Cominciamo dalla fine.
O meglio dall'ultimo segnale: quel
gemellaggio che i tifosi viola hanno stipulato con quelli del Liverpool.
La città, simbolo di storia, arte e cultura accoglie ospitale chi viene da fuori anche se avversario. Nulla di male anzi, dovrebbe essere scontato in ogni città, in qualsiasi rappresentazione, nelle assemblee pubbliche, nelle camere del potere e perché no, nelle riunioni di condominio.
Sarei stupido se mettessi in dubbio o obiettassi i principi della convivenza, della giusta accoglienza, della civiltà e Firenze ne é una delle culle da sempre.
Ma se coloro che vincolano l'amicizia, scambiandosi sciarpe e unendo le voci, non sono tra i più fulgidi esempi di civiltà, allora il sospetto si insinua nella mia mente: legarsi a quel nome "Liverpool"
é un tatuaggio di spregio al nemico bianconero , disegnato per disprezzare un antico ma incancellabile dolore, dolore di morte.
Avete bruciato la mia bandiera bianca e nera di tanti anni fa «
che sventola, tutta piena di macchie di sangue, tutta rosa dai topi, me la tengo come l'oro, la custodisco come un gioiello, siamo morti per quella bandiera »
La rabbia e l’orgoglio .
Sono Juventino, profondamente, autenticamente e intimamente Juventino. Ho subito e subisco quella mutazione nell'esserlo: da distaccata e incurante superiorità, alla rabbia e l'orgoglio per le conseguenze della farsa.
Quella farsa che, oltre l’amara ferita del depauperamento tecnico, ha creato in molti l’illusione che il nuovo corso, tutto “pacche sulle spalle e sorrisi” portasse benefici.
Il simpatico trae benefici.
Balle, perdonatemi il termine, ma balle.
L’attacco continua, giorno dopo giorno con l’interlocutore nemico che varia a seconda delle situazioni e dell’opportunità che gli viene data.
Ha cominciato l’asse Lotito/Sannipoli/Corriere dello Sport in occasione della partita vinta a Roma contro la Lazio, attacco magistralmente rinforzato con il commento della giornata di Emanuele Gamba pubblicato da Repubblica.it che così riportava: «La Juve va avanti a colpi di vittorie e spintarelle arbitrali, come ai vecchi tempi che qui ricordano con struggente malinconia».
Hanno continuato Menarini e Papadopulo dopo il pareggio contro il Bologna evocando «strane idee pensando al passato» e sottolineando le «scelte personalissime» fatte dall’ arbitro:
il passato che ritorna, il presente come il passato .
Gasperini stesso, pur non nominando la Juve, non ha commentato il rigore non concesso al suo Genoa contro l’Udinese perche «negli ultimi giorni ha assistito a degli imbarazzanti voltafaccia», qualcosa di ridicolo e patetico ( riferendosi al match precedente contro la Juventus).
Alla Juve «gli sta bene. Gli sta bene», urlano « vittoria, vittoria!!!» in base alle loro teorie giornalisti, addetti ai lavori, allenatori, opinionisti, «cicale di lusso».
Attaccate la Juve, attaccatela:
se la Juve crolla, crolla il calcio Italiano. Crolla la Juve? crollate anche voi milanisti, interisti, laziali romani, giornalisti, opinionisti, allenatori e italiani.
Vincete un mondiale senza la Juve, vincetelo senza, vincetelo.
La rabbia e l’orgoglio .
Il mio pezzo d’esordio in questa splendida avventura con giulemanidallajuve richiamava il tifo bianconero a capire che tifare Juve era un‘assunzione di responsabilità.
Bisogna ancora capirlo se é vero che di fronte alle ultime dichiarazioni di Zeman si é dato spazio e credito e qualche applauso per le sue stilettate contro Mourinho, definito “un cultore del brutto gioco, più bravo a gestire i giornalisti che non ad allenare”.
Pochi hanno notato o voluto evidenziare quelle sue lamentele a motivazione delle sue sconfitte sul campo, in Italia come all’estero, all’olimpico come nelle periferie di Belgrado, «purtroppo in quegli anni non si poteva lottare per lo scudetto, perché come si è visto i titoli erano già assegnati prima». “In quegli anni” era ben prima del 2006, in quegli anni non è riuscita neppure farsopoli ad arrivare.
Silenzio, silenzio, colpevole silenzio: «
ma non capite o non volete capire che se non ci si oppone, non ci si difende, se non si combatte» verremo annientati?
No, non lo capite, perche rispondete gaudenti al sondaggio del giornale sportivo di Torino, capace solo di chiedervi cosa ne «pensate dell’attacco di Zeman a Mourinho?», non lo capite e siete solo «cicale di lusso», anche voi eccellenti tifosi vip che partecipate ai programmi sportivi, che dirigete le testate giornalistiche.
Potrebbero essere i nostri generali ma non lo sono «né contenti né scontenti. Se ne fregano e basta» ed è per questo che «sono molto molto arrabbiato, d’una rabbia fredda, lucida, razionale, che elimina ogni indulgenza. Che mi ordina di rispondergli e anzitutto di sputargli addosso. Io gli sputo addosso».
Chiudo cosi questo pezzo liberamente (ed umilmente) ispirato al memorabile e discusso editoriale “la rabbia e l’orgoglio” di Oriana Fallaci.
Capisco bene che quel dolore era figlio di una immane tragedia e questo dolore, assai più modesto ed intimo, lo é di una farsa ma, il dolore come l’orgoglio e la rabbia, non si possono misurare.
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