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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di S. FEDERICI del 12/10/2009 07:33:06
Dieci domande al processo dimenticato da tutti

 

«Nessuno avrà interesse a celebrare il "processo Telecom". Nessuno: né i pubblici ministeri, né gli imputati, né la Telecom vecchia, né la Telecom nuova. Ma io non sono e non farò né accetterò mai di essere il capro espiatorio di questo affare. Io vorrò con tutte le mie forze il processo e nel processo vorrò vederli in faccia ripetere quel che hanno riferito ai magistrati. Il mio vantaggio è che tutti - tutti - hanno mentito in questa storia, e io sono in grado di dimostrare che le informazioni che ho raccolto sono state distribuite in azienda perché commissionate dall'azienda e nel suo interesse…» Giuliano Tavaroli, La Repubblica, 21.07.2008

Nel disinteresse generale dei media si sta celebrando a Milano il processo penale contro Giuliano Tavaroli (ex capo sicurezza Telecom), Emanuele Cipriani (titolare dell'Agenzia investigativa Polis d'Istinto), Fabio Ghioni e altri componenti del Tiger Team, nonché Marco Mancini (ex numero due del SISDE); tutti i predetti sono imputati di svariati reati contestati loro dalla Procura della Repubblica circa l'attività spionistica e di dossieraggio realizzata.
Giovedì 1 ottobre è stata pubblicata la notizia del prossimo patteggiamento di Giuliano Tavaroli. Lo spazio concesso a tale notizia è stato minimo se paragonato a quello riservatole nel maggio 2006. Soprattutto se messo in confronto con il rilievo ed il clamore che l'inchiesta ha avuto quando è divenuta di pubblica conoscenza nel maggio 2006.
Il ritrovamento delle risultanze dell'attività spionistica dei "Tavaroli Boys" - i fantomatici dossier - ha indotto il Governo allora in carica, presieduto da Romano Prodi, a varare un decreto legge che prevedeva la secretazione dei report formati dal gruppo spionistico, il divieto del loro utilizzo per i pubblici ministeri come prova e la loro immediata distruzione. Il decreto suscitò molte perplessità sulla opportunità e, soprattutto, sulla legittimità costituzionale delle norme varate.
E così dopo una lunga istruttoria che ha escluso ogni responsabilità penale diretta di Marco Tronchetti Provera e di Carlo Buora (già Vicepresidente di Telecom e dell'Inter F.C., nonché A.d. e D.G. della Pirelli), il G.I.P. di Milano incaricato dr. Giuseppe Gennari ha sollevato la questione della legittimità costituzionale della normativa che imponeva la distruzione dei dossier.
La Corte Costituzionale nel giugno 2009 ha accolto parzialmente le eccezioni del G.I.P. di Milano, affermando che si può procedere alla distruzione dei dossier formati, ma, ha aggiunto, che tale attività dovrà essere decisa, atto per atto, in contraddittorio tra le parti nell'ambito di un incidente probatorio la cui durata potrebbe protrarsi per anni. Infatti il materiale da eliminare consta di 83 faldoni di documenti cartacei oltre a svariate decine di migliaia di file e risultanze elettroniche di vario formato ed estensione.
Il medesimo GIP di Milano, Dr. Gennari ha, sempre nell'aprile del 2009 deciso di inviare un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale sostenendo che i dossier non possono essere distrutti anche perché sono elementi probatori; la loro eliminazione sarebbe incompatibile anche con il principio della ragionevole durata del processo Milano,

Tornando alle conseguenze del processo è interessante notare come la decisione di patteggiare di Giuliano Tavaroli sia per lui estremamente favorevole; egli otterrebbe la certezza di non tornare più in carcere, dov'era stato 8 mesi dopo l'arresto nel settembre 2006. 4 anni e 6 mesi è la pena che Tavaroli avrebbe concordato con la Procura di patteggiare, più la messa a disposizione dello Stato di 70.000 euro a titolo di profitto confiscabile. Dai 4 anni e 6 mesi concordati dovrebbero essere detratti anche i 4 mesi trascorsi sempre in custodia cautelare ma agli arresti domiciliari, e soprattutto lo sconto di 3 anni derivante dall'indulto del 2006. A Tavaroli resterebbero dunque solo 6 mesi, che, come ogni pena sotto i 3 anni, Tavaroli potrà chiedere al Tribunale di Sorveglianza di scontare con una misura alternativa al carcere quale l'affidamento ai servizi sociali.

