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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Calcio giocato di S. BIANCHI del 02/01/2015 10:44:18
Si avvicina Juve-Inter

 

Inutile dirlo: se per il mio amico “Brioscia”, compagno di tanti viaggi a Torino per vedere la nostra Juventus, la partita con l’Inter è uno stress insopportabile tanto da non guardarla nemmeno in televisione, per tutti gli altri significa “Iuliano - Ronaldo”, ”5 maggio 2002” e “Scudetto di cartone”. Tre eventi che hanno drammaticamente spostato l’animosità calcistica bianconera dal granata-viola-giallorosso verso il nerazzurro. Ma mentre per noi resta una partita da tre punti, per tanti interisti è la madre di tutte le partite. Andiamo a ricordare le fonti più recenti di tanta rivalità.

Il campionato 1997/98 inizia con la partenza sprint dell’Inter di Ronaldo che però, al giro boa è superata dalla Juventus trascinata dalle reti di Del Piero. Un girone di ritorno equilibrato porta Juve e Inter allo scontro diretto del 26 aprile divise da un solo punto, con noi primi e quattro gare da disputare. Del Piero segna l’uno a zero al ventunesimo, l’Inter prova a reagire, ma poco succede fino al ventiquattresimo della ripresa, quando Iuliano e Ronaldo si scontrano in area: gli interisti reclamano un rigore che l’arbitro non concede. E’ Iuliano che atterra a Ronaldo o è il brasiliano che fa una sorta di fallo di sfondamento? In un periodo in cui non esisteva il “danno procurato”, l’arbitro Ceccarini ha poi dichiarato che, riguardando l’azione, avrebbe concesso ai nerazzurri un calcio a due in area per fallo di ostruzione. Questo rigore non assegnato è il motivo per cui gli interisti sono convinti che il venticinquesimo scudetto bianconero appartenga a loro: come avviene abbastanza spesso, il loro ragionamento fa acqua da tutte le parti.

Nel campionato virtuale dell’Inter, concesso il rigore, non si ammette che questo potesse essere sbagliato, con la fine di ogni querimonia e i nerazzurri a meno quattro dalla Juventus, come nella realtà. Ammettendo invece la trasformazione del rigore, l’uno a uno avrebbe lasciato la Juventus in vantaggio di un punto e non determinato il sorpasso, come sostenuto dagli interisti. Trentaduesima giornata: a tre gare dal termine, mentre la Juventus vera pareggiava a Vicenza, l’Inter virtuale, che vince gli scudetti a parole, al Meazza avrebbe dovuto fare a brandelli il Piacenza, portandosi in vantaggio di un punto sulla Juventus. Ma il film “Onan, il barbaro” finisce, come il campionato virtuale dell’Inter, che pareggia col Piacenza e resta un punto sotto, nella classifica virtuale (70-66 in quella vera). Trentatreesima giornata: mentre la Juve fa secco il Bologna, l’Inter perde a Bari ed anche la classifica virtuale (71-67), evidenzia che lo scudetto è destinato altrove. All’ultima giornata non serve più che l’Inter stenda il povero Empoli mentre la Juve impatta a Bergamo. La classifica virtuale e quella reale indicano la stessa quadra vincitrice. Da ricordare che il “Fenomeno”, in quel campionato segnò venticinque reti, mentre il “modesto” Del Piero solo ventuno.

Non si capisce perché, ma il campionato 2001/2002 è un altro motivo di attrito nerazzurro nei nostri confronti. Il campionato estivo, quello che si disputa sotto gli ombrelloni, giornali sportivi alla mano, dava milanesi e romane in lizza per lo scudetto. Il campionato giocato, a poche giornate dal termine, aveva invece selezionato un trio di contendenti: l’Inter, a lungo in testa nel girone di ritorno, una Roma regolare e una Juventus in rimonta dopo una prolungata crisi autunnale. A pochi minuti dalla fine della terzultima di campionato, la Roma e Juve stavano pareggiando zero a zero con Milan e Piacenza, mentre l’Inter vinceva due a uno a Chievo: in quel momento l’Inter aveva quattro lunghezze di vantaggio sulla Roma e cinque sulla Juventus. “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”: infatti, al novantesimo, per il pareggio clivense (Cossato) e l’eurogol di Nedved, la Juve sorpassa la Roma e si porta a un punto dai nerazzurri. Nulla di fatto nella giornata seguente, che vede le tre squadre vincere, e si arriva all’ultima giornata con Inter a 69, la Juventus a 68 e la Roma a 67. Mentre Trezeguet e Del Piero sbrigavano velocemente la pratica allo stadio Friuli (la Roma andrà in vantaggio sul Torino solo a metà del secondo tempo), in un Olimpico di Roma assurdamente nerazzurro per esorcizzare un eventuale scudetto giallorosso, l’Inter operava uno dei suicidi sportivi più famosi della storia. In vantaggio due volte e altrettante volte ripresa nel corso del primo tempo dai laziali, nel secondo tempo va sotto quattro a due. Colpa nostra anche qui? O incapacità di vincere anche nelle circostanze più favorevoli?

L’unica rivendicazione “storica” di senso opposto è l’arcinota vicenda dello “Scudetto di cartone”, quello del 2005/06, non rientrato nell’inchiesta di Calciopoli. Stravinto a Bari da quella Juve che stava andando a giocarsi, quasi in famiglia, la finale dei Mondiali a Berlino, fu inopinatamente consegnato all’Inter, giunta quindici punti indietro. Evito di scriverne ancora perché la storia è nota a tutti.

Mentre noi avremmo molto da recriminare per quest’ultimo fatto, lasciamo ai nerazzurri le accuse per campionati persi da loro stessi: con le parole si può vincere un premio Strega, ma gli scudetti si vincono con i numeri. Questi ci dicono che in 222 gare ufficiali, con l’Inter abbiamo vinto 100 volte, pareggiato 54 e perso in 68 occasioni, per i 319 gol fatti e i 277 subiti. I libri raccontano che la prima sfida, il 14 novembre 1909, ci vide vittoriosi due a zero per i gol Ernesto Borel (il padre di “Farfallino”), che la vittoria nerazzurra più ampia fu un sei a zero del 1954, mentre la nostra vittoria più clamorosa fu il nove a uno del 1961, con sei reti di Sivori. Forza, ragazzi!


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