Derby Roma-Lazio, dopo il 2-2 sul campo è partita la contesa dialettica. E qui c'è da divertirsi.
Ha incominciato
Lotito:
«Dal punto di vista tecnico è impossibile che la Roma vinca lo scudetto, la Juventus è più forte. La Roma non vince lo scudetto, scommetto con Giacchetti (vicepresidente della Camera e tifoso romanista) la presidenza della Lazio». E sul selfie con cui Totti ha festeggiato il pareggio:
«Il selfie è stato un gesto inopportuno che non c'entra nulla con il calcio, fuori luogo e comunque il mio capitano non lo avrebbe mai fatto». Pallotta ha replicato sull'argomento selfie:
«È un peccato che Lotito abbia commentato in quel modo il selfie di Totti. È stato un gran momento, ma avrei quasi preferito un autoritratto con la sua faccia, sul gol». Sul resto la bordata è arrivata da
Baldissoni, DG giallorosso:
«Se scommetterei sullo scudetto della Roma? No, no, è alla Lazio che sono esperti di scommesse: noi non ce ne intendiamo. Lotito si è giocato la presidenza? C'è il rischio che anche i tifosi della Lazio tifino per noi». Diplomazia zero. D'altra parte i manager pallonari di casa nostra possono permettersi un po' di sarcasmo, l'ambiente calcistico può contare su tifoserie tranquille e distese...
Ovviamente a stretto giro è arrivata la duplicatio di Lotito e la triplicatio di Pallotta. Il laziale:
«Baldissoni ha detto che siamo esperti nel campo delle scommesse? Non voglio fare polemiche, ma vorrei dirgli di non perdere tempo dietro a queste cose e di dedicarsi invece a tenere in ordine i conti della propria società». In una nota la risposta di Pallotta:
«Lotito continua a rilasciare dichiarazioni sciocche e che denotano ignoranza intorno agli aspetti economici del nostro club. La prossima volta che verrò a Roma sarà mia cura cercare di renderlo edotto in merito alla nostra solidità e redditività finanziaria. Lo farò come se parlassi a un bambino, ovvero parlando lentamente e scandendo bene tutte le sillabe. Se non dovesse capirlo neanche questa volta, allora rinuncerò». Bell'ambientino quello romano, non c'è che dire.
Tutte le schermaglie dialettiche tra laziali e giallorossi possono essere inquadrate nel normale scambio di fazione. Tutte tranne una, perché l'allusione di Baldissoni alle abilità da scommettitori dei laziali (il riferimento è al coinvolgimento di Mauri nell'inchiesta di Cremona) è
passibile di querela.
E qui casca l'asino, il momento in cui mettersi in una divertita attesa. Lotito se vorrà querelare Baldissoni dovrà chiedere alla FIGC l'autorizzazione ad andare oltre la clausola compromissoria. La Federcalcio invece potrebbe trovarsi a gestire una bella gatta da pelare, da una parte Lotito e dall'altra la società giallorossa con il vittimismo su cui è capace di far leva per aizzare la piazza e i media. Su tutto però aleggia
il precedete Marotta-Lotito, un precedente specifico che pare presentare il conto a Tavecchio e al suo principale galoppino/elettore/tutore.
In entrambi i casi, autorizzare Lotito a querelare o adottare un provvedimento come quello delle offese a Marotta (sanzione da diecimila euro), risolleverà la questione dell'attuale peso politico del laziale in FIGC.
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