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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di C. NOLA del 08/10/2009 13:48:40
Addio ad entrambi

 

È notizia di queste ore: lascia, anzi lasciano la Juve due dei personaggi più controversi che la nostra gloriosa storia abbia mai conosciuto: il Dr. Cobolli e Mr. Gigli.
È difficile trovare sentite parole di commiato per un personaggio che, più di una volta, mi ha fatto profondamente vergognare per le sue esternazioni, quindi non proverò ad essere distaccato.
Arriva in quell’estate che rimarrà impressa a fuoco nella pelle di tutti noi; si insedia come Presidente e già il semplice paragone “del nome” con i suoi predecessori fa rabbrividire.

Partiamo da una semplice domanda: chi è Cobolli Gigli?
Non parlo del professionista, non mi interessa la sua carriera, parlo del Cobolli Gigli juventino, perché mi auguravo e illudevo che le cariche istituzionali della Juventus fossero a prova di bomba in quanto a fede.
Chi é costui? Ha mai visto una partita dal vivo prima d'ora? Conosce a memoria la formazione della seconda stella? (Zoff, Gentile, Cabrini… I ragazzi della mia generazione ne facevano una sorta di parola d'ordine) Ha mai sofferto per i nostri colori come ognuno di noi? Domande che, ahimè, trovano presto risposta.
La prima frase che gli sentii proferire nel tremendo agosto 2006 fu: "Io non sono arrabbiato, sono incazzato nero…", in riferimento alle richieste di Sandulli che ci volevano in C a meno 6. Vi confesso che nella totale confusione di quei giorni, nella rabbia e nell’incredulità, presi quelle parole come un qualcosa a cui aggrapparmi per non sprofondare.
Naturalmente, ho dovuto riemergere dal baratro da solo.

Nel corso di questi tre anni di mandato, Cobolli Gigli non ha mai mancato di farci sapere la sua. Sono stati innumerevoli i commenti dei vari forum e blog juventini dedicati alle solenni “perle di saggezza” che il “nostro presidente” ha voluto regalarci. Tanto che sono state create delle apposite sezioni per raccogliere le sue più luminose esternazioni: dalle “Primaverili” a “Caltagirone”, passando per il numero di scudetti vinti, che variava da 27 a 28 a 29-2, a seconda del vento, della stagione e soprattutto "dell'interlocutore".

Si potrebbe obiettare che è crudele attaccare uno “yes-man”, un “paravento”, che rimarrà nella storia bianconera come l’incubo di un intera generazione: il presidente della Juventus a Frosinone.

Un antico proverbio ebraico recita: “Dio non ha mai ordinato di essere stupidi”. Si può recitare il ruolo del “parafulmine” senza necessariamente farci vergognare ogni santo secondo della sua presenza, come quando sembra essere costretto a parlare di calcio evidenziando la totale inadeguatezza del ruolo che ricopre; senza farci ogni volta rimanere a bocca aperta ascoltando irritati l’eco di qualche “cartolaio onesto” che sghignazza. No, non è accettabile.
Si dirà che con l’uscita di Cobolli non cambia molto. Certo è che un “incompetente” in meno è pur sempre un “incompetente” in meno!

Addio, “caro” ex-presidente! Le rivolgo la parola adesso, dopo averla vista inquadrato nell’infausta trasferta di Palermo, dove sembrava un “marziano” precipitato allo stadio, senza dimenticare l’immediata vigilia, quando fino all’ultimo aveva “tuonato”: «voglio una Juve bella e vincente». Fino all’ultimo si è preoccupato di fornirci spunti per rammaricarci una volta di più per il suo insediamento.

Addio, signor ex-Presidente! Si può essere dipendente e parafulmine anche con dignità e senza necessariamente calpestare la nostra storia di Juventini, la nostra gloriosa Maglia, la memoria di persone importanti che hanno costruito la nostra storia.
Lei non ha mai voluto essere qualcosa di diverso, non mi spiego altrimenti l’applauso all’“Onesto” in Lega alla consegna dello scudetto più ridicolo dell’intera storia pallonara.
Addio, ex-presidente! Sono definitivamente convinto che Lei forse non è nemmeno juventino. Parole come “dobbiamo rifarci ai valori di Giacinto Facchetti” non appartengono a nessun “gobbo”.
Noi Juventini abbiamo una dignità da difendere e una storia da onorare: ci ha reso difficile anche il semplice confronto con tifosi nerazzurri, con i quali inevitabilmente ci siamo trovati ad interagire.

Addio, ex-Presidente! Quando un giorno questa nostra battaglia farà trionfare la giustizia, anche Lei ne sarà felice: in quel momento passerà da 27 scudetti a 29 e potrà fregiarsi di aver vinto "seru tituli" con la nostra amata maglia, perché Le ricordo che ora è a -2. Non lo dimentichi!

Addio, Cobolli Gigli! Non ci dimenticheremo mai della sua scoraggiante figura.
Ha chiuso dicendo: «Me ne vado tranquillo». E altrettanto tranquillamente rispondo che mai avrebbe dovuto essere presidente della Juventus.
Non perdiamo ulteriore tempo: infili la giacca, metta la sciarpa con 17 (!!!) scudetti al collo e fischietti pure “amala…”. L’uscita è come sempre in fondo a destra.

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