Ieri sera quando ho visto Tevez partire su lancio di Morata e andare a insaccare la porta milanista ho avuto la sensazione che fosse in fuorigioco. Una sensazione che replay e fermo immagini hanno smentito: Tevez è partito in posizione regolare.
Nell'immediatezza dell'episodio, complice il fatto che i fotogrammi chiarificatori sono stati mandati in onda solo all'intervallo, i tifosi non juventini si sono precipitati a inondare il web parlando di ladrata, aiutino e simili.
Col senno di poi la cricca dell'agitazione antijuventina è stata sbugiardata. Il punto però è un altro: se davvero Tevez fosse stato in fuorigioco, cosa avremmo dovuto leggere sentirci dire oggi? Chi scrive non si sarebbe scandalizzato se il guardalinee avesse alzato la bandierina, né avrebbe messo la testa sotto la sabbia in caso di errore pro Juve.
Gli errori accadono, nel calcio italiano la differenza sta tutta nel come li si accolgono: "
errore in buona fede" o "
aiutino del sistema", dipende da quale parte del tifo (pro o contro) li si guardano.
Personalmente non ho mai pensato che tutti errori pro Roma di questi ultimi mesi siano frutto di malafede arbitrale, piuttosto penso che sono il risultato della malafede di quei tesserati che fuori dal campo dal 5 ottobre in avanti hanno vissuto il campionato intrisi nella cultura del sospetto. È normale che questo poi produca un certo condizionamento nella classe arbitrale, che pur non volendo subisce gli effetti di quelle agitazioni mediatiche.
C'è via d'uscita per scrollarsi di dosso i veleni e i sospetti? Forse che i tifosi
vivano la passione per il calcio non facendosi condizionare da quei beniamini che li aizzano a proprio uso e consumo. Parafrasando il Manzoni potremmo dire che "il fairplay, se un tesserato non ce l'ha non se lo può dare". E noi tifosi?
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