famosa relazione di Palazzi che veniva resa nota contestualmente con la prescrizione per i nerazzurri, i deferimenti per il calcioscommesse diretti ad Antonio Conte a cui è seguita una condanna perché “non poteva non sapere”, il deferimento partito dopo più di un anno per l’allenatore Garcia che ha infranto la regola sull’uso delle ricetrasmittenti durante le partite …

Alla luce della lunga casistica di episodi, una cosa appare chiara: la Juventus ed i suoi tesserati sono i meno tutelati dalla giustizia sportiva.

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