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Editoriale di S. BIANCHI del 20/12/2014 11:09:42
Azzerare vertici ed organismi di Federcalcio

 

Facendo parte di un sistema, se ne devono rispettare le regole, che devono essere condivise e rispettate da tutti: chi non segua tali regole, nel rispetto dei suoi diritti d’imputato, sia giudicato ed eventualmente condannato. Chiamatelo giustizialismo, se volete, ma se in questi termini, è anche la miglior forma di garantismo per tutti. Garantismo di che, se si parla di campionato di calcio? Della sua regolarità, pare ovvio.

Una regolarità che manca da tempo nel campionato italiano. Almeno dal 2006. Non serve molta memoria, per ricordare la giustizia sportiva di Farsopoli che inventa il reato di “illecito strutturato”, per riuscire a colpire l’unica società, che in barba ai baffi rossi d’Auricchio, sarebbe stata l’unica non condannabile. Una condanna resa possibile anche da altre manovre (sostituzione di magistrati, riduzione di un grado di giudizio, quasi azzeramento dei tempi a disposizione della difesa, ecc) più che discutibili in quanto perpetrate ad personam ed a posteriori, da un commissario della Federcalcio incrostato dentro e fuori dal conflitto di interessi. Una giustizia ingiusta nella sostanza, nella forma e nei tempi, che come avesse il variatore del mitico Ciao della Piaggio, riesce ad andare al massimo perseguendo i bianconeri, ma va pian pianino, fino a fermarsi, quando si tratta di valutare, e sanzionare, il patteggiamento dei dirigenti interisti, in sede di giustizia penale, per il passaporto falso di Recoba. Con l’Inter, che invece di perdere a tavolino tutte le gare dove aveva schierato il falso oriundo, si vede regalare addirittura un titolo tricolore.

Una giustizia sportiva ridicola, per non dir peggio, che si autocertifica tale col proprio comportamento e con le motivazioni che ha il coraggio di rendere pubbliche, quando squalifica un allenatore: il nostro, guarda caso. Così Antonio Conte che si prende una condanna di sei mesi, basata su un testimone attendibile come Pinocchio, non per la mancata denuncia di un illecito di cui era a conoscenza, ma perché “non poteva non sapere” dell’illecito: ma che mentula (avrebbero detto i latini) di discorso è?

Una giustizia sportiva dalla pazienza degna del biblico Giobbe, ma solo verso alcuni: viene da pensare che ci siano, anche qui, figli e figliastri. Beneficiato della bonaria pazienza che il Dottor Palazzi ha verso di lui, ma non verso altri, è il Signor Garcia, noto allenatore romano che si fa ripetutamente telecomandare dall’alto come un burattino, in maniere illegale, nonostante i ripetuti buffetti sanzionatori. Cosa aspettano a squalificarlo e/o a togliere punti in classifica alla sua squadra?

Non è che in tempi più recenti, la giustizia sportiva abbia iniziato a far onore al suo nome. Vorrei proprio sapere come fa, questa giustizia sportiva, quando si fa la barba in bagno la mattina (è noto che al di là del nome, la giustizia sportiva è notoriamente di sesso maschile, altrimenti sarebbe migliore), a guardarsi nello specchio senza vergognarsi, a ripensare ai Lotiti che offendono e se la cavano in extremis con una multarella, mentre i Ferrero vengono serviti di multarella più squalifica? Non vede, questa giustizia sportiva, salire alle guance un certo rossore, certamente non virginale?

Basta! Bisogna ristabilire le regole, dotarsi di controllori delle stesse e di giudici che ne sanzionino equamente e prontamente il mancato rispetto. Essendo nozione comune e condivisa che il pesce notoriamente inizi a puzzare dalla testa, facciamo una bella tabula rasa (scusa, Lotito, per il latinismo, avrai le royalties), iniziando a procurarci un vertice della Federcalcio che non ci faccia deridere al di là delle Alpi. Via quel Tavecchio pregiudicato dalla giustizia italiana e condannato da tutti gli organi sportivi internazionali (ma non dalla FIGC) e dentro un Commissario che azzeri tutto e, nominati dei saggi (non come quelli di Guido Rossi) apra un’inchiesta sulle malefatte della Federcalcio dal 2006 ad oggi. Un Commissario che, al momento di scegliersi i consiglieri, lo faccia non per gratitudine agli sponsor, ma nominando persone adamantine e prive di condanne della giustizia ordinaria, pur se solo di primo grado. Dei consiglieri che non facciano battute su biliardi e segnapunti, perché se si dovesse iniziare a parlare delle persone per i difetti fisici, l’amico di Tavecchio sarebbe messo male. Via Palazzi, che negli anni ha dato svariate prove di non essere proprio imparziale. Dateci infine questa maledetta moviola in campo: non azzererà tutti i mortivi di disaccordo, ma riducendone sensibilmente il numero, darebbe meno adito agli idioti, agli impotenti ed agli invidiosi di urlare al complotto ad ogni piè sospinto. In modo, infine, che Puponi e Pupazzi si convincessero che, se stanno dietro, è perché non sono all’altezza dei primi. O perché quello che manovra Garcia dall’alto è un incapace.

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