Non sbaglio un congiuntivo, non mi tingo i capelli color carota, non partecipo, né dirigo, né ho diretto trasmissioni televisive assieme a persone che, definendosi giornalisti, sembrano più clienti avvinazzati di qualche bettola. Non sono insomma Aldo Biscardi, che con quella sua famigerata trasmissione sportiva, a parer mio è stato uno dei principali fautori dell’imbarbarimento del costume calcistico in Italia. Su una cosa sola aveva ragione: la moviola in campo, uno strumento che in questo campionato avrebbe evitato polemiche, sospetti e qualche altra cosa.

Il Sergente Garcia, piangi piangi, senza moviola in campo, domenica dopo domenica ottiene ciò che vuole, in altre parole un punteggio in classifica maggiorato grazie a sviste arbitrali, che però nel suo caso non sono aiutini. Anche martedì scorso gli hanno regalato l’uno a zero nonostante il parere contrario dell’arbitro di porta (che lo mandano a fare?), uno a zero congelato da un rigore non sanzionato per un fallo da dietro di Emanuelson che sarebbe stato rosso diretto in qualsiasi altra zona del campo.

Il Sergente Acciuga, che dovrebbe piangere su quanto la sua squadra non è riuscita a fare nel primo tempo (un altro paio di reti), è dovuto andare a comprare un collare tipo Schanz per sostenere il collo di Chiellini, massacrato da una gomitata proditoria di Jesus (e se si chiamava Caifa...). Un’Inter in dieci ed un rigore da battere, forse avrebbero tenuto la barca pari.

Vista la situazione nazionale ed internazionale, spero che nessun deputato o senatore di fede bianconera faccia interrogazioni parlamentari lamentando la disastrosa situazione arbitrale e della giustizia sportiva. In caso di notizie in tal senso, comunicatemele: non voterei per il suo partito alle prossime elezioni politiche. Una notizia che avrei invece piacere di leggere è quella di Andrea Agnelli che finalmente prende atto che lo stanno (e ci stanno) prendendo per i fondelli e, perché sia chiaro a tutti che ne ha le tasche piene, va in Federcalcio e si fa sentire.

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