di Gala & Marcolanc7a giornataMa che
brutta Juve! Brutta davvero, sorprendentemente e oltre le più pessimistiche previsioni.
Una prestazione, quella di Palermo, che, nonostante le avvisaglie dell’ultimo periodo fossero sintomatiche, può essere definita una delle peggiori dell’ultimo triennio.
Perdere una partita può anche starci. Perderla senza alcun accenno di grinta, reattività e orgoglio non deve mai essere nelle caratteristiche della Juve.
Il pur secco risultato di 2-0 a Palermo può paradossalmente essere visto, attraverso una magra consolazione, anche come l’unica nota positiva della serataccia bianconera, proprio perché solo per pura casualità il tabellino finale non ha raggiunto connotati tragici. Evitata dunque la figuraccia dal punto di vista numerico, non dal punto di vista della qualità della prestazione.
È scontato mettere dietro la lavagna tutti quei cultori dell’ottimismo, del facile entusiasmo, di cui noi abbiamo sempre diffidato: la sensazione avvertita è che, oltre qualche problema in rosa, manchi nello spogliatoio ed in società una figura di peso che aiuti a gestire i periodi di crisi.
L’anno scorso Ranieri (che non rimpiangiamo, sia ben chiaro!) è stato lasciato solo, pagando a caro prezzo la sua poca ambizione ed i suoi limiti caratteriali; quest’anno non vorremmo che a farne le spese sia l’inesperienza di
Ciro Ferrara. Comunque vada, noi non ci accontenteremo di “facili capri espiatori”:
il pesce puzza dalla testa. E alla testa di questa Juve non ci sono Ferrara, Secco o Cobolli. E neanche il pluri-incaricato Blanc. I primi responsabili degli sfaceli attuali sono altri, che stanno ai vertici della scala gerarchica bianconera. E che da quando sono arrivati hanno portato solo tristezza e rancore.
Detto ciò, ci auguriamo che la pausa per la Nazionale riporti il barometro sul bel tempo, sperando e confidando che il mister abbia la forza caratteriale (sempre palesata da calciatore) per poter gestire questo periodo.
Mentre il disastroso
Poulsen (che sta addirittura ispirando ironici gruppi su facebook!) conferma sempre più la sua non idoneità a giocare in una squadra competitiva, è necessario evidenziare negativamente nel grigiore generale la prestazione di
Melo che, grazie alle sue amnesie, ha regalato ancora una volta un gol agli avversari. Troppe sbadataggini, troppi errori, troppi soldi pagati per l’acquisto, troppo entusiasmo: quando il troppo stroppia!
Fatto sta che è da un po’ di settimane che il fattore “buono della rubrica” non è in bianconero. E questo è un motivo di enorme rammarico.
Lasciamo stare per un po’ la nostra povera Juve e guardiamo il resto.
Ormai gli
errori arbitrali stanno diventando la costante negativa di questo inizio campionato: gravi errori di valutazione sia a Firenze che a Genova (gol fantasma di Giardini, non attribuito ai Viola, e rigore netto negato alla Samp fermata sul pari con il Parma), mentre a Bergamo il direttore di gara ha pensato bene di dispensare sviste in maniera bipartisan, tanto all’Atalanta quanto al Milan. A proposito. Se la Juve sta male, c’è chi sta molto peggio: il
Milan ne è un chiaro esempio. La squadra che un paio di anni fa saliva sul tetto d’Europa ora fatica a raggiungere il pareggio contro un’Atalanta costretta all’inferiorità numerica per buona parte dell’incontro.
Ma torniamo agli arbitri. Come afferma il responsabile dei fischietti, sono giovani e devono acquisire esperienza. Lo ama ripetere e chiarire
Collina, che invece pare non abbia intenzione di spiegare quali rapporti extracalcistici lo leghino a
Papi, il quale agisce in qualità di assistente nei campi di calcio, ma che di mestiere fa il commercialista (quindi assistente…) per i conti e le attività dell’integerrimo “rain man” di perugina memoria.
Questa notizia non ha avuto grande impatto sui media (chissà perché?). L’unico ad andare controcorrente pare essere
Oliviero Beha, che ogni domenica sul tg3 ci ricorda quanto sia ipocrita il calcio post-farsa.
Ad inizio campionato avevamo visto un
Totti in fase calante: qualche screzio di troppo con l’allenatore, la situazione societaria traballante e gli acciacchi dell’età evidenziavano un giocatore ormai incapace di rialzarsi, trascinando con sé anche la Roma.
Ieri il Capitano “core de Roma” ha smentito tutti con i fatti: prestazione da applausi, non solo per il contributo fondamentale per la vittoria con il secondo gol (e che gol!), ma pure per la caparbietà che l’ha portato a rimanere stoicamente in campo, nonostante l’infortunio rimediato proprio nell’azione della rete. Insomma, un leader che si è ritrovato a beneficio della sua squadra.
A parlar del bello ci prendiamo gusto e facciamo l’usuale capatina fuori dal guscio calcistico, celebrando la vittoria della
nazionale femminile di volley agli Europei.
Doppio bello: per il piacere meramente estetico, ma soprattutto per il lustro dato allo sport italiano, che se attende soddisfazioni dal calcio italiano fuori dai confini dovrà munirsi di lunga pazienza. Il nostro, ormai, è calcio minore. Rassegniamoci!
Un ultimo pensiero va alle
famiglie colpite dal disastro idrologico avvenuto in Sicilia. In questi casi, è inutile cercare colpevoli a destra o sinistra. Purtroppo, l’avidità non ha collocazione precisa, ma accomuna troppi individui, tanto da una parte quanto dall’altra. E getta fango sulla credibilità dello stesso genere umano. Il guaio è che quel fango spesso uccide. Per davvero.
Commenta l'articolo sul nostro forum!