Questa lunga digressione è utile per potere più chiaramente riflettere sulla circostanza che Tavaroli, Cipriani e Co. si sono adoperati nell'investigare illegittimamente su molti personaggi operanti ai massimi livelli nel mondo del calcio. Le vittime dello spionaggio, dell'intrusione illegittima nella vita privata e nelle banche dati riservati sono anche esponenti politici, il capo della sicurezza di Silvio Berlusconi (Fausto Di Gregorio), imprenditori e finanzieri, giornalisti invisi al gruppo Telecom, ecc..
A moltissimi tifosi e appassionati di calcio rimangono numerosi dubbi, interrogativi e perplessità (nonché pure un forte senso di ingiustizia…): il desiderio di conoscere precisamente tutti i risvolti dell'operato del gruppo di spie ed investigatori privati relativamente al mondo del calcio; di conoscere una verità processuale precisa e logica della eventuale connessione dell'attività del gruppo dei "Tavaroli-boys" con lo sviluppo di Calciopoli-Farsopoli; e, infine, se l'Inter F.C. abbia tratto vantaggio (diretto ed indiretto) dall'essere contigua al gruppo di spie tramite i propri vertici societari (che coincidevano in parte con Telecom o vi erano comunque molto vicini), nonché dal fatto acclarato di avere avuto addirittura i suoi dirigenti contatti diretti con alcuni imputati del processo!
Della vicenda si è infatti anche occupato anche il Procuratore Federale, dr. Stefano Palazzi, e l'allora Capo Ufficio Indagini della FIGC, dr. Francesco Savero Borrelli. L'Ufficio Indagini ha disposto l'audizione del Presidente dell'Inter Massimo Moratti. L'indagine è poi terminata con una declaratoria di prescrizione e così anche di archiviazione; la Giustizia Sportiva ha fornito comunque una risposta che in molti ritengono insufficiente per chiarire la reale portata della vicenda dello spionaggio a carico di tesserati
Alcuni tra i noti personaggi del mondo del calcio che sono state vittime delle attività investigative o intrusive illegittime hanno fatto richiesta di costituzione quali parti parte civili; anche questa circostanza è stata pressoché ignorata dalla gran parte dei media. Tra loro troviamo Luciano Moggi , Massimo De Santis , Paolo Bergamo, Bobo Vieri, Mariano Fabiani, ed altri ancora. Giova ricordare che Luciano Moggi è stato oggetto oggetto di attenzioni non meglio identificate quando ricopriva il ruolo di Direttore Generale della Juventus F.C., circostanza di fondamentale importanza. La sua attività consisteva nella pianificazione delle operazioni di mercato della società, così come egli procedeva alla pianificazione strategico-operativa juventina sotto l'aspetto tecnico ed agonistico.

Senza volere prevedere giudizi di responsabilità a carico degli imputati per la conseguenza delle loro azioni, il dovere di cronaca per la stampa (sportiva e non) sarebbe quello di porre alcune domande e di fornirvi precisa risposta. Ora, in considerazione della possibilità concessa alle parti offese di poter visionare il contenuto dell'attività spionistica commessa a loro danno, si impongono alcune domande ineludibili che "i soggetti dossierati" e i tifosi juventini desiderano ottengano risposte.

1) Chi ha commissionato i dossier spionistici - o anche le sole attività investigative - a carico di Massimo De Santis , dell'allora Direttore Generale della Juventus F.C. Luciano Moggi, e dell'ex Designatore Paolo Bergamo? Attraverso le diverse interviste rilasciate da Tavaroli e da Cipriani non è affatto chiaro il coinvolgimento o meno di tesserati della FIGC. E' stato scritto di incontri tra Massimo Moratti, Tavaroli e l'arbitro Nucini. E' doveroso che siano precisati minuziosamente i rapporti intervenuti tra gli imputati e altri tesserati (o ex tesserati) della FIGC.

2) Quando è stata commissionata l'attività spionistica predetta, ed in quale preciso contesto? Le ricostruzioni dei fatti effettuate sulla stampa da Danilo Nucini, Massimo Moratti e Giuliano Tavaroli sono contraddittorie su questa particolare circostanza. Nel 2002? All'inizio o alla fine del 2003? Il dato assume importanza, anche per cercare di capire eventuali usi successivi del contenuto dei report.

3) Quale tipo di attività è stata svolta a danno di Luciano Moggi? Per quanto tempo è stato attenzionato?

4) Una volta che sono stati ottenuti i risultati investigavi chi ha consegnato e chi ha ricevuto i predetti dossier - o i dati illecitamente a acquisiti - riferiti a De Santis, a Moggi e a Paolo Bergamo? E' di solare evidenza sapere se tutte le informazioni illegittimamente acquisite (o quali parti di esse) sono state messe nella disponibilità di persone esterne alla rete spionistica e conoscere la loro identità..

5) Quando e dove è avvenuta la consegna dei report informativi?
Forse appare superfluo; ma è opportuno che ogni singolo dettaglio dell'operazione venga chiarito per dissipare dubbi o incertezze Le notizie e le dichiarazioni dei diversi protagonisti alla stampa prevedono di incontri presso sedi (quali ed esempio la Saras s.p.a) che appaiono ricche di significato, almeno simbolico…

6) Vi è stato un solo "utilizzatore finale", oppure più persone (e quali) hanno conosciuto il contenuto del "Dossier Ladroni, e di tutti i report aventi ad oggetto le persone già menzionati ed allora attive nel mondo del calcio? Dopo anni di illazioni, notizie, mezze verità non può rimanere senza risposta la domanda su chi è venuto illegittimamente a conoscenza di dati, informazioni e notizie riservate che riguardano l'ex Direttore Generale della Juventus.

7) Qualcuno ha corrisposto un compenso per ottenere informazioni riservate su Luciano Moggi, già ex Direttore Generale della Juventus?
E' motivo di assoluto interesse pubblico, dei tifosi juventini in particolare, e soprattutto del Direttore Luciano Moggi conoscere chi è il mandante che ha tratto vantaggio dell'eventuale attività spionistica effettuata a suo danno. Basandosi sulla testimonianza della Plateo, i PM hanno definitivamente attribuito la richiesta dei tabulati telefonici di Moggi ad Adamo Bove (responsabile della funzione Security governance di Telecom), ora morto "suicida". E' quindi questa la versione definitiva e corrispondente al reale andamento dei fatti? Lo scomparso Adamo Bove non figurava tra gli indagati (come invece erroneamente riportato da alcuni quotidiani)

8) Tavaroli e/o altri sono a conoscenza di colloqui telefonici tra Paolo Bergamo con altri tesserati della società Inter F.C.? L'ex Designatore Paolo Bergamo ha affermato in più interviste (sia sulla carta stampata che in televisione) che egli era solito avere colloqui telefonici con esponenti di tutte le società di serie A, e che i rappresentanti dell'Inter F.C. erano suoi interlocutori abituali. Nelle numerose intercettazioni pubblicate nel 2006 non si è mai avuta traccia di alcuna telefonata tra Paolo Bergamo ed esponenti dell'Inter F.C..

9) Vi è una qualsiasi connessione, anche remota o casuale, tra l'attività svolta dal Tavaroli e dal Cipriani e l'attività di intercettazione telefonica disposta dalla Procura di Napoli nell'indagine poi sfociata nel processo Calciopili?
Sarebbe opportuno capire chiaramente se si può escludere incontrovetibilmente che vi siano stati contatti tra esponenti del gruppo degli imputati (tra cui figura anche Marco Mancini, uomo di punta dei Servizi Segreti - il SISMI, nonché lo stesso Giuliano Tavaroli che era a capo del C.N.A.G., il centro nazionale autorizzazioni giudiziarie della Telecom, ossia la centrale che gestisce tutte le intercettazioni telefoniche richieste dalla Magistratura) e gli inquirenti "istituzionali" che hanno proceduto alle intercettazioni telefoniche. Tali intercettazioni hanno fondato la prova esclusiva del processo sportivo di Calciopoli e costituiscono pure un importante riscontro probatorio nel processo penale di Napoli. Dovrebbero quindi essere escluse interferenze ed intromissioni nel lavoro dei magistrati e della polizia giudiziaria da parte degli imputati.

10) Perché la Juventus F.C. non ha ritenuto opportuno tentare di costituirsi parte civile nel predetto processo? Un'ultima domanda, che purtroppo non potrà però avere risposta dal processo. E' pleonastica, ma non può che essere la chiosa obbligata di una vicenda così grande che rimarrà dentro tanti per sempre.
Il proprio Direttore Generale dell'epoca è stato monitorato (?) illegittimamente. Sulla stampa è stato pubblicato che una dipendente Telecom, Caterina Plateo, interrogata nel giugno 2006 da un tenente dei Carabinieri, ha testimoniato che la documentazione - attinente all'indagine - era relativa agli sviluppi del traffico in entrata e in uscita sulle utenze telefoniche intestate proprio alla Juventus F.C, mentre dagli ultimi atti provenienti da Milano non risulta essere stato monitorato alcun numero intestato alla società Juventus.

Limitandosi anche solo alla figura del D.G. Luciano Moggi, il fatto di venire a conoscenza in modo illecito di notizie relative all'attività professionale del più importante dirigente di un'altra squadra, potrebbe concretare la fattispecie della concorrenza sleale (che è un illecito civile ed è fonte di responsabilità patrimoniale). Chiunque avesse commesso questa violazione dovrebbe risponderne nei confronti della società juventina.
Ma, oramai, una larga parte dei tifosi juventini ha da tempo capito che la tutela processuale per la difesa dei diritti e degli interessi della Juventus F.C. non è un'attività così rilevante per la nuova dirigenza bianconera. E questa domanda sarà probabilmente priva di risposta e, soprattutto senza un apparente spiegazione, così come in altri recenti circostanze la condotta processuale della Società Juventus è rimasta incomprensibile ai propri tifosi.

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